Un anno senza Kentaro Miura, la meravigliosa leggenda di Berserk – Speciale
Un anno senza Kentaro Miura, la meravigliosa leggenda di Berserk
Pubblicato il 7 Maggio 2022 alle 15:00
Si vive una volta sola, altre certezze non ne abbiamo!
Il primo volume di Berserk regala fin da subito messaggi profondi, emanati dall’anima e dal cuore tormentato di Gatsu. Un personaggio dannato e senza futuro, che affronta un passato e un presente colmo di sangue, vendetta, solitudine e fantasmi.
Nel 1989 un giovane Kentaro Miura iniziava a dipingere un mondo oscuro e senza luce, capace di ispirare gli artisti del futuro, come avvenuto per l’intera saga di Dark Souls e affini, partoriti dalla mente di Hidetaka Miyazaki e il suo team.
Un tocco stilistico, un design ineccepibile e singolare ha fatto da sfondo ad una storia sfaccetta e sfumata, capace di penetrare e sviscerare l’animo umano, tramite forti messaggi che hanno come tema centrale l’illusione, la violenza, l’egoismo, il libero arbitrio, il potere e la malvagità dell’uomo, che spesso e volentieri combatte contro il destino, perdendo una battaglia che per delle forza più grandi non può essere considerata tale.
L’oppressione e l’atmosfera inquietante dell’opera di Miura ancora oggi non ha rivali e un dipinto distopico medievale del genere difficilmente arriverà in un prossimo futuro.
“Quando gli uomini affrontano un dolore capace di dilaniarli….rendono di ghiaccio i loro cuori”
Il racconto duro e crudo di un autore introspettivo e allo stesso tempo estroverso, capace di buttare fuori tutto il male che quest’ultimo ha contro il mondo, disegnando scene di violenza efferata capace di colpire anche i lettori più duri e preparati.
In Berserk il bene e il male non esiste. Sono presenti delle vie di mezzo, delle sfaccettature volte a spiegare e mostrare di cosa è capace l’umanità, e tra atti benevoli e atti malvagi nessuno è mai completamente buono.
Questo lo dimostra principalmente il personaggio principale, che da sempre tormentato e distrutto alterna atti di egoismo e azioni volte al bene ed alla restituzione di un briciolo di speranza.
“L’odio e’ uno di quei luoghi in cui la gente, che non riesce ad affrontare la tristezza, cerca asilo”
Il forte messaggio del sensei Miura ancora oggi rappresenta un mondo terribile, difficile, coinvolto e stravolto dal potere dal consumismo e dalla mancanza di fiducia che mai come ora è sempre meno presente.
La scarsa capacità risolutiva a livello intellettuale conduce a risolvere i problemi con la violenza e la forza bruta, chiudendo e distruggendo la sottile linea che sancisce la trasformazione dall’essere umano al suo “mostro interiore” che spesso e volentieri caccia fuori i nostri demoni peggiori, tramutandoci in belve egoiste e violente.
L’eterna lotta evidente contro il libero arbitrio, contro un concetto filosofico e teologico secondo il quale ogni persona ha il potere di decidere gli scopi del proprio agire e pensare, tipicamente perseguiti tramite volontà, nel senso che la sua possibilità di scelta ha origine nella persona stessa e non in forze esterne.
Le battaglie si scontrano contro tale definizione, in combutta alle varie concezioni secondo cui questa possibilità sarebbe in qualche modo predeterminata da fattori sovrannaturali (destino), o naturali (determinismo), per via dei quali il volere degli individui sarebbe prestabilito prima della loro nascita, proprio come succede a Gatsu:
Si parla allora a seconda dei casi di predestinazione, servo arbitrio o fatalismo, anch’esse simbolicamente presenti in Berserk e nella figura del protagonista, come accennato.
Metaforicamente Berserk e anche questo, e tramite i suoi forti personaggi le tematiche discusse sono spesso evidenti, e proprio per questo insieme a tanti altri motivi l’opera in questione entra definitivamente nella leggenda.
Arte, design, filosofia e teologia fanno da sfondo ad una storia cruda, che chiuderà il suo cerchio solo nell’immaginazione degli appassionati, creando finali diversi che presto o tardi saranno esplicati.
Non occorre una fine e non serve che il cerchio si chiuda oggettivamente. Per quanto faccia male e per quanto il senso di completezza non sarà mai placato, Berserk ha regalato a tutti noi una storia avvincente e unica, capace di evocare nei grandi maestri del presente una forte ispirazione che sicuramente porrà le basi per un futuro radioso, proprio come voleva Kentaro Miura, sia per il mondo, sia per i suoi personaggi.
Era un oggetto troppo grande per chiamarlo spada. Troppo spesso, troppo pesante e grezzo. Non era altro che un enorme blocco di ferro.
Grazie di tutto Miura sensei, il nostro cuore griderà in silenzio negli anni a venire, regalando un sorriso ad ogni vignetta della tua opera, che ad oggi compiono anche loro un anno senza di te.
Chiba, 11 luglio 1966 – 6 maggio 2021.