Kentaro Miura: un’icona dell’arte sequenziale giapponese
Un maestro dell'arte nipponica
Pubblicato il 30 Marzo 2023 alle 10:00
Kentaro Miura è sicuramente uno degli artisti più importanti del panorama fumettistico nipponico e non, vista la sua influenza anche nel mondo delle serie TV, i film e soprattutto i videogiochi: basti solamente pensare a tutta la saga dei “souls” e affini.
Miura è nato a Chiba nel 1966 e a soli 10 anni ha disegnato il suo primo fumetto intitolato Miuranger per i suoi compagni di classe: la storia si concluse con 40 volumi. Dopo di esso arriva Ken e no michi un manga dove l’artista utilizza per la prima volta l’inchiostro di china, iniziando la sperimentazione per la sua futura tecnica.
Come tutti gli artisti di questo calibro senza ombra di dubbio anche Miura ha fin da bambino mostrato le sue doti artistiche e cognitive, capaci di tirare fuori un leggendario connubio tra arte e storia, mostrando al mondo di cosa fosse capace. Fin dalle elementari ha espresso la sua arte, raffinatasi nel corso del tempo.
La carriera e il prototipo di “Berserk” – Kentaro Miura: un’icona dell’arte sequenziale giapponese
Durante le scuole medie e le superiori il mangaka è in continua ascesa, visto che da lì il suo amore per l’arte sequenziale non si ferma più, fino a quando nel 1988, dopo una serie interrotta da una rivista shonen, ritorna sulla scena con una storia di 48 pagine di nome Berserk – The Prototype.
Da come potete ben capire Kentaro stava già sperimentando quello che da lì a breve sarebbe stato la sua opera magna, la più grande: Berserk. La serie debuttò nel 1989 in Giappone sulla rivista di Hakusensha nella collana Young Animal, dove ancora oggi grazie a Koji Mori la storia continua anche dopo la morte del sensei avvenuta nel 2021.
Durante la serializzazione Miura ha portato anche altre storie al suo pubblico come “Il Re Lupo” ad esempio, in coppia con uno dei suoi maestri: Tetsuo Hara. Oltre Hara Miura ha collaborato anche con Buronson (disegnatore di Hokuto no Ken ndr), dove insieme hanno creato il manga autoconclusivo “Japan”.
Recentemente sono state ristampate queste storie dalla Planet Manga, dove oltre il Re Lupo e La Leggenda del Re Lupo, troviamo anche Duranki e una nuova edizione Deluxe di Berserk, volto a omaggiare non solo l’opera in se ma anche il maestro Miura.
Se non lo sapevate nonostante Berserk abbia influenzato tantissime opere moderne lo stesso autore ha tratto dal manga Ken il Guerriero parte del suo stile e della sua narrazione, insieme al Devilman di Go Nagai, sia per poetica che per impostazione di tavole e storia.
Insieme a loro troviamo altre ispirazioni come i romanzi giapponesi Guin Saga (1979), i film di Paul Verhoeven, la serie di film Hellraiser (1987), i manga shōjo, i film Disney, e le opere di Hieronymus Bosch, M.C. Escher, Gustave Doré e Pieter Bruegel. Insomma, bisogna sempre partite dalle basi per camminare poi con le proprie gambe.
“Si vive una volta sola, altre certezze non ne abbiamo”
Questa frase pronunciata da Gatsu nei primi capitoli di Berserk ha di certo molte chiavi di lettura, e una di esse riguarda la fragilità dell’esistenza, insieme al fatto che quest’ultima sia sfuggente, con poche certezze, ma allo stesso tempo unica e colma di possibilità.
Quando fatto in vita da Kentaro Miura rispecchia questa sua filosofia, una filosofia che può sembrare cruda ma che alla fine non lo è affatto. “Dare il massimo” anche nelle difficoltà, nella gioia, sempre. Una piccola frase impattante e motivante, che non lascia spazio al dolore e alla sofferenza: non abbiamo certezze, ma possiamo dare il massimo, sempre.
Un messaggio forte e chiaro che echeggia ancora oggi tra tutti noi appassionati, cresciuti e vissuti con l'”epoca d’oro” del manga, quella di Kentaro Miura, ancora oggi tra le più influenti di sempre.
Senza Berserk non sarebbe esistito Elden Ring, Dark Souls, Bloodborne e tanti altri, senza contare le influenze successive di altri manga come ad altri anime/manga come Demon Slayer, Vinland Saga, Seraph of the End, L’attacco dei giganti e Vagabond, tra i tantissimi.
Nel 2002, Kentaro Miura arrivò al secondo posto dell’Osamu Tezuka Culture Award of Excellence con Berserk. Un’opera gigante, mastodontica, capace di rispettare il passato creando un futuro tutto nuovo, che ha ispirato gli artisti di tutto il mondo a sua volta, così come fatto con i suoi maestri del tempo.