Spider-Man No Way Home: recensione dell’attesissimo terzo capitolo con Tom Holland
Il film è solo al cinema dal 15 dicembre 2021.
Pubblicato il 15 Dicembre 2021 alle 09:11
Titolo originale: Spider-Man No Way Home
Scritto da: Chris McKenna, Erik Sommers
Diretto da: Jon Watts
Basato sui fumetti Marvel di: Stan Lee & Steve Ditko
Cast: Tom Holland, Zendaya, Benedict Cumberbatch, Jacob Batalon, Jon Favreau, Marisa Tomei
Produzione: Columbia Pictures, Marvel Studios, Pascal Pictures
Distribuzione: Sony Pictures Italia, 15 dicembre
“A volte, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, dimentico che sei solo un ragazzo”
Si è detto e letto di tutto su Spider-Man No Way Home, il terzo capitolo dedicato all’Amichevole Uomo Ragno di Quartiere interpretato da Tom Holland e diretto da Jon Watts. Un hype (quasi) senza precedenti, con un record di prevendite al botteghino da isteria collettiva. Quando accade questo, spesso le aspettative così alte finiscono in un tracollo post visione e post arrivo in sala. Questa è sicuramente l’eccezione alla regola. Lo abbiamo visto in anteprima e non vogliamo rovinarvi la sorpresa quindi sappiate che la recensione che state per leggere è senza spoiler ma cercheremo di restituirvi il mood del film.
Spider-Man No Way Home: da teen movie a film della maturità
Spider-Man No Way Home inizia esattamente dove avevamo lasciato il nostro Tom Holland alla fine dello scorso capitolo: Mysterio ha rivelato post mortem la vera identità dell’Arrampicamuri. Subito, da quel momento, con una sequenza dinamica e parecchio concitata, ci vengono mostrate le conseguenze che la fama può fare per un supereroe così come per un qualsiasi attore prodigio, soprattutto se ancora così giovane, catapultato al centro della scena suo malgrado. Non solo non c’è privacy, ma sono le persone accanto a lui a soffrirne di più solo perché fanno parte della sua vita. Ed è proprio per aiutare MJ (Zendaya) e Ned (Jacob Batalon) – rispettivamente fidanzata e migliore amico, che non riescono ad essere ammessi al college solo perché lo conoscono – più che se stesso – è questa l’etica di Spider-Man – che Peter va a chiedere aiuto all’unico stregone che conosce, il Dottor Strange (Benedict Cumberbatch), in modo che rimetta a posto le cose. Un viaggio nel tempo è fuori discussione… ma un incantesimo che tolga la memoria sull’identità di Spider-Man al mondo?
E’ proprio da questo spunto e da un incantesimo modificato troppe volte che si apre uno squarcio nel Multiverso, costringendo Strange, Spidey e anche MJ e Ned ad affrontare dei villain arrivati da altri universi: dal Dottor Octopus di Alfred Molina al Green Goblin di Willem Dafoe e altri. Inizierà così una sfida contro il tempo per l’Amichevole Spider-Man di Quartiere per ripristinare l’ordine in tutti gli universi e riportare equilibrio nella propria vita.
Fin da questo assunto, appare chiaro come Jon Watts e gli sceneggiatori Chris McKenna e Erik Sommers abbiano creato una pellicola ancora squisitamente teen ma che guarda all’età adulta, con il primo approccio all’università. Peter/Spidey dovrà maturare più che mai in questo film. Recupererà ciò che molti hanno tacciato essergli mancate come caratteristiche rispetto agli Spider-Man che lo hanno preceduto, sempre in modo fluido e mai fuori posto. E’ anche un film che si riallaccia per molti aspetti ad alcune tematiche e concetti di Spider-Man: Un Nuovo Universo: non si parla più (solo) di eredità, ma di presa di consapevolezza, un vero romanzo di formazione per fare pace con le proprie due identità e due vite e imparare il lavoro di squadra, dato che è spesso (come Superman per la DC) stato tacciato di sentire sempre tutto il peso del mondo sulle proprie spalle: d’altronde da un grande potere derivano grandi responsabilità … ma non è detto che si debbano prendere tutte in una volta.
Sony Pictures è riuscita a fare un miracolo con Spider-Man No Way Home: un capitolo che non disattende l’hype e la curiosità creati, anzi li supera in modo insperato, toccando tematiche molto importanti, equilibrando commedia e dramma in modo squisitamente adorabile, dando il giusto spazio ai vari personaggi, con la macchina da presa di Jon Watts iper-dinamica, che si diverte e sperimenta toccando anche quella à là Inception di Doctor Strange. Un film che celebra il personaggio di Spider-Man e la sua crescita ed evoluzione, da teen movie a film più maturo e consapevole, dando finalmente una bella scossa (dopo WandaVision), anzi un colpo di ragnatela, a questa Fase 4 del Marvel Cinematic Universe. E, ovviamente, restate fino alla fine dei titoli di coda, per rimanere completamente appagati.
In Breve
Giudizio Globale
9.0
Sommario
Un capitolo che non disattende l'hype e la curiosità creati, anzi li supera in modo insperato, celebrando il personaggio di Spider-Man e la sua crescita ed evoluzione, da teen movie e film più maturo e consapevole, dando finalmente una bella scossa (dopo WandaVision), anzi un colpo di ragnatela, a questa Fase 4 del Marvel Cinematic Universe.