Vikings Valhalla, uno spin-off ‘divino’ – RECENSIONE
Pubblicato il 23 Febbraio 2022 alle 17:00
Titolo originale: Vikings: Valhalla
Creata da: Michael Hirst, Jeb Stuart
Cast: Laura Berlin, Sam Corlett, Leo Suter, Bradley Freegard, Frida Gustavsson, Jóhannes Haukur Jóhannesson, David Oakes
Produzione: MGM Television
Distribuzione: Netflix, 25 febbraio (stagione 1)
Vikings Valhalla, uno spin-off ‘divino’: la recensione NO SPOILER della nuova serie originale Netflix, ambientata più di cento anni dopo Ragnar.
Partita in sordina, la serie History Vikings si è affermata come una delle più seguite in circolazione; le vicende di Ragnarr Lothbrock e dei suoi figli hanno consegnato il mondo vichingo a quello dello spettacolo in maniera più che avvincente e soddisfacente.
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Per questo, già prima della messa in onda dell’ultimissima stagione della serie, Netflix ha annunciato uno spin-off intitolato Valhalla, promettendo di portare sotto i riflettori altri eroi del mondo norreno, e non solo.
Dopo tanta attesa, finalmente la serie è pronta ad appassionare in streming tutti gli utenti Netflix, portando avanti con nuovi personaggi e nuovi meccanismi narrativi quelle tematiche che, con la serie ‘madre’, si sono evolute stagione dopo stagione.
Valhalla, lo spin-off che tutti aspettavano
Con Ragnar e i suoi figli entrati definitivamente nel mito dei norreni, è tempo per nuovi personaggi ed eroi di emergere; ambientata cento anni dopo gli eventi che hanno visti coinvolti i figli di Ragnarr, la serie mostra sin da subito la nuova condizione in cui si trova il mondo vichingo.
Gli eventi iniziano raccontando lo sterminio di Etelredo dei danesi che risiedeva in Inghilterra, nel giorno di San Bizio; per vendicare l’affronto subito dal suo popolo, re Canuto di Danimarca decide di radunare un grande esercito vichingo con l’obiettivo di invadere l’Inghilterra, non soltanto per uccidere Etelredo, ma anche per conquistare la corona inglese.
È questo il preambolo per nuove vicende tra Scandinavia e Inghilterra, in una serie molto più ‘europea’ che promette giochi di potere, alleanze e tradimenti, mix di successo già sperimentato dalle prime stagioni de Il Trono di Spade.
Ancora una volta, dunque, tutto inizia con un viaggio in Inghilterra; capiamo subito però che in Valhalla il contesto sociale è molto diverso da quello in cui è cresciuto il giovane Ragnarr. Vari regni scandinavi si sono ormai formati e i vichinghi hanno scoperto il cristianesimo; sebbene uniti dal ‘sangue’ e dal mito dei loro eroi, al loro interno i vichinghi sono divisi dalla religione.
I primi episodi mettono subito il turbo alla serie, che ha tutta l’intenzione di appassionare gli spettatori sin dall’inizio; nei primi quattro episodi, la trama si evolve in maniera repentina, introducendoci ai vari personaggi e non facendo mancare né l’azione né l’adrenalina.
Ossigeno sicuramente, dopo la ‘lentezza’ delle ultime stagioni della serie madre: lo spin-off pare badare subito al sodo, senza però mancare nel caratterizzare i vari personaggi, come si vede nella parte finale della prima stagione.
Vikings Valhalla, uno spin-off ‘divino’
I protagonisti di Vikins Valhalla sono in maniera indiscussa Harald Sigurdsson, giovane principe di Norvegia, insieme ai due groenlandesi Leif Eriksson (figlio di Erik il Rosso) e sua sorella Fredys; tre giovani che sembrano essere stati plasmati dalla costola di Ragnarr, declinando in maniera fresca e differente caratteristiche che abbiamo visto nel carismatico quanto complesso eroe.
Tutti e tre cercano il loro posto nel mondo in una società soggetta a repentini cambiamenti: le loro strade, sin da subito, finiranno per incrociarsi legandosi indissolubilmente. I tre protagonisti si somigliano, presentando però evidenti differenze; tutte vanno ad intersecarsi a livello narrativo in maniera perfetta, in modo molto più omogenea e ‘profonda’ rispetto a quanto visto, ad esempio, coi figli di Ragnarr.
Se Harald si troverà invischiato in prima persona nelle vicende politiche, cercando sin da subito la strada per diventare un giorno un buon sovrano, Fredys si farà portavoce delle antiche tradizioni norrene e del culto degli antichi dèi; più complesso indubbiamente il personaggio di Leif, che portando in scena i suoi demoni e le sue lotte pare ricordare il giovane Ragnarr.
Apertura mentale, eroismo, voglia d’esplorazione e interrogazione sul divino, quindi; tutte tematiche che, finalmente, ‘risorgono’ in scena dopo la morte dell’eroe vichingo per eccellenza (almeno sul piccolo schermo).
Vikings Valhalla è senza dubbio anche una storia di emancipazione, sia femminile sia dall’ingombrante ombra dei genitori; in questo senso, vengono inseriti perfettamente nelle tematiche altri personaggi di spessore come re Canuto ed Emma di Normandia, due sorprese positivissime di questo spin-off. Menzione particolare va dunque anche alle brillanti interpretazioni dei due attori che li portano in scena, Laura Berlin e Bradley Freegard.
Conclusioni
Con una maggior varietà nelle trame, nelle tematiche e soprattutto nei personaggi di spessori, elementi che vanno ad unirsi ad una realizzazione tecnica impeccabile e ad una trama più che coinvolgente e dinamica, già da questa prima stagione Vikigs Valhalla è pienamente promossa.
Inevitabile, nel concludere l’analisi, un paragone con la serie ‘madre’. Sebbene forse risulti troppo azzardato, ci sentiamo di spezzare assolutamente una lancia (vichinga, ovviamente) nei confronti di questo spin-off; evidente è il beneficio avuto in toto del ‘tocco’di Netflix. Se il livello verrà mantenuto, la serie diventerà sicuramente un nuovo tormentone.
In Breve
Voto globale
8.5
Sommario
Raccogliendo lo spirito della serie 'madre', presentando nuovi personaggi e beneficiando del 'tocco' Netflix, Vikings Valhalla si presenta a tutti gli effetti come un'appassionante serie storica, pronta a diventare sin da subito un nuovo tormentone. Dopo la prima stagione, esordio promosso con voti altissimi.