Amazing Spider-Man 75 – Il finale del ciclo di Nick Spencer | Recensione
Si conclude la lunga gestione di Nick Spencer, e tutti i nodi finalmente verranno al pettine ! Qual è il mistero di Kindred, e riuscirà Spider-Man a sconfiggerlo una volta per tutte ???
Pubblicato il 14 Dicembre 2021 alle 16:45
Autori: Nick Spencer, Christos Gage (testi), Humberto Ramos, Mark Bagley, Marcelo Ferreira, Zé Carlos, Carlos Gomez, Dio Neves, Ivan Fiorelli (disegni)
Formato: 17×26, 88pp., S., colori
Prezzo: 7,90 euro
Genere: Supereroi
Provenienza: USA
Casa editrice: Panini Comics
Data di pubblicazione: 9 dic. 2021
Iniziata nel 2018, in occasione del grande rilancio denominato Fresh Start, che interessò tutto il parco testate della Marvel, la lunga gestione dello scrittore Nick Spencer su The Amazing Spider-Man giunge infine alla sua conclusione, non senza strascichi e polemiche.
Partita come un vero e proprio ritorno alle origini, dopo le tante vicissitudini vissute in precedenza dal personaggio, la run di Spencer è passata da trame molto leggere e divertenti, che strizzavano l’occhio all’ingenuità quasi naif dei favolosi anni Sessanta, ad altre più cupe e violente, che invece volevano omaggiare ( e in qualche modo rielaborare ) saghe celeberrime come L’ultima caccia di Kraven e quella del Mangiapeccati di Peter David.
Il filo comune che legava tutti questi story-arc era la presenza nell’ombra di una minaccia demoniaca, che poi scopriremo chiamarsi Kindred, pronta a rovinare da un momento all’altro la vita dell’Arrampicamuri, di cui conosceva molto bene l’identità e i suoi affetti più cari.
Il “nemico misterioso” che trama nelle retrovie, del resto, è sempre stato un marchio di fabbrica del padre del Tessiragnatele, Stan Lee, e da tempo non ne rivedevamo uno nelle storie attuali, per cui possiamo considerare anche questo un ulteriore omaggio del nostro Spencer al glorioso passato del personaggio.
Come scopriremo più avanti, questo demone sarà legato a doppio filo alla famiglia Osborn, ormai epicentro di quasi tutti gli eventi più epocali e drammatici che riguardano il nostro eroe. In questo caso, però, lo scrittore ha voluto ricucire e dare un senso a decenni di trame, spesso discutibili e controverse, e mai risolte dai vari autori che si sono avvicendati nel corso degli anni.
Prendendo come mantra il tema del “peccato”, Spencer si rifà appunto a saghe precedenti che coinvolgono in particolare Harry Osborn, morto eroicamente nell’indimenticabile Spectacular Spider-Man #200, di DeMatteis e Buscema, per poi ricomparire anni dopo, vivo e vegeto, nel cosiddetto Brand New Day, ovvero il discusso rilancio che seguì alla famosa saga One More Day, nella quale il matrimonio tra Peter e Mary Jane fu “cancellato” da Mefisto, con l’intento da parte degli autori di far tornare il personaggio a uno status quo più fresco e giovanile.
Questo repentino ( e contestatissimo ) cambio di rotta di Spider-man lasciò molti punti in sospeso, mai del tutto chiariti, così come altre saghe dello scrittore J.M. Straczynski, che non citeremo qui per non rischiare di rovinare la sorpresa a chi ancora dovesse leggere gli ultimi numeri del quindicinale.
Quando prese in mano le redini di Spider-Man, probabilmente Spencer si sarà prefissato l’obiettivo di mettere una pezza a tutti questi “disastri narrativi”, cercando di fare ordine nella travagliata vita editoriale del personaggio. E questo è sicuramente encomiabile, anche solo per lo sforzo profuso, ma nella pratica non certo di facile realizzazione…
Negli ultimi numeri della sua gestione in particolare, lo scrittore infatti sembra perdere la bussola, spesso ripetendosi in maniera ridondante, con un tira e molla psicologico infinito tra Spider-Man e Kindred, che finirà per deflagrare nel caos assurdo della Sinister War, ovvero una saga quanto mai confusionaria, anche solo per il numero di personaggi/villain coinvolti ( sei squadre di Sinistri Sei ! ).
