«Da grande voglio diventare come Stan Lee»: intervista a Fabio Guaglione, autore della saga Quarantine Prophets
Pubblicato il 28 Marzo 2022 alle 12:00
I PUNTI CHIAVE
Un nuovo progetto crossmediale è stato partorito dall’irrefrenabile mente di Fabio Guaglione, regista, produttore cinematografico ma soprattutto sceneggiatore. All’attivo con film di successo quali Mine (2016) e Ride (2018), oltre a diversi altri progetti che coinvolgono libri, fumetti e videogiochi, Guaglione torna in libreria e fumetteria con un nuovo universo narrativo.
Nato in collaborazione con le case editrici Panini Comics e Harper & Collins, il primo elemento del progetto, intitolato Quarantine Prophets, è già su tutti gli scaffali di librerie: scritto da Guaglione stesso e Luca Speranzoni, il fumetto porta anche le firme di Giovanni Timpano (disegni) e Daniele Rudoni (colori).
A seguire, saranno pubblicati gli altri due elementi di quella che sarà una trilogia vera e propria: Carisma (un horror scritto da Maria Rita Porretto e Silvia Mericone, con la supervisione di Guaglione, e ai disegni e colori rispettivamente Lorenzo Zaghi e Francesco Segala nella versione a fumetti) e Carnivalia (tratto da un racconto di Fabio Resinaro adattato da Luca Mazzocco e Guaglione, con i disegni di Bruno Frenda per l’edizione a fumetti).
Abbiamo intervistato l’ideatore di questo multiverso, anzi… di questo “Guaglioverso”!
MF: Da dove nasce l’idea del nuovo universo narrativo?
FG: Prima di tutto dalla volontà di far vivere nuove storie, nuovi personaggi, nuovi mondi… di farli convivere in un modo inedito, e di far perdere i lettori in questo crocevia di idee. Leggo fumetti da quando sono bambino e la dimensione cartacea rimane una mia passione quasi chimica. Entrare in una fumetteria, prendere in mano un nuovo volume, è una cosa che mi emoziona ogni volta.
All’inizio con Panini Comics c’era l’idea di scegliere la storia giusta per un volume, e poi mi hanno detto “ma perché solo uno? Perché non creiamo un Guaglioverso?” E io ho semplicemente risposto: “Ok, dove devo firmare?” Da lì mi sono detto che sarebbe stato davvero interessante espandere tutte quelle storie esplorandole attraverso dei romanzi, così ho tirato in ballo Harper Collins. L’iniziativa prendeva man mano dimensioni sempre più grandi… e ben presto il Guaglioverso si è trasformato in un Guaioverso!
Co-scrivere e coordinare così tanti talenti nella scrittura, nel disegno e nel colore si sta rivelando infatti abbastanza impegnativo… ma anche estremamente gratificante per uno che in 4^ elementare scrisse un tema libero dal titolo “Da grande voglio diventare come Stan Lee”. Non sto assolutamente facendo paragoni, ma solo dicendo che… ci stiamo divertendo molto.
Nello specifico, il mondo di Quarantine Prophets è il primo tassello di un ampio e variegato mosaico e nasce nel 2019, quando la parola quarantena era ancora sconosciuta alla nostra vita quotidiana. Lo spunto di base è: cosa succederebbe se da domani alcuni individui fossero in grado di vedere cose che altri non possono vedere? Vedere il futuro, vedere il passato, vedere un’altra zona del pianeta, vedere i segreti di chiunque, farsi vedere con un altro aspetto e via dicendo… probabilmente questi individui sarebbero in grado di cambiare il mondo.
Per questo le autorità li confinerebbero in una sola location, per studiarli. Per capire se sono davvero Profeti – così vengono chiamati – o persone che soffrono di una nuova malattia mentale. Una volta dentro questa struttura di massima sicurezza, Clearwell detta The Well – il Pozzo, c’è chi vorrà studiarli, chi vorrà usarli, chi vorrà ucciderli, chi vorrà curarli e chi vorrà renderli nuove divinità.
Questo concept ci è sembrato forte dall’inizio: supertizi in un carcere. Era chiaro che avremmo avuto a disposizione innumerevoli spunti per creare personaggi, poteri, conflitti interiori, dinamiche di gruppo… e soprattutto il grande mistero: cosa sono i Profeti? Qual è il loro destino?
MF: Quali sono stati i percorsi che ti hanno portato a scegliere gli autori del team che ha lavorato all’universo?
FG: Ho cercato di scegliere i collaboratori che sapessero dare voce ad ogni storia nel modo migliore possibile. Ho scritto e ideato il fumetto Quarantine Prophets – Epifania assieme a Luca Speranzoni, grande appassionato di fantascienza e incessante vulcano di idee, che si è occupato del romanzo Quarantine Prophets – Futuro Fragile.
