Il Diario della mia Scomparsa: il drammatico gag/manga dell’autore di Pollon

Il Diario della mia Scomparsa: il drammatico gag/manga dell'autore di Pollon, un manga biografica che narra la sua triste storia

Pubblicato il 9 Settembre 2022 alle 07:00

Il Diario della mia Scomparsa è un manga conosciuto da tutti gli appassionati del genere, dato che è firmato dal celebre Hideo Azuma, conosciuto in Italia per l’anime di Pollon; diciamo anime perché in Italia l’autore era ed è associato a quel personaggio nonostante i suoi infiniti lavori svolti nel corso degli anni.

Hideo Azuma ad oggi non è di certo conosciuto come Oda, Toriyama o altri ma anzi, questo sentore di essere di “nicchia” il mangaka lo ha avuto fin dall’inizio della sua carriera, dove quest’ultima lo ha condotto in un vortice di stress e depressione senza fine in sostanza.

Il mondo dei mangaka come ben sapete è un ambiente stressante, preciso, netto e quasi non ammette errori; sostanzialmente specie se parliamo delle grandi riviste l’unico obiettivo è vendere, il resto arriva dopo.

Specializzato in manga Lolicon (storie avente protagoniste in età infantile) Azuma non ha mai trovato se stesso in quel genere, nonostante era la sua principale fonte di ispirazione.

Questo Azuma lo subiva ogni giorno ed a ogni fallimento perdeva non solo la fiducia del suo editori, ma anche quella di se stesso, trascinandosi in un vortice di solitudine senza fine.

Un breve e piccolo successo lo ottenne appunto con Nanà Supergirl oppure Pollon, ma sostanzialmente la sua carriera non decollava.

Anche i successi dei titoli appena citati alla fine non sono serviti per coronare la sua carriera, specie se consideriamo che il nome di Hideo Azuma non è conosciuto quasi da nessuno esterno dal settore (contando anche gli appassionati ndr).

Chiaro, di certo la fama non è tutto è il buon lavoro è il genio artistico è sempre ben accetto, ma non serve questo articolo per dirvi che in primis le grandi riviste giapponesi puntano sulla loro fama e non sulla storia o sull’autore, quindi se non riesci ad esplodere con la tua storia e portare fama alla rivista puoi anche considerarti una “nullità” a detta degli editori.

Il Diario della mia Scomparsa: il drammatico gag/manga dell’autore di Pollon

Gli anni passavano e Azuma “assorbiva” spesso e volentieri tutto questo trovando la sua strada nel percorso oscuro dell’alcolismo, dipendenza che purtroppo lo accompagnerà per tutta la sua carriera ed anche la sua vita; specie se consideriamo che ad un certo punto della sua esistenza per il mangaka esisteva solo l’alcol neanche più sua moglie.

Oltre il genere Lolicon Azuma si dedicava ad opere nosense e sci-fi dalle tinte sensuali: Futari to Gonin (Due ragazzi e cinque vicine di casa), Yakekuso tenshi (Un angelo disperato), Parallel kyoshitsu (La pazza aula parallela), Methyl-Metaphysik, Fujôri Nikki (Diario assurdo) sono alcune delle sue storie, anche riconosciute a livello nazionale grazie all’assegnazione di alcuni premi.

Improvvisamente però l’uomo esplose letteralmente e durante una giornata dura si ubriacò e tentò il suicidio. Il ramo spezzandosi condusse Azuma all’interno di un bosco nascosto salvandogli la vita.

Da quel momento il mangaka decise di non tornare più alla civiltà, decise di non sopportare o affrontare quei ritmi assordanti del suo lavoro, che alla fine dei conti secondo il suo parere non aveva portato assolutamente a nulla.

Girando e bazzicando su strade quasi senza vita l’artista andava alla ricerca di cibo, sigarette, alcol e tanto altro per mantenersi vivo, senza dar conto a nessuno senza stressarsi e affrontare la vita assordante del creatore di manga; quella vita che da 10 anni ormai era diventata una vera e propria “corona di spine”.

La ricerca della solitudine e il distaccamento dal mondo

Questa scelta fu principalmente seguita da Azuma per via della sua gabbia mentale e fisica che da anni lo opprimeva costringendolo a creare, pubblicare e fallire seguendo quanto detto dagli altri e non da lui; questo è stato il grande motivo dietro la scelta di Hideo Azuma di diventare un vero e proprio vagabondo.

Era un essere umano aveva delle dipendenze, ed è stato sconfitto come tutti noi d’altronde e la sua scelta per riprendersi è caduta purtroppo (o per fortuna a detta del mangaka) su quella del vagabondaggio che col senno di noi ha apprezzato alla grande (stando a quanto detto da Azuma nelle sue ultime interviste ndr).

Il Diario della mia Scomparsa: il drammatico gag/manga dell’autore di Pollon

Quel senso di libertà dovuto al vagabondaggio alla fine era prevalso in Azuma, visto che per un tasso longevo di tempo la sua strada è stato il mondo intorno a lui estraneo dai ritmi urbani, un mondo che rispondeva solamente alle sue naturali richieste, senza pretendere né volere nulla in cambio. Hideo Azuma sembrava aver trovato la sua vera casa.

Questa storia è raccontata in una delle sue opere più celebri ovvero Il Diario della mia Scomparsa, che per ironia della sorte è diventata un successo in tutto il mondo, facendo conoscere il nome dell’autore ancora di più rispetto da quanto fatto con le sue opere precedenti.

Tutte le vicende narrate in questo articolo sono state raccolte appunto, leggendo questo manga e quindi tutto quanto esplicato rasenta la realtà; alcune descrizioni e affermazioni su Azuma sono tratte dall’intervista presente sempre nel volume in questione.

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