Illuminati – Dare forma all’universo | Recensione del volume Marvel Deluxe
Le origini e le azioni della società segreta dei supereroi lungo la storia Marvel
Pubblicato il 27 Giugno 2022 alle 09:30
Autori: Brian Michael Bendis, Alex Maleev, Jim Cheung
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: America
Prezzo: € 22,00
Cartonato a colori 18.3×27.7 – 168 pagine
Data di pubblicazione: 12/05/2022
Dopo l’apparizione in Doctor Strange Nel Multiverso della Follia gli Illuminati sono tornati in primo piano tra gli appassionati Marvel, e Panini ne approfitta per riproporre le prime storie di questa società segreta di supereroi in un volume Marvel Deluxe, per la precisione lo special New Avengers: Illuminati del 2006 e la successiva miniserie in cinque numeri dallo stesso titolo uscita nel 2007.
Il concetto degli Illuminati Marvel è stato introdotto da Brian Micheal Bendis alla vigilia di Civil War, nello special New Avengers: Illuminati che rivelava come lungo la storia del Marvel Universe una congrega clandestina di supereroi particolarmente influenti si sono coordinati per gestire al meglio le questioni riguardanti il futuro del pianeta.
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Lo special, disegnato con lo stile realistico e graffiato di Alex Maleev, racconta la prima riunione tra Iron Man, Black Panther, Doctor Strange, Namor, Mr. Fantastic e Freccia Nera. In questa storia Bendis dà il meglio di sé, mettendo in scena un lungo dialogo tra questi vari eroi all’indomani della guerra Kree-Skrull in cui discutono di come la relativamente giovane comunità supereroistica dovrebbe organizzarsi per garantire effettivamente la protezione della Terra.
Il primo incontro si conclude con l’accordo di formare una sorta di gruppo segreto in maniera da scambiarsi informazioni e coordinare le proprie azioni, senza dover rispondere ad altri. Questa decisione però causa l’alloantanamento di Pantera Nera, che rifiuta di entrare in un gruppo in cui è evidente il pericolo di una deriva autocratica.
Gli eventi a cui assistiamo, come la decisione di esiliare Hulk nello spazio, sembrano dare ragione a T’Challa, e la spaccatura finale del gruppo avviene alla vigilia di Civil War, quando Iron Man afferma che intende appoggiare la registrazione dei superumani, trovando l’appoggio di Reed Richards ma la ferma opposizione di Strange, Namor e Freccia Nera.
Il successo del concetto di società segreta dei supereroi introdotto nello speciale ha spinto quindi la Marvel ha realizzare una miniserie che dettagliasse maggiormente gli exploit degli Illuminati, e qui sono sorti i problemi. Bendis è bravissimo nel sollevare questioni ideologiche attraverso i dialoghi, ma un’intera miniserie di supereroi non può basarsi esclusivamente sui lunghi dialoghi ma deve presentare anche dell’azione.
Il disegnatore prescelto per la miniserie, un Jim Cheung in stato di grazia, fa un lavoro straordinario, con tavole dinamiche e d’impatto quando necessario ma espressive e mai troppo statiche nelle sequenze di dialogo, ma purtroppo Bendis non riesce a trovare il giusto bilanciamento nella narrazione.
Vediamo gli Illuminati in azione in vari periodi della storia Marvel, in un’operazione di retrocontinuity ben poco riuscita. Ci sono due metodi per realizzare una miniserie con queste premesse: o si cesella e si incastona alla perfezione la propria storia nelle intersezioni della storia originale, riprendendone i tratti caratteristici ed aggiornandoli (nello stile dei lavori di Kurt Busiek o Peter David, per esempio), oppure si ha un approccio rivoluzionario e dirompente, stravolgendo e rimodernando le storie originali, con punti di vista inediti e rivelazioni destabilizzanti, alla Grant Morrison per intenderci.
Bendis galleggia in una soluzione intermedia, senza decidere cosa vuole effettivamente fare con questa miniserie. Eclatante è il caso del terzo episodio, che sembrerebbe voler retconnizzare e praticamente cancellare dalla continuity Marvel Secret Wars II, ma lo fa in una maniera tanto goffa e sconclusionata che lascia solo un enorme punto interrogativo nel lettore che non capisce cosa ha appena letto e cosa dovrebbe significare.
La miniserie ha una ragion d’essere precisa che è rappresentata dal primo e dall’ultimo episodio, che all’epoca sono serviti come prologo e retroscena dello storico evento Marvel Secret Invasion. Nella prima storia vediamo gli Illuminati, poco dopo la loro creazione, compiere un’azione di forza nel cuore dell’Impero Skrull, ma invece che avere un effetto deterrente, avrà effetti deleteri per la Terra, con cui dovranno venire a patti nell’ultimo episodio.
Gli altri tre episodi mostrano il gruppo alle prese con determinati eventi della storia Marvel, ma più che come una società segreta che decide le sorti del mondo superumano, gli Illuminati sembrano più operare come un semplice gruppo di supereroi improvvisato, tipo i Difensori.
E anche le trame sono alquanto inconcludenti: oltre al già citato episodio riguardante l’Arcano e Secret Wars II, li vediamo alle prese con la ricerca delle Gemme dell’Infinito (ricerca che non presenta alcuna vera minaccia per tutto l’episodio), una storia che avrà qualche debole ripercussione solo anni più tardi, e con il tentativo di convincere Marvel Boy, il terrorista kree creato da Grant Morrison nella miniserie omonima il cui sequel non era mai uscito dopo l’abbandono della Marvel da parte dell’autore, a combattere per la Terra, chiamando in causa una fantomatica nobiltà e propensione dell’impero Kree a proteggere la Terra che non ha alcun precedente nella storia Marvel. La storia risulta quasi offensiva nei riguardi del lavoro di Morrison per come banalizza il personaggio e la miniserie originale.
Anche i dialoghi di Bendis, normalmente il suo punto di forza, talvolta risultano scadenti. Nella ricerca di un realismo spesso esasperato, sembraalvolta di assistere alle chiacchere di un gruppetto di amici che fanno il fantacalcio insieme piuttosto che dei leader occulti della società supereroistica. Nonostante al suo interno Bendis inserisca sempre spunti interessanti (ad esempio il dialogo tra Namor e Reed su Susan), fin troppe volte appare fuori registro rispetto al tono della storia raccontata.
Dal punto di vista editoriale, il volume è prestigioso e curato, con una piccola appendice con lo sketchbook di Jim Cheung e tutte le copertine originali. Visti i numerosi riferimenti a storie del passato, avrebbe potuto starci anche qualche nota esplicativa.
In Breve
Storia
5.5
Disegni
8
Cura editoriale
7
Sommario
Un'idea intrigante che non sopravvive al suo sviluppo, gli Illuminati di Bendis deludono le aspettative nello svolgimento della miniserie che segue lo speciale introduttivo nonostante alcuni dialoghi estremamente centrati. I disegni di Maleev e soprattutto di un Jim Cheung ad altissimi livelli regalano momenti memorabili dal punti di vista visivo.