Insomma, un gran guazzabuglio dove l’autore ha voluto chiaramente alzare il tiro il più possibile, senza però avere un’idea precisa di dove andare a parare, visto che così tanti personaggi sono praticamente ingestibili, e tutto sommato inutili, se si vuole dare una sorta di spessore e di coerenza al racconto. Tutto questo, poi, per risolvere subito dopo la situazione e il mistero di Kindred con un piano contorto e macchinoso, che ricorda molto la risoluzione di un’altra controversa saga come quella del Clone, dove non a caso c’era sempre di mezzo Osborn, senza però l’”aggravante” di demoni ed esseri metafisici vari.
Un conto quindi è l’intenzione, ma un altro è riuscire a portare a casa il risultato in maniera convincente, cercando di mettere ordine in anni di storie già di per sé intricate e confuse.
Purtroppo il nostro Spencer non ci è riuscito, e per di più risolve tutto in maniera frettolosa e banale, depotenziando proprio sul finale tutta la carica malefica e sinistra del supervillain da lui stesso creato. Considerando che proprio su di lui si era basata la sua lunga run, è stato un po’ come vedere un grosso castello di carte cadere dopo un buffetto…
Il senso di confusione e di poca linearità della trama si rispecchia, ahimé, anche nei disegni, visto che assistiamo a una continua alternanza di artisti, all’interno della stessa storia, che dopo un po’ disorienta e non riesce a dare una continuità grafica al racconto.
Questo problema purtroppo riguarda non solo l’ultimo numero, ma anche quelli precedenti, per cui vediamo un veterano senza troppa ispirazione come Mark Bagley, che si limita qui a svolgere il compitino, affiancato dal tratto più particolare e caratteristico di Marcelo Ferreira, presente solo per poche tavole, a differenza degli spagnoli Zé Carlos e Carlos Gomez, che invece hanno uno stile più preciso e lineare, da tipico fumetto mainstream supereroistico, e forse anche per questo uno spazio più ampio.
Ma non è finita qui. Essendo l’ultimo numero di lunghezza extra, trovano spazio anche le tavole più grossolane e grezze di Dio Neves, mentre è un piacere ammirare un altro italiano alla corte della Casa delle Idee come Ivan Fiorelli, il quale ha un tratto molto stilizzato e “fumettoso”, che ben si adatta alle linee dinamiche del Ragno. E’ opera sua anche la breve storia in appendice, che introduce Ben Reilly e le future trame della testata.
Chiude il cerchio un altro artista che, come Bagley, ha legato indissolubilmente il proprio nome e la propria carriera a quella del Ragno, ovvero Humberto Ramos, il quale ci saluta con le ultime due tavole, mostrando un tratto più maturo e meno caricaturale del solito.
Nel complesso, quindi, questa lunga gestione di Nick Spencer sul Ragno non è stata molto convincente, forse perché troppo legata ad un passato che non ha saputo rielaborare nel migliore dei modi, finendo poi per fagocitarla, anziché dar vita a qualcosa di veramente nuovo e interessante. L’unico merito che doveva avere era quello di rimettere ordine nel caos della continuity, ma alla fine gli è riuscito male pure quello, per cui possiamo considerarla, purtroppo, una grande occasione mancata.
In Breve
Storia
5
Disegni
6.5
Cura editoriale
7
Sommario
Nick Spencer chiude il suo ciclo su Spider-Man con una storia extra-large, dove vengono a galla tutti i problemi che hanno caratterizzato la sua gestione, e in particolare gli ultimi numeri. Una trama confusionaria, ridondante e frettolosa nella risoluzione, che depotenzia tutto ciò che aveva costruito fino a quel momento. Buona l’intenzione di rimettere ordine nella travagliata continuity ragnesca, ma poco convincente, ahimé, l’esecuzione e soprattutto il risultato finale.