The Gray Man: recensione del film Netflix dei Fratelli Russo con Chris Evans
Il film è uscito in cinema selezionati dal 13 luglio ed è disponibile su Netflix dal 22 luglio.
Pubblicato il 22 Luglio 2022 alle 20:30
DIRETTO DA: Anthony Russo, Joe Russo
SCRITTO DA: Joe Russo, Christopher Markus, Stephen McFeely
PRODOTTO DA: Joe Roth, Jeffrey Kirschenbaum, Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Chris Castaldi
PRODUTTORI ESECUTIVI: Patrick Newall, Christopher Markus, Stephen McFeely, Jake Aust, Angela Russo-Otstot, Geoff Haley, Zack Roth, and Palak Patel
BASATO SUL BEST SELLER: The Gray Man di Mark Greaney, edito in Italia da Newton Compton Editori
CAST: Ryan Gosling, Chris Evans, Ana de Armas, Jessica Henwick, Wagner Moura, Dhanush, Billy Bob Thornton, Alfre Woodard, Regé-Jean Page, Julia Butters, Eme Ikwuakor, Scott Haze
DISTRIBUZIONE: Netflix, 22 luglio 2022
Netflix sembra aver creato un proprio filone action con i propri film originali. Così dopo 6 Underground, The Old Guard, Tyler Rake e arriva sulla piattaforma The Gray Man, il film in cui i registi Joe & Anthony Russo ritrovano Chris Evans dopo i due Captain America e i due Avengers, insieme a Ryan Gosling, e Ana De Armas.
The Gray Man: un action senza respiro su Netflix
Il carisma del trio protagonista – insieme al sempre meraviglioso Billy Bob Thornton, che lavora di sottrazione – è l’unico elemento davvero salvabile del film, insieme a qualche sequenza action ben congeniata ma che si perde nel marasma generale. Il Gray Man del titolo è l’agente della CIA Court Gentry (Gosling), conosciuto anche come Sierra Six. Strappato da un penitenziario federale e reclutato dal suo responsabile, Donald Fitzroy (Thornton), Gentry in passato era un mercenario autorizzato dall’Agenzia altamente qualificato.
Ma ora la situazione è ribaltata ed è la stessa agenzia a voler eliminarlo, per ordine del giovane capo senza scrupoli (Regé-Jean Page, il Duca di Bridgerton). Per farlo l’agenzia ha arruolato sottobanco Lloyd Hansen (Evans), un ex agente della CIA che fa il lavoro sporco che gli altri non vogliono fare, e che non si fermerà davanti a nulla per eliminarlo. Al suo fianco, oltre a Fitzroy e alla di lui nipote malata con cui ha un rapporto speciale, Six ha l’agente Dani Miranda (de Armas).
Il film non ha una sceneggiatura e una storia solide, se non quei pochi frammenti che vi abbiamo qui riassunto, si rifà a una struttura da spy story internazionale che vede i personaggi viaggiare con grande facilità e velocità da un campo all’altro del globo, senza soluzione di continuità e senza un attimo di respiro per i protagonisti. Per quanto rientri nei canoni del genere, ci vuole un minimo di verosimiglianza, di storia effettiva da raccontare e di “pausa” tra una sequenza e l’altra, altrimenti si finisce per rimanere vittime come spettatori del fracasso continuo.
Infatti se questo film viene visto su piattaforma sul divano di casa e non al cinema, come succederà per la maggior parte del pubblico, il rischio è di mettere in pausa frequentemente la visione per respirare un attimo, cosa impossibile da fare in sala ovviamente.
Se rispetto agli altri titoli citati The Old Guard si poteva appoggiare sulla deriva mitologica della storia, qui c’è davvero poco a cui appigliarsi. Citiamo giusto il fascino che i tre attori protagonisti riescono a provocare – non andando però molto oltre questo – un villain (anzi, una nemesi) un po’ troppo macchiettistico interpretato da Evans, una sequenza al cardiopalma con protagonista un tram in piena piazza all’aperto, qualche guest star piazzata in modo più o meno tattico come Alfre Woodard e una regia che sfrutta tutta l’azione possibile ma allo stesso tempo è come se sparisse dall’identità a cui i Fratelli Russo ci hanno abituato in altri lavori.
The Gray Man disponibile su Netflix, lo ricordiamo, è basato sull’omonimo best seller scritto da Mark Greaney edito in Italia da Newton Compton Editori.
In Breve
Giudizio Globale
5.5
Sommario
Un film che è un continuum di action senza respiro, che sembra uscito dallo stampino dei film Netflix come 6 Underground e The Old Guard, in cui a salvarsi è solamente il carisma dei protagonisti.