The Marvels, Kurt Busiek e i retroscena del suo nuovo fumetto

Pubblicato il 4 Dicembre 2021 alle 08:00

Non poteva esserci un tempismo migliore: poco più di una settimana dall’arrivo del primo volume di The Marvels nelle fumetterie e librerie italiane per merito di Panini Comics, l’autore Kurt Busiek concede un’interessante e lunga intervista a Ben Morse per il sito ufficiale della Marvel, svelando diversi retroscena che hanno portato alla creazione del suo nuovo progetto fumettistico per la casa editrice newyorkese.

Nel dettaglio, lo sceneggiatore di veri capolavori della nona arte quali Marvels (1994) e Avengers Forever (1999) ha spiegato: “Anni addietro, mentre stavo lavorando sugli Avengers, c’era gente che voleva Spider-Man e Wolverine nel team – cosa che poi è successa! – ma io non apprezzavo particolarmente l’idea.

Eppure, mi piaceva il concetto di un fumetto che avrebbe raggruppato molte delle più grandi star della Marvel, a prescindere dal fatto che assieme appartenessero a una squadra o meno.

Dissi a Tom [Brevoort, n.d.r.] che forse poteva esserci un fumetto del genere, uno in cui più personaggi si sarebbero riuniti assieme, pur non essendo un gruppo — e come in un romanzo di Tom Clancy, ci sarebbero stati molteplici fili narrativi, di modo che i personaggi potessero prendervi parte anche se non avevano incontrato gli altri.

Il titolo che per me aveva più senso era The Marvels, ed ebbi qualche sciocca idea riguardo a un nuovo personaggio misterioso — un controller che avrebbe messo assieme tutti questi protagonisti, volenti o nolenti.

Ma non mi sembrava funzionare, ed ero troppo occupato su altri progetti, quindi non lo portammo più avanti. Ai tempi, perlomeno.”

Lo storico editor Tom Brevoort è poi intervenuto tirando in ballo la fittizia repubblica socialista di Siancong, nata sui fumetti degli anni Sessanta di Stan Lee & Don Heck e finita al centro dell’attenzione prima grazie alla recente miniserie History of the Marvel Universe di Mark Waid e Javier Rodríguez, e poi proprio con The Marvels, disegnata da Yildiray Çinar.

“L’idea specifica della Guerra in Siancong”, svela Brevoort, “risale ai tardi anni Novanta, quando stavamo lavorando sugli Avengers e su altre serie.

L’idea era che Kurt, Roger Stern e Mark Waid la avrebbero stabilita nel corso di diverse serie a fumetti. Ma alla fine non se ne fece più nulla — e adesso, venti anni dopo, ce n’è un bisogno ancora maggiore per questioni cronologiche.

Dunque lo stiamo facendo qui, sulle pagine di The Marvels.”

A questo punto, Busiek scende nei dettagli e svela il piano editoriale con cui la guerra di Siancong avrebbe dovuto originariamente esordire negli anni Novanta.

Ed è esattamente lì che dovevano prendere luogo avvenimenti cruciali della continuity Marvel quali la trasformazione dell’industriale Tony Stark in Iron Man, questo al fine di svecchiare il materiale originale e mettere una pezza su tutti quegli eventi al giorno d’oggi cronologicamente improponibili.

Afferma lo scrittore: “L’idea era di realizzare un mini-crossover tra Iron Man, Captain America: Sentinel of Liberty, Marvel Universe e forse Avengers che fosse intitolato approssimativamente “War Dragons”, che avrebbe raccontato la storia di una guerra in Siancong (ai tempi ancora chiamata Sin-Cong) nell’arco di più anni, dal momento che ognuno di questi fumetti prendeva luogo in un differente lasso temporale.

In Marvel Universe avremmo visto l’inizio del conflitto, in Sentinel of Liberty il suo apice e in Iron Man le ripercussioni di quegli eventi ai giorni nostri.

Parte di quell’idea era che avremmo avuto una guerra fittizia che sarebbe potuta servire come un posto in cui Flash Thompson avrebbe svolto il servizio militare, in cui avremmo collocato le origini di Iron Man e altri eventi di questo tipo.

Ignoravamo, ai tempi, che ci sarebbe stata una vera guerra mondiale in Afghanistan che sarebbe durata per vent’anni… ad ogni modo, ai tempi neanche questo progetto avrebbe visto la luce.

Quando abbiamo iniziato a discutere in merito alle idee per il venticinquesimo anniversario di Marvels, la possibilità di realizzare The Marvels è di nuovo riemersa.