Sapevo che Giovanni Timpano ai disegni poteva garantire quel grado di realismo e dettaglio che era perfetto per questa storia, e Daniele Rudoni ai colori avrebbe dato un tocco di fotografia cinematografica. C’è stato un lavoro molto affiatato dietro questi due volumi. All’inizio con Luca ci siamo molto concentrati su tutto il world building dell’opera.
Volevamo avere le idee chiare su tutto quello che succede dentro e fuori da Clearwell. Assieme a Giovanni abbiamo speso molto tempo a progettare l’istituto in ogni sua componente. Basti pensare che ha modellato in 3d tutta Clearwell, incluse le macchinette distributrici di snack… Ma c’è stato molto lavoro anche sul design delle tute dei profeti, che dovevano essere simili ai carcerati ma non identiche. Dovevano ricordare delle uniformi ma senza esserlo. E poi dopo aver creato i personaggi, il look delle guardie, e il software di interfaccia di Clearwell, c’è stato un lungo lavoro di definizione dei layout delle tavole. Io e Luca abbiamo scritto una sceneggiatura iperdensa, volevamo che il lettore fosse immerso in una dimensione piena di informazioni e allo stesso tempo che finisse il primo volume affamato di nuove dosi della stessa droga… Infatti, tra i primi feedback che ci stanno arrivando il commento più frequente è: “quando esce il 2?”
Per quanto riguarda gli altri volumi invece… Rita Porretto e Silvia Mericone erano sceneggiatrici perfette per l’horror-procedural Carisma – la scienza dell’anima; sono specializzate in thriller che richiedono grande conoscenza della psiche e della biologia umana … e grandi dosi di dark humour. Il romanzo che hanno scritto, Carisma – l’indagine dell’anima, è intriso di tutto ciò. Il tratto noir-mignoleggiante di Lorenzo Zaghi ha fatto vivere i personaggi colorati sapientemente con stile retro da Francesco Segala.
Per Carnivalia invece ho scelto di buttarmi da solo nella scrittura di questa folla avventura young-adult per cui serviva un tratto che spaziasse dal comedy all’ipercinetico, e siamo andati a pescare il giovanissimo Bruno Frenda e i colori pop di Gianfranco Giardina stanno dando al tutto un clima super 90s. Il romanzo invece è affidato a Luca Mazzocco, autore fierissimamente nerd che sta lavorando al librogame di Ride annunciato l’anno scorso. E poi.. ah no, top secret.
MF: Come si compensano libro e graphic novel? Nonostante siano indipendenti, vi è un preciso ordine di lettura?
FG: Il lavoro che stiamo facendo è molto complesso perché stiamo creando un sistema di lettura “modulare”, ovvero ogni volume può essere letto in maniera a sé stante, ma a sua volta è un pezzo di un puzzle molto più ampio… Non vogliamo che i lettori siano costretti a comprare un volume piuttosto che un altro per sapere come si evolvono le vicende. Anzi, ci piace l’idea che scelgano i loro personaggi preferiti, i loro mondi preferiti e i loro formati di lettura preferiti.
Ovviamente, la speranza è che i percorsi si intreccino tra di loro e che una storia faccia venire la voglia di scoprire l’altra… anche se non abbiamo ancora svelato al momento il come tutte le parti siano connesse tra loro. Il collante di questo universo. Per ora sono i guai. Quindi, appunto, Guaioverso. Nello specifico di Quarantine Prophets, nel fumetto abbiamo scelto di raccontare una vicenda con ritmi più pop e iper-densi, ispirandoci alla narrativa di Warren Ellis o Straczynski. Ci siamo focalizzati soprattutto sui prigionieri, sui profeti.
Nel romanzo invece, assieme a Luca abbiamo scelto di utilizzare un’ampiezza narrativa tipica della grande fantascienza. Quindi abbiamo avuto molte più pagine per esplorare il mondo di Prophets e il carcere di Clearwell con molta più calma e approfondimento. Abbiamo scavato nell’interiorità di ogni personaggio come una graphic novel difficilmente permetterebbe. Il nostro caronte nella vicenda in Futuro Fragile è una guardia e non un carcerato. Sam viene chiamato a diventare uno dei carcerieri di Clearwell e questo ci ha dato lo spunto di affrontare le vicende da un punto di vista ancora più realistico, in cui una persona normale, come noi, si immerge gradualmente nella situazione inedita che ha portato la diffusione del virus chiamato Epifania.
Le pagine di un romanzo ci hanno permesso di sviscerare cosa accade nelle celle del Pozzo, il come e il perché si sta creando una comunità parallela di cultura profetica, ecc… Romanzo e Graphic Novel hanno una collocazione temporale precisa ma credo si capisca solo alla fine del romanzo. La cosa molto interessante di giocare in un’arena narrativa come quella di Quarantine Prophets è quella di pescare dal fumetto i personaggi che servivano alle vicende del romanzo e viceversa… ma magari solo leggendo entrambi i volumi si ha un quadro completo del suo profilo… magari in un volume sembra uno stronzo ma nell’altro si capisce perché fa lo stronzo.
