Lost in Japan: perché Slam Dunk è un cult intramontabile? – Speciale

Lost in Japan: perché Slam Dunk è un cult intramontabile? - Speciale

Pubblicato il 11 Aprile 2022 alle 09:00

Con questo articolo diamo il via alla rubrica Lost in Japan, un piccolo spazio dove si discute delle opere provenienti dalla Terra del Sol Levante e delle vicende vicine al mondo nerd associate, che da sempre accompagnano numerosi spazi della nostra vita e delle nostre giornate, regalandoci momenti unici, formativi e senza tempo.

Letteralmente ci perdiamo nel Giappone, nelle sue opere più immense ed emozionanti. 

La inauguriamo con una delle storie più amate dagli appassionati di manga e anime: Slam Dunk di Takehiko Inoue.

Per chi non lo conoscesse Slam Dunk è uno degli spokon più apprezzati al mondo, e racconta la storia profonda e sfaccettata di un gruppo di liceali che vivono le intense emozioni che regala il basket, insieme ai suoi fallimenti, le lacrime e il sudore sputato durante le partite.

Un cult per essere tale non deve essere solo qualitativamente alto, ma deve resistere nel tempo, deve penetrare nel cuore di numerose generazioni di appassionati, che si apprestano a leggere la storia di Hanamichi Sakuragi, entrando nella sua psiche e nella sua vita adolescenziale.

La scienza come ben sappiamo si dimostra con i fatti, e anche con le opere audio-visive è potenzialmente la stessa cosa, soprattutto in questo caso.

La prova del nove, l’esperimento che può dimostrare che Slam Dunk è un’opera incredibile è senza tempo è solamente uno: la lettura del primo volume e la visione del primo episodio dell’anime. Al momento discutiamo della seconda proposta, visto che abbraccia la maggior parte di voi.

Io sono Hanamichi Sakuragi e adesso state a guardare come gioca un campione! 

Lost in Japan: perché Slam Dunk è un cult intramontabile? - Speciale

Avete mai riguardato l’Anime di Slam Dunk con una consapevolezza più matura e diversa rispetto alla prima visione?

Che sia la prima volta o la centesima non importa; tutta la potenza di questo spokon si presenta fin da subito, in maniera velata ma allo stesso tempo efficace e di gran cuore.

Partendo dall’iconica sigla, sulle note di “Kimi ga sukidato sakebitai” notiamo fin da subito animazioni spettacolari che onorano e anticipano le incredibili e singolari partite che arriveranno nel corso della storia, intanto che analizziamo il carisma unico dei protagonisti.

Kaede Rukawa, Hanamichi Sakuragi, Akagi (che uscirà successivamente), e tutto il gruppo presente nel liceo, faranno da sfondo a una storia unica, che saprà alternare sprazzi di comicità e drammaticità, fondendo il tutto con un cuore incredibile e delle partite straordinarie, rimaste nella storia dell’arte sequenziale nipponica e mondiale.

Le risate, le lacrime, il sudore, il fallimento, le vittorie e l’amicizia sono appena accennate nel primo episodio della serie, ma si sentono e si esprimono fortemente attraverso un sentimento speciale, che ha accompagnato diverse generazioni di appassionati, che ancora oggi ricordano con nostalgia e una malinconica felicità le serate adolescenziali sulla gloriosa rete MTV.

Non piangere.

Lost in Japan: perché Slam Dunk è un cult intramontabile? - Speciale

Personaggi carismatici, particolari, divertenti e agguerriti si presentano in una storia che cattura e incuriosisce fin da subito, che dipinge a colori, e a tratti in bianco e nero, un Giappone fatto di vittorie e sconfitte, fallimenti e successi, resi egregiamente da un doppiaggio italiano impeccabile, che andava controcorrente non censurando le parolacce, visto che l’atteggiamento da teppisti dei protagonisti non sarebbe stato vivido con una censura.

L’anime di Slam Dunk si conferma un cult senza tempo. Un episodio pilota che spinge a proseguire e magari perché no, può condurre alla lettura assidua anche del manga.

 

 

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