Boruto: un noto personaggio di Naruto “fa parte della comunità” LGBTQIA+
Boruto: un personaggio di Naruto "classico" fa parte della comunità LGBTQIA+
Pubblicato il 15 Luglio 2022 alle 10:00
Sebbene siamo a conoscenza che Naruto non abbia praticamente nessun personaggio LGBTQIA+ canonico, Boruto ha ribaltato le carte in tavola a tal proposito.
Per quanto a livello di trama questa rivelazione possa essere difficile da gestire, la serie sequel ha confermato che il classico cattivo Orochimaru è in realtà genderfluid.
Orochimaru è sicuramente uno dei villain più noti in Naruto. Per tutta la serie originale infatti quest’ultimo è stato ossessionato dall’idea di ottenere l’immortalità attraverso lo scambio di corpi con i ninja più potenti, cercando sempre la sua forma perfetta.
Da come sapete o forse no, questo è avvenuta sia con Sasuke che con Itachi, ma i due fratelli sono riusciti ad evitare danni permanenti evitando di essere completamente sostituiti.
Nonostante i numerosi successi e le battaglie perse il villain ha sempre trovato il modo di ritornare dalla morte, come ad esempio introducendo il clone/figlio da lui stesso creato Mitsuki.
Nel capitolo 3.5 di Boruto, i lettori imparano a conoscere meglio Mitsuki e il suo rapporto con Orochimaru. Dopo aver preso conoscenza all’interno del laboratorio di Orochimaru con la memoria assente, il ragazzo pone una domanda rilevante al malvagio creatore: “Chi sei? Mia madre o mio padre?” il villain risponde che questa domanda è irrilevante.
Una scena simile nell’anime dona maggiore conferma, con Orochimaru che dice di essersi rappresentato sia come uomo che come donna, aggiungendo e ribadendo di come questo non sia importante ai fini del suo obiettivo.
Sebbene l’inclusione di un personaggio canonicamente genderfluid in Naruto sia lodevole, il fatto che si tratti di Orochimaru è una cosa più complessa da gestire, per via del suo enorme background.
Boruto: un noto personaggio di Naruto “fa parte della comunità” LGBTQIA+
Di certo Orochimaru non è una scelta “pura” per abbracciare la comunità LGBTQIA+ visto e considerato che difficilmente qualcuno si possa immedesimare in lui.
D’altro canto Naruto non ha mai inserito alcun personaggio che avesse un’identità di genere non binaria e quindi da questo punto di vista la storia si sta ampliando.
Allo stesso tempo, in un roster come quello di Naruto è strano che gli autori abbiano scelto proprio il sadico villain come primo esempio di varietà di genere, visto che difficilmente qualcuno potrebbe immedesimarsi.