Cip e Ciop Agenti Speciali: recensione del nuovo film Disney Plus
Il film è tratto dalla serie animata omonima anni '80-'90.
Pubblicato il 20 Maggio 2022 alle 17:10
Titolo originale: Chip ‘n Dale: Rescue Rangers
Diretto da: Akiva Schaffer
Scritto da: Dan Gregor & Doug Mand – Basato sulla serie animata omonima
Cast: John Mulaney, Andy Samberg, Will Arnett, Eric Bana, Keegan-Michael Key, Seth Rogen, J.K. Simmons, KiKi Layne
Produzione: Walt Disney Pictures, Mandeville Films
Distribuzione: Disney Plus, 20 maggio 2022
Oramai una tattica che sembra funzionare al cinema come in tv è il prendere in giro l’idea stessa di fare un reboot/revival/remake mentre lo si realizza: è in quest’ottica che si inserisce Cip e Ciop Agenti Speciali, il nuovo film disponibile dal 20 maggio 2022 sulla piattaforma. Il film mescola CGI e animazione tradizionale, insieme a un pizzico di live action, per raccontare cosa è successo 30 anni dopo alle star della serie animata anni ’80-’90 Cip e Ciop.
Qualcuno ha già scomodato Chi ha incastrato Roger Rabbit? definendolo “un Roger Rabbit per le nuove generazioni” per le tematiche affrontate e il misto di tecniche utilizzate, noi preferiamo non scomodare classici disneyani che hanno fatto la storia omaggiando generi come il noir e l’horror, e piuttosto concentrarci sui contenuti di quest’opera ibrida.
Cip e Ciop Agenti Speciali: meta-remake (troppo) pieno di roba
In Cip e Ciop Agenti Speciali, Cip e Ciop vivono tra i cartoni animati e gli umani nella Los Angeles dei giorni nostri, ma le loro vite ora sono molto diverse. Sono passati decenni da quando la loro serie televisiva di successo è stata cancellata, e Cip (doppiato nella versione italiana da Raoul Bova) ha ceduto a una vita di ordinaria quotidianità di periferia come assicuratore. Ciop (doppiato nella versione italiana da Giampaolo Morelli), nel frattempo, ha subito un intervento di chirurgia CGI e lavora nel circuito delle convention nostalgiche, alla disperata ricerca di rivivere i suoi giorni di gloria. Quando un ex membro del cast scompare misteriosamente, Cip e Ciop devono ricucire la loro amicizia spezzata e vestire nuovamente i panni di Agenti Speciali per salvare la vita del loro amico.
Il film è molto più profondo di quanto possa sembrare di primo acchito dalla trama e dal trailer: si deve leggere a strati, dove il primo è la chiave meta-cinematografica e meta-narrativa del concetto di remake, reboot e revival oggi, del prendere in giro quell’operazione per poi farla essi stessi, o meglio farla nella “realtà” per arrivare a volerla realizzare anche nella finzione, un po’ come ha fatto il quinto Scream. La pellicola è anche un omaggio ai buddy movie poliziesco-investigativi e una riflessione sulla fama, su dove porta e dove vorrebbe far tornare, e sul come mescolare amicizia e lavoro possa essere controproducente a volte, che dal punto di vista dei cartoni animati strizza l’occhio a franchise e personaggi come i Looney Toones.
In Cip e Ciop però si va oltre, all’analizzare e sviscerare, tra una battuta e l’altra – che forse in italiano rendono poco, così come i doppiatori, in particolare Morelli dal forte accento napoletano – l’animazione stessa e la sua evoluzione negli anni, da quella in due dimensioni a quella in CGI. È infatti molto coraggioso aver scelto di mostrare continuamente in scena un Cip in animazione classica e un Ciop in animazione 3D, facendo scontrare due mondi apparentemente antitetici e anacronistici. Non solo: viene nominata e soprattutto mostrata ad un certo punto l’animazione sperimentale dei primi anni 2000, in modo da abbracciare un pubblico di tutte le età, che si immerga così nel viale dei ricordi.
Questo viale dei ricordi si percorre anche grazie (o per colpa) dei millemila easter egg presenti nel film, in cui gli spettatori vengono bombardati da camei a non finire: non solo le properties Disney degli ultimi 30 anni ma anche quelle di altre major (un po’ come era stato fatto, eccedendo, nel nuovo Space Jam). Qui resta la coppia protagonista al centro della scena, i mitici Cip e Ciop, non si straborda perché loro non erano ritenuti abbastanza come fatto nell’operazione sequel con LeBron James, e la tecnologia è meta-narrativa, funzionale alla trama. Però purtroppo l’effetto “eccesso” risulta comunque in parte. Per rimanere in casa Disney, come diceva Mary Poppins, “il troppo stroppia“.
In Breve
Giudizio Globale
7.5
Sommario
Un film che ha tantissimi strati in cui leggere la meta-cinematografia del reboot e remake ma anche l'evoluzione dell'animazione, ma che inciampa in troppe frecce nel proprio arco.