Encanto, intervista ai registi: “Non è il talento a definirti, ma quanto condividi con le altre persone”
Il film Disney di Natale è su Disney Plus dal 24 dicembre.
Pubblicato il 29 Dicembre 2021 alle 18:00
Un po’ a sorpresa, il film d’animazione Disney di Natale di quest’anno, Encanto (qui potete leggere la nostra recensione), è arrivato su Disney Plus dal 24 dicembre. La pellicola celebra la cultura latina in tutto e per tutto – fin nelle canzoni di Lin-Manuel Miranda, che partecipa anche col suo solito cameo al cast – e la famiglia.
Ne abbiamo parlato con il cast in quest’intervista ai registi: abbiamo incontrato su zoom i filmmaker Jared Bush (regista), Byron Howard (regista e sceneggiatore) e Charise Castro Smith (co-regista e sceneggiatrice) ed ecco cosa ci hanno raccontato!
Encanto, intervista ai registi Jared Bush, Byron Howard e Charise Castro Smith
C’è l’espressione ‘ci vuole un villaggio’ e in Encanto ci vuole letteralmente un villaggio. Quanto è importante la comunità, specialmente oggi nei tempi che stiamo vivendo?
Bush: Enorme. In realtà è una delle principali tematiche di Encanto. Abbiamo una famiglia di ben 12 persone che ha aiutato la propria comunità per decadi, a partire da Abuela Alba, che vuole proteggerla da sempre. Senza fare spoiler, sarà anche quella stessa comunità ad aiutare la famiglia e quest’ultima dovrà imparare ad accettarlo. Quindi penso siano importantissimi questi legami nella comunità che dobbiamo cercare di costruire e soprattutto mantenere.
Oggi nei tempi che stiamo vivendo è molto facile concentrarsi sulle differenze ma questo film vuole proprio ricordarci che è importante pensare agli altri e ricordarci che probabilmente sono molto più simili a te di quanto pensi e stanno vivendo i loro tormenti e problemi. Cercare di vedere l’altro nella comunità e di provare empatia per il prossimo sono sicuramente due messaggi di cui speriamo che il pubblico faccia tesoro.
Avete preso la Casa, che nei film soprannaturali spesso è visto come qualcosa di negativo, di infestato e l’avete resa un posto magico in senso positivo, una casita che aiuta i propri inquilini. Quanto vi siete divertiti ad animarla?
Castro Smith: Il nostro team di animatori si è divertito tantissimo ad animarla e a capire come poteva esprimere se stessa al meglio, come si sarebbe mossa. Mentre pensavamo alla famiglia durante la realizzazione del film, pensavamo alla casa come luogo che contiene sue memorie, i suoi ricordi, le sue emozioni, le sue speranze, i suoi sogni. Quando entri a casa di una persona, puoi sentire l’energia di quella famiglia in un certo senso tra quelle mura. Quindi in questo film volevamo renderla letteralmente viva e un personaggio a tutti gli effetti. L’abbiamo immaginata quasi come il cane di famiglia, che ha le proprie preferenze tra i parenti, una propria personalità, le proprie opinioni e il simbolo della famiglia come collettività.
Encanto ha tanti messaggi. Uno che ho apprezzato particolarmente è quello che se hai un talento, la gente spesso ti fa credere che sei solo quello, ma non è vero. È interessante nel film questo doppio punto di vista: non solo quello di Mirabel che è senza poteri, ma anche quello degli altri parenti che li hanno, è una scelta coraggiosa in una società sempre più competitiva.
Howard: Siamo molto d’accordo con te ed era proprio questa una delle tematiche che volevamo far passare col nostro film. Soprattutto oggi coi social media tendiamo a giudicare noi stessi rispetto a quanto vediamo accadere nelle vite degli altri, senza però avere il quadro completo. Ma succede anche all’interno delle nostre famiglie, come abbiamo scoperto negli ultimi cinque anni parlando con i nostri parenti. Ognuno ha i propri problemi e tormenti che spesso non condivide con gli altri, e quindi ci vuole empatia, senso di prospettiva e banalmente tempo per imparare questi aspetti che ti connettono a un livello umano.
Hai proprio ragione: non è il tuo talento a definirti, ma piuttosto il tuo cuore, la tua empatia, quanto condividi e metti in comune con le altre persone. La nostra speranza è che quando le famiglie andranno a vedere Encanto, si potranno riconoscere nei Madrigal, indipendentemente da dove vengano e quali siano le loro origini. Siamo molto interessanti alle conversazioni che possono scaturire tra i membri di una famiglia dopo aver visto il film, sentendo le canzoni e cercando di capire chi è chi nel proprio nucleo familiare, e chi ha quel talento e quel superpotere, è davvero interessante per noi.
Com’è stato lavorare con Lin-Manuel Miranda? Com’è stato il processo creativo nel far coincidere la sceneggiatura e le canzoni?
Castro Smith: Siamo stati estremamente fortunati ad avere Lin-Manuel Miranda fin dalle prime fasi della produzione, e andando avanti è rimasto con noi non solo nella creazione della sceneggiatura ma anche dei personaggi. Mentre io e Jared scrivevamo e pensavamo ai momenti in cui si sarebbe potuta essere una performance musicale, la proponevamo a Lin-Manuel e lui tornava con qualcosa di meraviglioso, non solo nei testi dei brani ma anche nelle scelte musicali che avrebbe fatto e avrebbe inserito nel resto dello script. È stato un vero e proprio strumento fin dall’inizio nel dare forma alla storia e ai protagonisti.