One Piece 1069: il grido della speranza di Eiichiro Oda
La forza della narrazione di Eiichiro Oda
Pubblicato il 13 Dicembre 2022 alle 10:33
One Piece 1069 oltre a essere un capitolo veramente spettacolare si pone come obiettivo quello di mostrate al mondo l’intento di Eiichiro Oda nel costruire qualcosa di unico e che accomuni tutti, attraverso il suo grido di speranza fortemente evidenziato in queste tavole fresche di pubblicazione.
Nonostante regni ancora la violenza e la mania di potere, tramite Vegapunk il sensei parla al suo pubblico esaltando la vera natura dei Frutti del Diavolo, posti come sentimento di desiderio e speranza del mondo. Nika, Il Dio del Sole che porta il sorriso ovunque vada risiede in Luffy, l’attuale speranza per gli oppressi e i sottomessi.
Ancora una volta Oda esalta la speranza, il desiderio e l’interconnessione con la vita e la realtà, che nonostante possa essere dura riesce sempre a sorprenderci e magari può essere la chiave per portare avanti le nostre lotte anche quando noi saremo stanchi o non ci saremo più.
Questo è il lavoro dei Frutti del Diavolo, ovvero fare in modo di trasformare il desiderio dell’umanità nel poter compiere imprese incredibili, imprese impresse solamente nei sogni per la maggior parte di noi.
Il duro lavoro del passato può essere una grossa speranza per il futuro e chi mangia i Frutti all’interno del mondo di One Piece diventa questo; poi chiaro, dipende sempre da chi sfrutta questa opportunità ed esseri come Teach si oppongono a questo sogno.
One Piece 1069: il grido della speranza di Eiichiro Oda
Citando le parole di Vegapunk: “Tutte le cose vengono al mondo con una speranza, come ad esempio i Frutti del Diavolo. Ognuno di loro rappresenta una potenziale evoluzione della razza umana che qualcuno ha ardentemente desiderato e forse mai vissuto fino alla sua morte.
“Se solo potessi fare quello, o quell’altro”, tutti questi poteri sono un possibile ramo evolutivo dell’umanità. Chi possiede questi poteri vive in una dimensione diversa da quella normale, una dimensione sognata da qualcuno molto prima che esistessero”. Un bellissimo monologo che inneggia alla speranza e alla forza della fantasia.
Ancora una volta Oda dimostra essere un grande narratore, capace di mettere al centro della sua storia la potenza del racconto e l’incredibile potere della fantasia, forse la forma d’arte più potente di sempre.