One Piece: RED, il buono ma altalenante servizio del TG5
One Piece: RED, il buono ma altalenante servizio del TG 5 sul film
Pubblicato il 7 Dicembre 2022 alle 08:38
One Piece: RED ormai è al cinema, e successivamente alla versione sottotitolata ecco che il primo dicembre il lungometraggio è approdato nelle sale italiane con la sua solita controparte doppiata, portando al cinema chi ha evitato la prima versione del film.
Per festeggiare il traguardo anche il TG 5 ha deciso farne un servizio televisivo, regalando al pubblico comunque un buon servizio che attesta e conferma ancora una volta la valenza in tutto il mondo dell’opera di Oda, e di come essa smuova anche dei media come i telegiornali nazionali.
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Per la prima volta dopo tanti anni la giornalista non compie nessun errore nel lanciare il servizio, dato che parla di RED come film di animazione tratto da uno dei manga più famosi e amati al mondo, e su questo non ci piove.
Tutto è incastrato alla perfezione e i dati sulla regia e sulle origini del manga sono esaustive, oltre che corrette. Finalmente un servizio come si deve che purtroppo intoppa verso la fine.
Infatti nonostante si mantenga intatto anche il nome di “Luffy” lasciando ancora una volta in pace lo storico nome “Rufy”, ecco che arriva la gaffe riguardante Uta e la sua doppiatrice. Nel video concesso tramite New Click visionabile in calce apprendiamo tutta la vicenda.
Nel servizio si nomina la pop-star nipponica “Ado” una delle personalità più amate in Giappone, che presta la sua voce alla stessa Uta all’interno della versione originale del film.
Allo stesso tempo la cantante si presta al personaggio solamente nelle parti cantante e non nelle linee di dialogo, visto che in quel caso subentra un’altra doppiatrice, quindi in totale sono due a occuparsi di Uta nella versione giapponese del film.
One Piece: RED, il buono ma altalenante servizio del TG 5
Sicuramente un buon servizio di questo ne prendiamo atto, e di certo questo insignificante errore non costa molto al lavoro complessivo, specie se consideriamo quanto fatto in precedenza da questo genere di servizi, dove vigeva la disinformazione e in un certo senso anche l’avversione verso questo medium.
I tempi cambiano e tutti devono adattarsi in una maniera o nell’altra.