Joker: Il sorriso che uccide – Il thriller psicologico di Lemire e Sorrentino | Recensione
Il dr. Ben Arnell sembra avere tutto dalla vita, ma la sua ambizione l’ha portato a voler guarire il Joker, psicanalizzandolo ! Riuscirà nell’impresa, senza che la follia invada anche la sua esistenza ???
Pubblicato il 1 Marzo 2022 alle 08:30
E’ possibile curare o psicanalizzare il Joker ???
Per chi conosce bene il personaggio, la risposta è scontata, ma nel magico mondo dei fumetti c’è ancora chi nutre questa vana speranza…
La più celebre è stata senz’altro la dott.ssa Harleen Quinzel, che tutti conosciamo meglio come Harley Quinn, e sappiamo bene com’è andata a finire con lei… mentre un altro è il dott. Ben Arnell, di cui facciamo la conoscenza in questa miniserie di tre numeri, ad opera di Jeff Lemire e Andrea Sorrentino, intitolata Joker: Il sorriso che uccide.
Arnell è un giovane e aitante psicologo, che ambisce a un salto di carriera tentando l’impossibile, ovvero far “rinsavire” in qualche modo un paziente come Joker. La sua vita apparentemente sembra perfetta: ha una bellissima moglie e un figlio che lo adora, oltre a una carriera promettente, ma sappiamo bene che il folle Clown del crimine ha la capacità di insinuarsi nella mente degli altri come un cancro, trascinandoli nel vuoto della pazzia.
Il buon dottore sarà quindi abbastanza forte da resistergli, senza che la vicinanza del Joker “contamini” tutta la sua vita ? Anche in questo caso, noi lettori possiamo intuire la risposta, ma resta comunque la curiosità di vedere come ce la raccontano due validi autori come Lemire e Sorrentino.
Joker: Il sorriso che uccide è infatti un vero e proprio thriller psicologico, incentrato sul delicato rapporto medico/paziente all’interno di un manicomio, e sui devastanti effetti della follia, che possono farti vedere realtà distorte e fittizie, e indurti a compiere gesti estremi, di cui pentirsi per il resto della vita.
Non è certo la prima volta che vengono analizzati gli effetti nefasti, anche da dentro una cella, di una figura come Joker, o il fatto di paragonarlo a un virus o un male incurabile che si diffonde nella città e distrugge tutto ciò che tocca ( basti citare la graphic novel di Azzarello e Bermejo che lo vede protagonista, o i numeri di Batman Confidential scritti da Andrew Kreisberg ), ma Lemire ha il pregio di formulare un racconto molto raffinato, che gioca sul labile confine tra sanità e follia, verità e finzione.
Benché Joker resti il burattinaio, il vero protagonista è comunque il dott. Arnell, un personaggio nuovo di zecca e sostanzialmente “normale”, che viene tratteggiato in maniera molto semplice e lineare, con pochi dettagli ma essenziali, e di cui seguiremo il percorso in un crescendo di eventi ed emozioni, sempre più particolari e inquietanti.
E’ un viaggio nella mente, dunque, e non una classica scazzottata tra supereroi e villain. Batman, non a caso, compare pochissimo ed è un tassello importante, ma decisamente secondario all’interno di questo racconto. Il dualismo tra lui e il Pagliaccio del Crimine verrà poi ripreso nel capitolo successivo, già pubblicato da Panini, intitolato Batman: Il killer che sorride, mentre qui l’attenzione si sposta sull’uomo comune e sulle derive che la mente umana può intraprendere, specie se sotto l’influsso diabolico del Joker.
Un viaggio allucinante e allucinato, che trova un grande valore aggiunto nelle tavole del nostro Andrea Sorrentino, sempre bravo a sperimentare ingegnose soluzioni grafiche per rappresentare al meglio il racconto, così da non rendere mai noioso o banale anche un semplice dialogo, e lo stesso vale per quando vuole immergerci completamente nell’abisso della follia, con layout e costruzioni delle tavole molto ardite e fantasiose.
Il suo tratto realistico, inoltre, conferisce il giusto spessore alla trama, ed è ancora più straniante ed efficace quando raffigura qualcosa di folle o irreale, oppure cambia totalmente registro, proponendoci lo stile naif e delicato di una favola per bambini, utilizzata come abile espediente narrativo da Lemire per accostare il candore e l’innocenza delle favole ai mondi immaginari creati da una mente disturbata, in contrapposizione anche con la crudezza e la violenza della realtà.
Come avrete capito, dunque, Joker: Il sorriso che uccide non è il solito fumetto di supereroi, ma una lettura particolare e introspettiva, giocata tutta a livello psicologico ed emozionale, con un ottimo supporto grafico, al tempo stesso realistico ed originale. Essendo la narrazione molto fluida e scorrevole, la recente riproposizione in volume da parte di Panini è sicuramente il modo migliore per poterla apprezzare a pieno, leggendola tutta d’un fiato.
In Breve
Storia
8
Disegni
8.5
Cura Editoriale
8
Sommario
Joker: Il sorriso che uccide è un thriller psicologico particolare e a tratti disturbante, che ci mostra quanto possa essere devastante l’influsso di una mente diabolica come quella del Joker, anche per una persona apparentemente normale. Molto efficaci ed inventive, come al solito, le tavole di Andrea Sorrentino, in grado di mischiare senza problemi realismo ed originalità grafica.