La Sirenetta: recensione del live action Disney in fondo al mar
Il live action è il secondo ad uscire quest'anno dopo Peter Pan & Wendy su Disney+.
Pubblicato il 22 Maggio 2023 alle 20:25
Titolo originale: The Little Mermaid
Scritto da: David Magee
Basato sul: cartoon del 1989 basato sulla favola di Hans Christian Andersen
Diretto da: Rob Marshall
Musiche di: Alan Menken, Lin-Manuel Miranda
Cast: Halle Bailey, Jonah Hauer-King, Daveed Diggs, Awkwafina, Jacob Tremblay, Noma Dumezweni, Javier Bardem, Melissa McCarthy
Produzione: Walt Disney Pictures, Lucamar Productions, Marc Platt Productions
Distribuzione: 24 maggio 2023, The Walt Disney Company
Il 2023 è l’anno del ritorno dei live action Disney, divisi tra sala e streaming. Così, poche settimane dopo Peter Pan & Wendy, rivisitazione più libera di David Lowery del classico d’animazione disponibile direttamente su Disney+, ecco arrivare invece in sala La Sirenetta di Rob Marshall.
Il film è l’adattamento live action del classico d’animazione del 1989 di Ron Clements e John Musker, basato a sua volta sull’omonima fiaba di Hans Christian Andersen. Vuole essere una rivisitazione nostalgica ma anche nuova e attuale di una storia senza tempo che, proprio come La Bella e La Bestia, parla sempre di diversità e accettazione, del potere delle parole così come del silenzio. Lo abbiamo visto in anteprima e vi raccontiamo cosa aspettarvi senza spoiler.
La Sirenetta: recensione del live action Disney in fondo al mar
Rispetto a Peter Pan, La Sirenetta di Rob Marshall è un live action che segue la linea de La Bella e la Bestia e Aladdin, modificando quindi occasionalmente la trama ma rimanendo pedissequo sul filo principale del racconto. Rinuncia ad un paio di numeri musicali per aggiungerne altrettanti inediti e composti proprio per l’occasione, come fatto già nei due precedenti citati. In questo caso però solo uno dei tre colpisce davvero nel segno poiché utilizza un’idea a cui nel cartoon non avevano pensato.
Ci sembra giusto specificare che la versione che abbiamo visto in anteprima è quella doppiata, che poi è quella che vedrà il pubblico. In questo caso però diventa un deterrente nel giudicare la pellicola poiché l’adattamento delle canzoni e alcune voci scelte (come Mahmood) non sono funzionali e azzeccate. Insomma il doppiaggio rappresenta il 50% dei problemi di questo film, che a livello visivo si rivela molto meno preoccupante di come ci avevano fatto presupporre.
La CGI dell’oceano funziona, meno quella sui personaggi sidekick come Sebastian (che è in realtà il meno peggio), Scuttle e Flounder, e funzionano anche alcune scelte registiche di Rob Mashall. Il regista torna dietro la macchina da presa per la Disney dopo i poco riusciti Into the Woods e Il ritorno di Mary Poppins, oltre ad un capitolo dei Pirati dei Caraibi. Alla sua Sirenetta in parte replica alcune inquadrature e movimenti di macchina dell’originale in parte mette del proprio, come nella bella sequenza iniziale che presenta le profondità della barriera corallina.
La Ariel di Halle Bailey funziona, al netto delle critiche alla scelta etnica. Non possiamo giudicarla nella parte cantata, purtroppo, nonostante sia stata scelta proprio per la sua incredibile voce come hanno dichiarato i produttori. Un aspetto interessante se pensiamo all’importanza della voce nella favola.
Il principe Eric di Jonah Hauer-King ricorda un po’ il Principe della Cenerentola di Branagh, che doveva capire e scoprire se stesso. Qui abbiamo un giovane uomo incuriosito da un altro mondo proprio come la nostra Ariel, ma entrambi trovano un muro da parte delle proprie famiglie per paura del diverso. Ecco quindi presentarsi ancora più marcato il tema dell’accettazione e della diversità, di un’unione che potrebbe fungere da punto di contatto tra due popoli. La questione culturale è estremamente importante e infatti viene dato molto più risalto all’ambientazione caraibica, sia sott’acqua che soprattutto sulla terraferma.
Ma a sorprendere davvero è la Ursula di Melissa McCarthy, perfetta nel donarle quella cattiveria inaudita con però un pizzico di simpatia e sbadataggine in più, che la avvicina un po’ alla Izma delle Follie dell’Imperatore.
Le musiche di Alan Menken hanno inevitabilmente preso l’influenza di Lin-Manuel Miranda. Soprattutto in certi ri-arrangiamenti delle vecchie canzoni, o nel nuovo rap improvvisato che nell’originale era dialogato.
Se alcune novità sono interessanti, come il già citato nuovo numero musicale e l’espansione del background dei personaggi, altre come l’origin story di Eric, la figura di sua madre la Regina e il cambiamento all’incantesimo di Baciala hanno poco senso. Non cambia il core, ma rimangono alcune scelte narrative che lasciano perplessi. Inoltre l’allungamento nella durata della pellicola si sente e non porta per davvero qualcosa di nuovo alla favola.
Ricordiamo che La Sirenetta arriva il 24 maggio al cinema con The Walt Disney Company.
In Breve
Giudizio Globale
6.5
Sommario
La Sirenetta è un live action che segue più o meno pedissequamente l'originale cartoon, portando delle novità e degli approfondimenti a volte interessanti, a volte meno incisivi. Il vero difetto è, purtroppo, il doppiaggio scelto e adattato.