Ogni universo in Spider-Man: Across the Spider-Verse avrà uno stile differente

Il sequel di Spider-Man: Un Nuovo Universo lascerà campo libero alla fantasia degli animatori

Pubblicato il 17 Gennaio 2022 alle 11:25

In Spider-Man: Across the Spider-Verse, il film animato della Sony la cui prima parte arriverà nelle sale ad ottobre, visiteremo un gran numero di universi alternativi e ognuno di essi sarà caratterizzato da un particolare stile di animazione che lo renderà unico e differente dagli altri.

Il concetto di Multiverso che impazza tra le produzioni Marvel negli ultimi tempi era già stato anticipato da Spider-Man: Un Nuovo Universo (Into the Spider-Verse), il film animato del 2018 che ha visto l’esordio su grande schermo di Miles Morales, il nuovo Spider-Man, e di altre versioni alternative di personaggi ragneschi come Spider-Gwen, Spider-Ham o Spider-Man Noir.

Una delle particolarità del film è che ogni personaggio proveniente da un universo alternativo manteneva il suo particolare stile di animazione anche all’interno dell’universo di Miles, dove era ambientata la vicenda. Nella stessa scena quindi coesistevano lo stile Looney Tunes di Spider-Man con quello anime di Peni Parker o con il classicissimo bianco e nero di Spider-Man Noir.

Questo concetto sarà portato ancor più all’estremo in Spider-Man: Across the Spider-Verse, dal momento che, come visto dal primo teaser trailer diffuso, questa volta sarà Miles a spostarsi tra i vari universi, insieme a Spider-Man 2099 (che nel primo film faceva un brevissimo cameo nella scena post-credit).

Come ha dichiarato Chris Miller, regista del film insieme a Phil Lord, in un’intervista a Collider, la trama ha offerto la possibilità di dare libero sfogo alla fantasia nella rappresentazione dei differenti universi:

“È, come ha detto Phil, un sequel molto ambizioso, perché non volevamo semplicemente ripetere la stessa cosa. E quindi l’idea che saremmo andati in dimensioni diverse ha davvero aperto l’opportunità creativa di avere ogni mondo con il proprio stile artistico e di poter spingere le persone di ImageWorks a sviluppare un modo per far sembrare ogni dimensione come se fosse stata disegnata dalla mano di un altro artista.”

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