Cosa cambia nel leggere prima il fumetto e dopo il romanzo o viceversa? Beh, soprattutto il tipo di esperienza. Se leggi prima il fumetto, quando affronti il romanzo hai già chiaro in mente il look di Clearwell, delle guardie, ecc… mentre se si inizia con il romanzo sei libero di immaginare tutto. Quindi non c’è un ordine preciso di lettura, ma l’ordine di lettura condiziona l’esperienza.
MF: Dopo l’universo crossmediale di Ride, hai scelto di mantenerti sulla narrazione crossmediale a due fattori: libri e fumetti. Cosa hai portato dalla tua esperienza precedente in questa?
FG: Anche per Ride avevamo usato libri e fumetti… c’era Level Zero, scritto con Adriano Barone e disegnato da Andrea Broccardo, che era una sorta di mini-prequel fumettistico. E poi La Stanza Del Custode, sempre scritto da Adriano Barone, che era un vero e proprio spin off.
Dall’esperienza precedente porto la convinzione di creare volumi che siano più autonomi e soddisfacenti a sé stanti. Ovviamente nel caso di Ride era diverso perché erano chiaramente corollari ad un film, ma penso che l’evoluzione del mercato sia proprio questa: creare mondi fatti di incarnazioni su diversi media in cui l’utente può viaggiare scegliendo il proprio media preferito e quindi il proprio angolo di storia preferito. Ognuno di questi “posti virtuali” deve essere egualmente accogliente verso i viaggiatori dell’immaginazione.
MF: Quarantine Prophets nasce per carta o c’è uno spiraglio di possibilità per andare oltre e osare su altri media?
FG: Non solo c’è lo spiraglio, ma la precisa volontà. Stessa cosa anche per i prossimi progetti, soprattutto Carisma, che si ambienta in Italia. Ci stiamo lavorando. Vedremo.
MF: Non solo X-Men: quali sono state le storie e gli elementi narrativi che ti hanno ispirato di più?
Diciamo che abbiamo venduto il progetto dicendo: «È Prison Break con i supereroi». E già qui una reference è chiara. Ovviamente il paragone più immediato è quello tra i mutanti e i profeti. Mentre i primi sono l’allegoria delle minoranze, del diverso, i nostri profeti incarnano il concetto del visionario. I profeti rappresentano tutti coloro che hanno una visione, appunto, un’idea in grado di rivoluzionare la società.
Cosa succede a persone come queste? Spesso il tentativo del sistema è quello di inglobarle, di sfruttare la loro idea, e quasi sempre con fini diversi da quelli del visionario. L’idea è il virus più potente. Come verrebbe gestito un virus in grado di far vedere a un centinaio di persone come cambiare il mondo?
La cosa che vogliamo sia chiara è che non stiamo dicendo che il sistema sia “cattivo”. Il punto è che governi e corporazioni si troverebbero all’improvviso a dover gestire un’emergenza inedita… e ognuno, chiaramente, penserà ai propri interessi, individuali o per la collettività. Tra le ispirazioni consce sicuramente annovero la prima parte del fumetto Rising Stars, e indubbiamente Lost.
Il Pozzo è la nostra Isola; un’area che esaspera i conflitti dei personaggi, sia quelli interiori che quelli tra le parti. Tanto è vero che alla fine del primo volume comunque avremo i nostri due schieramenti ideologici: chi vuole scappare dal carcere, e chi vuole invece rimanerci per prepararci al futuro che verrà.
MF: Sci-fi, horror e avventura: perché la scelta dei 3 racconti è ricaduta su questi generi?
FG: Fin dall’inizio ci siamo prefissati con Panini Comics e Harper Collins lo scopo di raccontare un menu di storie e di mondi variegato tra loro, per rendere ancora più imprevedibile ed entusiasmante il modo in cui i componenti di questo universo si collegheranno tra di loro. Di certo è un azzardo, sarebbe stato più semplice stabilire l’uscita di 3 volumi di una stessa saga.
Al giorno d’oggi però sono convinto che gli utenti, gli appassionati di storie di ogni tipo, abbiano voglia di essere sfidati, e di partecipare in maniera più attiva al modo in cui gli intrecci narrativi si dipanano. Beh… abbiamo preparato qualche sorpresa.
Speriamo di vincere la scommessa e di giocare al rilancio. Le storie sono per me innanzitutto un modo di comunicare, quindi non solo di parlare ma anche di ascoltare la risposta. In tutto questo quindi le reazioni dei lettori saranno fondamentali, e il bello è proprio quello.