The Last Kingdom 5, il destino è tutto – RECENSIONE
Pubblicato il 9 Marzo 2022 alle 10:00
Titolo originale: The Last Kingdom
Creata da: Stephen Butchard (su soggetto di Bernard Cornwell)
Cast: Alexandre Dreymon, Emily Cox, Millie Brady, Timothy Innes
Distribuzione: Netflix, 9 marzo.
The Last Kingdom 5, il destino è tutto: la recensione per l’ultima stagione della che narra dei regni inglesi invasi dai vichinghi.
Stagione dopo stagione, spinta dall’incredibile successo delle serie storiche (Vikings su tutte, ma non solo) e dal fascino del Medioevo, The Last Kingdom ha conquistato tutti; basata sulla serie di romanzi Le storie dei re sassoni scritti da Bernard Cornwell, la serie BBC è diventata poi originale Netflix.
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Proprio sulla celebre piattaforma streaming arriva ora la quinta stagione, coi nuovi episodi che metteranno un punto all’epica cavalcata di Uthred di Bebbanburg, nato sassone e cristiano ma cresciuto come un vichingo pagano.
The Last Kingdom 5, la recensione: la resa dei conti per Uthred
Diviso da sempre fra sassoni e vichingi, Uthred stagione dopo stagione si è guadagnato un posto nella sua terra d’origine, pur mantenendo le tradizioni che il suo padre adottivo, Ragnar, gli ha trasmesso.
Posizionato al confine della Mercia, protegge le terre della sua amata Aethelflaed e addestra il figlio illegittimo di Edward; al momento, regna la pace tra sassoni e vichingi, ma l’ordine è pronto ad essere sconvolto dal ritorno di Brida e dalla sua sete di vendetta nei confronti di Uthred.
Il fanatismo di Brida porterà scompiglio nelle terre sassoni, dando il via ad una serie di avvenimenti che segneranno una svolta decisiva per la formazione dell’Inghilterra e metteranno il protagonista di fronte al suo passato, questa volta facendo definitivamente i conti con questo.
The Last Kingdom 5, la recensione: il destino è tutto
Per certi versi speculare a Vikings, The Last Kingdom ha sempre analizzato le vicende più dalla prospettiva dei sassoni che da quella dei vichinghi, nonostante Uthred sia il simbolo dell’incontro tra questi due popoli.
La serie però, a differenza forse appunto di Vikings, ha sempre avuto il suo cuore (narrativo e non solo) nel suo protagonista, interpretato da un Alexandre Dreymon in rampa di lancio; in quest’ultima stagione verrà accentuato ancora di più questo aspetto, così come il tono ‘romanzesco’ dell’intera serie, dando una degna e coerente conclusione al percorso di Uthred, senza entusiasmare con colpi di scena eclatanti ma non per questo disdegnando il pathos e l’intrattenimento.
Il centro di The Last Kingdom, ambientato in un determinato periodo storico (di cui coglie pienamente, così come i romanzi, l’importanza storica) è l’incontro tra due civiltà così diverse e così in conflitto, e che così tanto ha influito nella formazione della futura Inghilterra e dei vari stati europei.
I nuovi episodi propongono un Uthred molto più saggio e maturo rispetto al passato, completando la formazione di questo ragazzo che, cresciuto in terra vichinga, si è guadagnato un ruolo di spicco tra le fila sassoni inseguendo sempre il suo destino e il senso dell’onore.
Grazie al rapporto coi suoi figli, il protagonista scopre però il valore della famiglia, ancor di più di quanto già fatto in precedenza con quello dell’amicizia; alcuni suoi comportamenti, del tutto inediti per lui, ne sono la prova.
Proprio per questo, passando anche attraverso drammi (che non hanno di certo mai abbandonato la sua vita) Uthred riesce finalmente a capire il vero significato del ‘destino’, un concetto che ricorre grazie alla classica introduzione sin dal primo episodio della prima stagione.
Conclusioni
Una conclusione che soddisfa, e che lascia anche la nostalgia di un personaggio che grazie alla serie, costruita interamente intorno a lui come già detto, ha suscitato veramente tantissima empatia a tutti gli spettatori.
In Breve
Voto globale
7.5
Sommario
Si concludono le vicende di Uthred di Bebbanburg, che dopo tantissima 'formazione' nelle stagioni precedenti pare finalmente pronto ad affrontare il suo destino, scoprendone il senso più intimo; un finale coerente, poco scoppiettante ma che enfatizza le ottime qualità che la serie ha sempre mostrato.