Thor Love and Thunder, Natalie Portman: “Non era facile smettere di ridere sul set, Taika vuole sperimentare”
Il film è al cinema dal 6 luglio 2022 con The Walt Disney Company.
Pubblicato il 7 Luglio 2022 alle 19:00
Thor Love and Thunder è al cinema (qui la nostra recensione) e a presentarlo a Roma è arrivata Natalie Portman, che in questo quarto capitolo dedicato al Dio del Tuono di Chris Hemsworth, torna protagonista nei panni di Jane Foster e della Potente Thor, che imbraccia il Mjöllnir. Un film che, come Thor Ragnarok, continua su quello humour a tratti demenziale di Taika Waititi aggiungendo una parte drammatica legata proprio alla storia di Jane.
“Lo humour è una parte importantissima del lavorare con Taika – nel film viene scherzosamente confusa con Jodie Foster e Jane Fonda, due delle attrici preferite della Portman – perché lui porta creatività e spontaneità ed è quello che vuole da tutti noi sul set, ci ha inoltre ricordato quanto abbiamo bisogno adesso di humour e di una bella risata, dati i tempi che stiamo vivendo, e quasi ce lo eravamo dimenticati quanto potesse essere importante e generoso da parte nostra come attori“, ha detto Natalie Portman incontrando la stampa.
“La comicità di Taika è sempre gentile” – ha spiegato poi Portman – “e mai a discapito di qualcuno, ed è così anche nella vita reale non solo in sceneggiatura e sul set. Ci vuole molta intelligenza secondo me per riuscirci, combinando lo humour ‘strambo’ alla gentilezza genuina”.
Della “nuova” Jane Foster che vediamo in questo quarto film ha apprezzato la dualità, dolce e forte, perché “fatico a immedesimarmi con una donna che è sempre forte, quindi ammiro queste qualità ma adoro le sue insicurezze e il suo lato vulnerabile, lo trovo più umano e più femminista francamente. Affronta qualcosa di molto difficile e spaventoso in questa pellicola e deve trovare la propria strada e un senso a ciò che le sta accadendo, perché non può controllarlo.
Dieci anni fa quando firmai per interpretare un’astrofisica donna in un film di questa portata, anche se non è il tema principale, fu per me eccitante avere quel tipo di rappresentazione. Le donne impegnate nella scienza sono ancora troppo poco rappresentate e in realtà la Marvel ha creato un programma negli Usa proprio per supportare le ragazze interessate alle discipline scientifiche.
Tra l’altro nel 2009 quando girammo il primo film non sapevo sarebbe diventata una supereroina, dato che i fumetti a cui ci ispiriamo sono usciti solo nel 2015, quindi per me è stato un dono poter interpretare entrambi questi aspetti del personaggio. Durante le riprese di Thor Love and Thunder ho compiuto quarant’anni ed è incredibile che abbiano scelto me, un’ebrea madre di due bambini e alta 1,60 per interpretare una Dèa bionda (ride)“.
Sulla preparazione per il film ha raccontato: “Di solito mi piace prepararmi molto per un ruolo, arrivare sul set già preparata in stile Susan Sontag, ma Taika invece crede molto nell’improvvisazione e questo mi faceva molta paura ma ho dovuto imparare a lasciar andare. In fondo affrontiamo degli alieni e molto lo facciamo sul green screen, ma il metodo di Waititi mi ha permesso di ritrovare la gioia di quando avevo cinque anni che è un po’ anche l’essenza del nostro lavoro, e quindi una volta imparato a lasciar andare mi sono divertita molto”.
Continua: “E’ bellissimo essere una supereroina oggi in un mondo in cui ce ne sono tante, anche se non abbastanza, in questo film abbiamo la fortuna di essere in due insieme a Tessa (Thompson, interprete di Valchiria, ndr), ma non dovrebbe essere una fortuna o ‘incredibile’, dovrebbe essere la normalità. E’ importante per tutti i bambini vedersi rappresentati indipendentemente dal genere, dovrebbero immedesimarsi per le emozioni che provano e il loro carattere, non per l’aspetto demografico. Quando ero piccola io, la supereroina era una sola e non c’era molta scelta su chi fare riferimento”.
A proposito del pubblico giovane, la Portman pensa che il messaggio migliore del film possa essere l’amore in tutte le sue forme, amore romantico, genitoriale, tra amici, amor proprio, amore per il proprio lavoro… e per fortuna i suoi figli sono empatici di natura verso il prossimo, dato che è ciò che cerca di insegnare loro ogni giorno!
Dato che si parlava dell’aspetto umoristico che è la cifra stilistica di Waititi, c’è una sequenza in particolare che ricordi sul set in cui non riuscivate a smettere di ridere?
Questa è una bella domanda (ride)… in realtà più di qualcuna! Gran parte del lavoro sul set è stato mantenere una faccia di bronzo durante certe scene, con le parole che uscivano dalle bocche di Taika, di Tessa, di Chris! Sto cercando di pensare ad una sequenza in particolare ma non ci riesco. La sfida però anche nelle scene drammatiche, perché lui vuole sempre qualcosa di diverso e preferisce fare molti take su idee diverse, per poi scegliere in fase di montaggio. E’ praticamente come se stessi facendo un film sperimentale ma allo stesso tempo poi ti rendi conto del grosso budget a disposizione!
E per il futuro di Jane Foster/La Potente Thor cosa ci dobbiamo aspettare? Natalie Portman non ne ha davvero idea. Lei, Taika Waititi e Chris Hemsworth anzi quando hanno visto quella scena finale si sono detti “Ah ma tu lo sapevi? No? Nemmeno io” (ride). Quel furbacchione di Kevin Feige ha colpito ancora.
E il futuro di Natalie Portman? “Mi piacerebbe dirigere nuovamente, ci sto lavorando ma ancora non ho trovato il progetto giusto quindi non ne posso ancora parlare. Sto producendo la serie Lady in the Lake per Apple Tv+, sto cercando nuovi modi per usare la mia voce insomma. In fondo per trent’anni ho fatto più o meno sempre la stessa cosa, ovvero essere l’acqua nel contenitore di qualcun altro, che plasmano a proprio piacimento, mentre ora vorrei essere la persona che crea il contenitore. Un modo nuovo per utilizzare la mia esperienza, più che sguardo femminile io credo nell’esperienza femminile, come quella particolare e unica di scrittrici italiane come Natalia Ginzburg e Elena Ferrante“.
“Mai smettere di lottare” diceva la madre a Jane nel film, se lo sarà detto anche la Portman a se stessa nel corso della propria vita/carriera? – non quelle esatte parole, ma i momenti ‘no’ li hanno tutti, professionali e personali, ma è in quei momenti che bisogna rimboccarsi le maniche e non darsi per vinti. “Penso sia una caratteristica da istinto di sopravvivenza che tutti abbiamo, e anche sana. In fondo le generazioni precedenti alla mia hanno dovuto affrontare sfide molto più difficili di quelle che ho dovuto affrontare io. Al giorno d’oggi ho paura di un sacco di cose, dal Covid alle armi, alle folle”.