Prey: recensione del film prequel di Predator su Disney Plus
Il film è disponibile direttamente in streaming dal 5 agosto 2022.
Pubblicato il 5 Agosto 2022 alle 21:30
Titolo originale: Prey
Diretto da: Dan Trachtenberg Scritto da: Dan Trachtenberg, Patrick Aison
Cast: Amber Midthunder, Dakota Beavers, Dane DiLiegro, Stormee Kipp, Michelle Thrush, Julian Black Antelope
Produzione: 20th Century Studios, Davis Entertainment, Lawrence Gordon Productions
Distribuzione: Disney Plus Star, 5 agosto 2022
Un altro arrivo atteso e temuto questo weekend in streaming: Prey, l’action-thriller targato 20th Century Studios, presentato in anteprima italiana a Giffoni e ora disponibile direttamente in piattaforma dal 5 agosto su Disney Plus Star, che di fatto è un prequel sui generis della saga di Predator.
Prey: recensione del film prequel di Predator su Disney Plus
Dan Trachtenberg (The Boys, 10 Cloverfield Lane) decide di cambiare registro con una felice intuizione, ambientando Prey 300 anni fa nella Nazione Comanche, mettendo al centro una giovane donna di nome Naru (la “prey”, “preda” del titolo, spostando quindi la bussola del punto di vista dal consueto Predatore), medico competente per la propria tribù ma ancora acerba nel combattere (deve ancora passare il proprio rito di iniziazione).
Cresciuta all’ombra di alcuni dei più leggendari cacciatori che si aggirano per le Grandi Pianure, Naru (una azzeccatissima Amber Midthunder che avevamo già avuto modo di apprezzare in Legion) intende proteggere la sua gente quando un pericolo minaccia il suo accampamento. Ciò che pensano sia un predatore comune però, si rivelerà un Predator ante litteram di quello visto negli altri film del franchise (con una tecnologia meno sviluppata per ovviare al gap generazionale).
La tematica della preda e del predatore viene riportata alle più crude e sanguinolente origini, sfruttando moltissimo l’ambiente circostante. Sembra quasi di vedere un The New World action thriller, con Naru e il misterioso e minaccioso predatore che si spiano guardinghi, attendono in agguato, si rincorrono, si attaccano, si difendono, si ingegnano per fermarsi a vicenda una volta per tutte. Prey è quasi un documentario sugli animali in versione fiction e antropomorfa.
La tensione narrativa, dopo una presentazione iniziale di personaggi e location, cresce sempre più fino all’epilogo finale, non volendo lasciare troppo respiro allo spettatore, e tenendolo sempre sul “chi va là”, sfruttando moltissimo il comparto sonoro della natura circostante e le tradizioni Comanche, così come il cast che compone la tribù: l’esordiente Dakota Beavers nei panni del fratello di Naru, Stormee Kipp (Sooyii), Michelle Thrush (The Journey Home) e Julian Black Antelope (Tribal). Anche Dane DiLiegro (American Horror Stories) fa un ottimo lavoro di mimesi nel diventare Predator e nel mostrare il suo punto di vista rispetto a quello della protagonista.
La sceneggiatura asciutta di Patrick Aison serve allo scopo: Prey va avanti per immagini più che per dialoghi, per rumori di sottofondo, per respiri affannosi, per primi piani e cambi repentini di inquadratura, pur con qualche CGI di troppo ma che non disturba la visione complessiva della pellicola. Prey è insomma un tassello importante e sorprendente del franchise, che trova qualcosa di nuovo da dire perché ribalta il punto di vista e torna alle origini della “caccia”. Chissà se sarebbe stata a questo punto un’appagante visione in sala, per il primo film della saga di Alien e Predator a non uscire anche al cinema.
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In Breve
Giudizio Globale
7.5
Sommario
Un survival movie che torna alle origini non solo del Predator ma dell'esperienza cinematografica, nel cuore della foresta selvaggia, minimalista e allo stesso tempo estremo, crudo, sanguinolento.