Di cosa ha paura Junji Ito? La risposta del maestro dell’orrore
Di cosa ha paura il mangaka giapponese?
Pubblicato il 7 Maggio 2023 alle 16:00
Junji Ito nel 2022 soprattutto ha avuto un successo incredibile, successivamente all’annuncio di varie serie animate: una sviluppata da Netflix e una di TOONAMI. La prima è presente sulla piattaforma streaming anche in Italia, mentre la seconda è ancora in fase di produzione.
Rispettivamente parliamo di una serie antologica, dove la prima stagione copre tante vicende, mentre la seconda è volta all’adattamento della celebre storia di Junji Ito “Uzumaki”.
Sono anni che il mangaka terrorizza mezzo mondo con i suoi racconti, ma vi siete mai chiesti le sue paure? Oggi tramite CBR possiamo scoprirlo, grazie anche a una delle ultime interviste di Otakuusamagazine.
Forse le risposte non sono quelle che vi aspettate, ma la discussione è altamente interessante: Junji Ito ha paura delle IA e del futuro dell’industria dei manga.
L’artista fa luce sulle nuove generazioni e di come esse siano infastidite dalla psicologia umana, quindi proprio per questo in futuro potrebbe optare solo per storie prodotto dalle AI:
“A differenza dei tempi andati, ora esiste un termine hitokawa” [smascheramento], un lato che l’essere umano teme apertamente, visto che mette a nudo un individuo dal lato mentale e psicologico.
Non so ancora bene come approfondire la questione, ma appena lo capirò creerà una storia su questo timore, proprio come fatto in precedenza”.
Di cosa ha paura Junji Ito? La risposta del maestro dell’orrore
Shinchosa ha pubblicato Cyberpunk: Peach John, ovvero il primo manga completamente creato dalla AI. Nonostante le enormi critiche questa ha spianato la strada a un medium che in futuro potrebbe prendere il sopravvento.
Ito si è esposto al riguardo, dicendo di volere creare una storia ancora più spaventosa prima che l’AI prende il sopravvento:
“Io non credo che le paure delle persone siano cambiate nel corso del tempo. D’altro canto, ho sempre voglia di creare qualcosa di nuovo a livello orrorifico, portando ai miei lettori nuove paure, altri timori.
Vorrei condurre il pubblico a incupirsi e spaventarsi per un qualcosa di innocuo in precedenza per loro, prima che lo faccia l’AI.”