Tokyo Godfathers: la favola natalizia e il valore del “niente” di Satoshi Kon
La favola natalizia di Kon
Pubblicato il 21 Dicembre 2022 alle 15:00
Tokyo Godfathers è un capolavoro senza tempo, capace di catturare lo spirito natalizio come poche opere animate hanno fatto nel corso della storia: d’altronde non poteva essere altrimenti, dato che alla regia c’è Satoshi Kon.
Una storia sì ispirata dal passato ma completamente rivisitata, visto che parliamo di un gigante dell’animazione giapponese e quindi il suo stile è comunque inconfondibile.
Come accennato Tokyo Godfathers si pone come una sorta di “Canto di Natale” rivisitato e adattato ai tempi moderni raccontando comunque un’altra storia rispetto a quella di Dickens, ma nonostante tutto il cuore sembra essere quello.
Ispirazioni e rielaborazioni
Insieme a tutto questo abbiamo l’ispirazione al romanzo di Kyne e l’incarnazione registica e totale di Kon, che nonostante racconta di vite spezzate e distrutte, riesce a trasmettere il cuore e la vera anima di queste feste, opponendosi a quelle pellicole troppo materialiste e concentrate sulla parte “fisica” di questo periodo.
Inserire tre protagonisti senzatetto di certo è una scelta ponderata al fronte dell’altra controparte cinematografica “In nome di Dio”, il film di John Ford che vede tre fuorilegge al posto dei tre barboni rappresentati da Satoshi Kon. Il libro invece mette al centro della vicenda tre rapinatori.
Questo per confermare e chiarire che nonostante la pellicola di Kon sia ispirata a un film e un libro, i protagonisti non hanno nulla a che fare con questi ultimi, e il tutto è completamente originale, specie se consideriamo la caratterizzazione dei personaggi, i dialoghi e le vicende concatenate.
La dolcezza e il valore del “niente”
Tokyo Godfathers da valore al “niente” ed elimina tutto quello concerne allo shopping natalizio, i cenoni con le tavole imbandite, i regali e tutto quello comprensivo del concetto materialistico collegato a questo periodo.
Infatti come accennato i protagonisti del film sono tre senzatetto che per caso trovano una bambina nell’immondizia durante la Viglia di Natale. Abbiamo Gin, un uomo spezzato dalla vita caduta in preda dell’alcolismo, Hana, una donna trans vittima delle conseguenze della sua vita e Miyuki, una ragazzina scappata di casa.
Tre vite diverse con passati diversi e un presente identico, visto la presenza della neonata che indubbiamente cambierà le vite dei protagonisti donandogli anche una visione diversa della loro attuale esistenza.
Da come potete intuire Kon ci racconta della parte povera e distrutta della società, costretta a vivere in maniera misera quelle che dovrebbero essere delle feste spensierate e di rivalsa. Come accennato il regista da valore alla miseria e la povertà, dimostrando e ampliando il vero valore della vita e delle cose veramente rilevanti.
Un film dal cuore grande e dall’animo profondo che non lascia spazio al denaro, le auto, lo shopping, i regali e tutto quello comprensivo di queste festività, veicolando così dei forti messaggi ancora oggi troppo occultati e dimenticati da chi ha forse anche troppo dalla vita, nascondendo tutto questo sotto un tappeto fittizio mascherandolo con un sorriso.
Tokyo Godfathers: la favola natalizia e il valore del “niente” di Satoshi Kon
Gin, Miyuki e Hana non sono perfetti ma anzi, forse sono talmente distanti da questo concetto che proprio per questo li sentiamo sempre più vicini a noi: esseri imperfetti, spesso presuntuosi, convinti di essere sempre superiori elevandoci al prossimo e nascondendo le nostre emozioni e i nostri errori.
I tre protagonisti non hanno nulla di materiale ma passo dopo passo all’interno della loro avventura mostreranno le loro ricchezze interiori, estrapolate dal loro passato complesso e arduo da superare.
I loro errori e le loro azioni hanno costruito la loro persona e la loro anima, capace di salvare la vita a una neonata abbandonata durante la notte di Natale. Personaggi unici, complessi e sfaccettati compongono un quadro molto ampio e unico, veicolatore di messaggi importanti e purtroppo persi nel corso del tempo.
Molto spesso ci abbandoniamo alla mediocrità della vita e diamo spazio a delle cose secondarie che si tramutano in primarie, lasciando indietro il valore dell’esistenza.
L’emotività, l’empatia e le emozioni umane vengono messe al centro del film e sotto una regia attenta e ispirata di Kon diventa una coreografia perfetta tra dialoghi, colpi di scena, caratterizzazioni e tanto altro.
Conclusioni Tokyo Godfathers
Tokyo Godfathers è una favola natalizia che non lascia spazio alle classicità incentrata sul valore materiale delle cose, donando allo spettatore qualcosa a livello emotivo che va oltre il denaro o del valore complessivo di una vacanza o una cena fuggitiva.
A volte dovremmo mettere tutti sullo stesso piano e dare valore a qualcuno o qualcosa che spesso non vediamo per via del nostro egoismo e del nostro orgoglio. Il film di Kon mette al centro anche la capacità di chiedere scusa, tornare indietro per dare uno sguardo ai nostri errori e alla possibilità di rimediare a essi.