Punisher sta per vivere il suo Born Again secondo Tom Brevoort
L'executive editor della Marvel paragona la nuova serie del Punitore al capolavoro di Miller e Mazzucchelli
Pubblicato il 18 Febbraio 2022 alle 10:11
Dopo essere scomparso dalle pubblicazioni Marvel per circa due anni (facendo solo qualche comparsata in The Marvels e durante la saga Heroes Reborn), Punisher sta per tornare in scena con una nuova serie che Tom Brevoort paragona nientemeno che a Born Again, la storica saga di Daredevil di Frank Miller e David Mazzucchelli che ha ridefinito il personaggio per decenni ed è comunemente ritenuta la miglior storia Marvel mai prodotta.
In un’intervista a Forbidden Planet TV infatti Brevoort, executive editor della Marvel, afferma quanto segue parlando della nuova serie di Punisher di Jason Aaron, Paul Azaceta e Jesus Saiz:
“Il modo migliore in cui sono stato in grado di descriverlo alle persone in modo che possano capire di cosa si tratta, abbiamo deciso di creare una storia che fosse, per Punisher, una specie di ‘Born Again’ era per Daredevil. Un’esperienza formativa che ridefinirà e cambierà Frank Castle in modi molto significativi.
[Questo titolo] analizza molto in profondità la giovinezza, l’educazione e la storia di Frank Castle mentre apprendiamo le varie forze nel corso della sua vita che lo hanno guidato a diventare il Punitore, anche prima della morte della sua famiglia in quella sparatoria a Central Park. E stiamo davvero cercando di creare qualcosa che sia un’enorme pietra miliare per il personaggio”.
Ecco il video dell’intervista, dove possiamo ascoltare le parole in questione a partire da 5:07:
Già in precedenza Jason Aaron, scrittore della serie, aveva avuto modo di affermare:
“Questa storia è il passo successivo scritto nel destino dell’oscura e tragica evoluzione di Frank Castle, da ragazzo problematico a soldato eroico, a vigilante vendicativo… fino al meritato consacramento a Re degli assassini. Credetemi quando dico che sono entusiasta di questo storia più di qualsiasi cosa io abbia mai scritto per la Marvel”.
La copertina del terzo numero, appena annunciato in uscita a maggio, è in qualche maniera spiazzante, dal momento che raffigura un bambino con la maschera di Capitan America seduto su quello che sembra essere il trono della Mano. Probabilmente si affronterà quindi un viaggio che a partire dall’infanzia di Frank Castle lo porterà a compiere un’evoluzione che ridefinirà il suo ruolo, diventato negli ultimi tempi molto problematico negli Stati Uuniti.
In cosa può consistere questa evoluzione? Potrebbe avere qualcosa a che fare con l’allontanarlo dai suoi metodi omicidi di vigilante armato di pistola che porta un simbolo di morte sul petto.
Il logo di Punisher, che nel nuovo titolo subisce una radicale modifica (per quanto possa durare a lungo la nuova versione), è diventato fonte di controversia nel mondo reale in quanto viene spesso mostrato da membri delle forze dell’ordine e dell’esercito, soprattutto associato a questioni riguardanti la militarizzazione della polizia la violenza delle forze armate, argomenti che animano un dibattito molto acceso negli Stati Uniti.
La critica diffusa alla questione si è concentrata sulle tattiche violente di Punisher, che vanno ben al di là dei limiti di ciò che la legge statunitense consente alla polizia e agli ufficiali militari di fare nell’esercizio del proprio dovere, con una supervisione o conseguenze minime o nulle.
Quindi cosa può allontanare Punisher da queste tematiche che l’hanno reso involontariamente un modello negativo per un gran numero di esponenti delle forze armate? I precedenti tentativi di ridefinire Frank Castle, che lo avevano reso un vendicatore angelico e persino un mostro zombi non sono durati molto, ma questo tentativo di far evolvere il Punitore dalla sua eredità tradizionale sembra essere radicato attorno a qualcosa nel passato di Frank, che potrebbe probabilmente si collegherà alla sua imminente associazione con la Mano.