The Sandman: recensione della serie Netflix dal fumetto di Neil Gaiman
La serie è adattata per la tv da David S. Goyer ed è disponibile dal 5 agosto sulla piattaforma.
Pubblicato il 5 Agosto 2022 alle 20:00
Titolo originale: The Sandman
Creata da: Neil Gaiman, David S. Goyer, Allan Heinberg Basata sul fumetto di: Neil Gaiman, Sam Kieth, Mike Dringenberg
Cast: Tom Sturridge, Gwendoline Christie, Vivienne Acheampong, Boyd Holbrook, Charles Dance, Asim Chaudhry, Sanjeev Bhaskar, Kirby Howell-Baptiste, Mason Alexander Park, Donna Preston, Jenna Coleman, Niamh Walsh, Joely Richardson, David Thewlis, Kyo Ra, Stephen Fry, Razane Jammal, Sandra James Young, Patton Oswalt, Mark Hamill
Produzione: The Blank Corporation, Phantom Four, DC Entertainment, Warner Bros. Television
Distribuzione: Netflix, 5 agosto 2022
“Sogno o son desto?” È quello che viene da chiedersi durante la visione di The Sandman di Netflix, attesissimo e temutissimo adattamento di uno dei fumetti che hanno fatto la storia, quello di Neil Gaiman, Sam Kieth e Mike Dringenberg. I 10 episodi che compongono la prima stagione sono su Netflix dal 5 agosto e noi li abbiamo visti in anteprima e vi diciamo cosa aspettarvi senza spoiler.
The Sandman ha avuto sempre una grande caratteristica come fumetto (e non stiamo parlando da puristi): era intrasportabile nell’audiovisivo. Per la costruzione complessa e stratificata tipica di Neil Gaiman, per l’assoluta suggestione delle immagini che crea la sua “magia su carta”, eppure Netflix il colosso dello streaming ha voluto provarci, rischiando moltissimo.
Il pilot è un inizio incerto, che deve dare moltissime informazioni agli spettatori che non hanno mai letto non solo il graphic novel originario ma magari neanche una pagina di Gaiman scrittore in vita loro: procede quindi in ordine cronologico, quando invece la controparte cartacea, proprio come in American Gods, dava allo spettatore il compito di mettere insieme i tasselli del puzzle anche molto in avanti nella narrazione.
Negli episodi successivi però, pur tra alti e bassi, questo The Sandman trova una propria strada e una propria quadra, equilibrando la parte complessa e stratificata a quella più magica e sentimentale, che racconta di regni ultra-terreni che controllano l’umanità e degli Eterni (sì, proprio quelli che abbiamo visto nel film Marvel).
Un serial scritto da David S. Goyer del Cavaliere Oscuro di Nolan (e di quel Constantine che appare qui in versione femminile con una frizzante Jenna Coleman), messo insieme da Allan Heinberg e supervisionato dallo stesso Gaiman – che evidentemente dopo l’esperienza su Prime Video di American Gods ha voluto mettere le mani avanti per proteggere la propria creatura.
La supervisione di Gaiman è palese per come è stato reso il Regno del Sogno e anche gli altri, e i viaggi ultraterreni del protagonista magnificamente interpretato da Tom Sturridge e dal resto del cast, rendendo giustizia alla controparte cartacea che lavora di suggestioni più che di immagini: una resa visiva non sempre impeccabile (con qualche costume “effetto cosplay”) ma che si può perdonare considerando che siamo all’inizio e che la produzione è stata lunga e sofferta per riuscire ad arrivare dove siamo oggi.
The Sandman: di cosa parla la serie dal fumetto di Neil Gaiman?
Ma di cosa parla la serie? Proprio come nel fumetto, The Sandman alterna il viaggio di Sogno (Sturridge) – il Re del Sogno imprigionato per oltre un secolo che una volta liberato vuole riappropriarsi degli strumenti di lavoro che gli sono stati rubati e soprattutto ristabilire l’ordine cosmico – a quello degli altri personaggi, che attraverso i secoli vedranno la propria vita legarsi a sorpresa e in vario modo con quella del protagonista.
Anche in questo caso, giocoforza, il ritmo è sbilanciato e forse una costruzione narrativa più complessa e stratificata sarebbe stata preferibile, ma allo stesso tempo apprezziamo il lavoro di taglia e cuci fatto per renderla accessibile a tutti gli spettatori.
Un aspetto su cui The Sandman di Netflix sicuramente fa centro è il rapporto di Sogno coi propri fratelli, gli altri Eterni: Morte, Desiderio, Disperazione, e così via. Soprattutto quell’incontro-dialogo con sorella Morte (una dolcissima Kirby Howell-Baptiste), o l’episodio tutto ambientato nella tavola calda (“24/7”) , con un David Thewlis sempre più mefistofelico nei ruoli che sceglie.
Forse, insomma, dopo American Gods e Good Omens, Neil Gaiman ha finalmente trovato la propria strada in tv.
In Breve
Giudizio Globale
8.0
Sommario
Un adattamento impossibile che inizia in modo incerto ma poi trova una propria strada, che rende giustizia al mondo onirico creato da Gaiman nel fumetto originario, e quasi quasi ci fa sperare in un prosieguo.