The Batman: recensione del film di Matt Reeves con Robert Pattinson
Il film è al cinema dal 3 marzo 2022 con Warner Bros.
Pubblicato il 2 Marzo 2022 alle 21:21
Titolo originale: The Batman
Scritto da: Matt Reeves, Peter Craig Basato sui fumetti: DC Comics
Diretto da: Matt Reeves
Con le musiche di: Michael Giacchino
Cast: Robert Pattinson, Zoë Kravitz, Paul Dano, Jeffrey Wright, John Turturro, Peter Sarsgaard, Barry Keoghan, Andy Serkis, Colin Farrell
Produzione: DC Films, 6th & Idaho, Dylan Clark Productions
Distribuzione: Warner Bros. Pictures, 3 marzo 2022
“Ogni generazione ha i suoi eroi”
Non è propriamente una citazione da The Batman, il film di Matt Reeves dal 3 marzo solo al cinema con Warner Bros. che prova a riscrivere la storia dell’Uomo Pipistrello, probabilmente il supereroe più famoso a livello mediatico insieme a Superman e Spider-Man. Ma è un concetto che sembra stare alla base del progetto di Reeves, che vuole ricostruire e rimontare il mito del Crociato Incappucciato per le nuove generazioni (e l’aver scelto Robert Pattison per il ruolo non appare quindi un caso). Ma allora com’è questo The Batman? Lo abbiamo visto in anteprima e ve lo raccontiamo in questa recensione senza spoiler.
The Batman: più Detective e meno Supereroe
In questo The Batman Matt Reeves, dicevamo, sembra voler creare non necessariamente l’inizio di una trilogia ma comunque l’inizio di una saga, di un micro-macro-universo. di una Gotham tutta da esplorare, e soprattutto da salvare (da se stessa). Una Gotham corrotta, sporca, nera, nerissima, molto più di quanto si era visto nella serie tv omonima, nera come la fotografia del film, totalmente in preda alla criminalità e all’oscurità che non ha fagocitato solo il protagonista. Tutto si può riassumere in un dialogo fra Bruce e Selina: “Continui a pensare che Gotham sia recuperabile, che si possa salvare, ma non è così”. “Devo crederci, devo provarci“.
Robert Pattinson convince come Batman e meno come Bruce Wayne – ma forse perché si tratta di un Bruce al secondo anno di attività come vigilante, ancora acerbo per molti versi, ancora troppo arrabbiato e amareggiato per la morte dei genitori e per il destino della sua città. Sta qui la lettura originale della pellicola: questo Batman è più detective e meno supereroe, in un film che si snoda tra gli stilemi del noir e del thriller, da Seven ai gangster movie, mescolandoli a un adattamento fumettistico interessante e peculiare che prende spunto ad ampie mani dalla controparte cartacea, in primis Il Lungo Halloween, uno dei graphic novel più ispirati ed apprezzati dedicati al Cavaliere Oscuro.
Ed è proprio qui che forse Matt Reeves compie l’operazione più impossibile di tutte: dare nuova vita cinematografica e nuova linfa a Batman, con delle sequenze, dei movimenti di macchina e delle inquadrature già cult e particolarmente ricercate per dare una propria identità alla pellicola: non solo quella adocchiata nel trailer col punto di vista del Pinguino in un’auto rovesciata. Questo grazie anche all’imponente colonna sonora di Michael Giacchino che è riuscito a dare un tono così triste e irrisolto al Batman/Bruce di Pattinson, completamente in preda ai dilemmi e ai tormenti della maschera che ha deciso di indossare e della pesante eredità familiare che si trova a vestire, così come gli altri personaggi. Si parla proprio del rapporto genitori-figli in questo The Batman. Il dark (knight) di Reeves non è il dark (knight) di Nolan e questo aiuta a mettere un punto col passato e guardare avanti.
A fargli da contorno uno stuolo di personaggi in parte e che si incastrano col torbido e tormentato protagonista, rendendo il film una sinfonia molto più corale di quanto sembri inizialmente: un’ammaliante, splendida e silenziosa Zoë Kravitz nei panni felini di Catwoman, un mefistofelico John Turturro in quelli dei Carmine Falcone e un irriconoscibile – ma stranamente molto azzeccato – Colin Farrell nel ruolo del Pinguino. E ancora Jeffrey Wright in quello del Detective James Gordon, perfetta spalla per Pattinson (un po’ meno l’Alfred di Andy Serkis), o ancora Peter Sarsgaard nei panni del procuratore distrettuale Gil Colson.
Tutti lavorano di sottrazione, di sguardi rubati e parole non dette, anche se allo stesso tempo le tre ore di durata e l’eccessivo ritmo allungato di alcune sequenze si fa sentire, con alcuni dialoghi che se asciugati avrebbero avuto forse maggior efficacia. Chiude il cerchio il villain, un attore superbo che però qui sembra voler strafare, eccedere, un po’ come in parte faceva Joaquin Phoenix in Joker: la nostra impressione è che tutti tentino disperatamente di replicare la performance di Heath Ledger e questo -purtroppo- non sarà mai possibile.
Al netto di alcuni difetti, questo The Batman è però riuscire ad aprire una nuova strada per il Cavaliere Oscuro al cinema, e questo è già il merito più grande (e oscuro) di tutti.
In Breve
Giudizio Globale
8.0
Sommario
Un interessante adattamento fumettistico che pesca a piene mani dalla controparte cartacea e si basa più sull'identità da detective che da supereroe di Bruce Wayne, con un Robert Pattinson in parte quando è Batman.