Ma non sarebbe stata la stessa cosa, dal momento che la serie degli Avengers è cambiata concettualmente, e non c’era più bisogno di produrre un fumetto con i ‘grossi eroi tutti assieme’.

Ma l’idea di una serie che avrebbe radunato i personaggi provenienti da tutto l’Universo Marvel, utilizzando liberamente chiunque da qualsiasi luogo — e forse anche da qualunque epoca — era allettante.

L’idea per War Dragons è stata inserita qui non tanto per focalizzarci sulla guerra, come era il nostro intento originale, ma più per usarla come una storia che si sarebbe diramata nel corso del tempo, e che poteva coinvolgere un sacco di volti del Marvel Universe, dalle top star ai personaggi più oscuri, e inglobare anche dei frammenti di storia.

Ed è perfino apparso un manipolatore misterioso — sebbene sia una versione estremamente diversa da quella che ho pensato originariamente.

Ci fu un periodo nel corso degli anni in cui Tom e io parlammo di una serie degli Invasori ambientata ai giorni nostri, e quell’intera sequenza di apertura di The Marvels #1 con la caduta ad alta quota e le granate fumogene con l’ingresso in scena degli eroi erano qualcosa che avevo pensato proprio per quel progetto, ma qui si sono inserite davvero bene.

E così ho iniziato a combinare varie idee, e alla fine si è sviluppato ciò che stiamo effettivamente facendo.

In effetti si è sviluppato sempre più man mano che lo stavamo realizzando, ed è stato anche divertente.

All’inizio, come ho già detto, volevamo usare i principali personaggi di tutto il Marvel Universe, quindi diciamo che stavo scegliendo un paio di Vendicatori, un X-Man, un membro dei Fantastici Quattro, qualcuno del mondo di Spider-Man, un altro ancora dei recenti sviluppi coi personaggi asiatici e via dicendo.

Da lì, siamo più o meno andati dove ci ha portato la storia. Nello scegliere i membri della squadra esplorativa di Reed Richards del terzo numero, ad esempio, abbiamo avuto un’operazione congiunta franco-americana, dunque usare un paio di personaggi francesi come Batroc e il futuro Peregrine è stato divertente, così come lo è stato per il fronte statunitense, col pre-M.O.D.O.K. George Tarleton — che in ogni caso volevamo usare in una futura storia — e “Crash” Simpson delle vecchie storie di Ghost Rider.

Insomma, c’è una certa quantità di “abbiamo bisogno di personaggi sufficientemente popolari da far sì che i lettori vogliano dare un’occhiata al fumetto” e di “abbiamo bisogno di personaggi che servano alla storia”, e poi un mucchio di “chi vuole scrivere Kurt?”. Come ad esempio Powderkeg — necessitavo di un villain piuttosto semplice per una scena di azione con Aero, e a me Powderkeg piace, quindi andava inserito e basta.

Ci sono personaggi che mi piacerebbe usare in futuro perché, beh, mi piacciono. E so che anche Yildiray ama alcuni di loro, quindi sarei più propenso a inserire personaggi che so si divertirebbe a disegnare.

Vogliamo che il fumetto sia accattivante, sorprendente, e vogliamo divertirci. Con qualunque cosa serva per riuscirci.

Ci saranno alcuni personaggi minori che spunteranno fuori qua e là. Non vorrei annunciarli prima del tempo perché è più divertente quando sono una sorpresa.

Oltre a ciò, attualmente sto sceneggiando il terzo atto di questa prima storia, e questo non è un buon momento per inserirci alcuni nuovi personaggi di grande importanza — quelli vorresti metterli sul palcoscenico già nel primo atto. 

E questo primo arco narrativo è stato più lungo di quanto mi sarei aspettato — all’inizio pensavo che sarebbe durato forse sette albi, ma con tutti i personaggi che hanno bisogno di spazio per respirare e i capitoli ambientati nel passato, siamo finiti per arrivare ai dodici numeri, e anche lì ho dovuto trovare un compromesso che permettesse all’altra metà della storia di rispuntare fuori più in là.

Tom e io non abbiamo ancora parlato su ciò che potremmo fare dopo questo arco narrativo, ma confesso di avere un forte desiderio di scrivere ancora una volta Iron Fist, magari tornando alla continuity degli anni Settanta o di inizio anni Ottanta. E Namorita. E altri. C’è un gran bel personaggio di quei tempi chiamato Wundarr, e continuo a cercare di riportarlo sulla scena — è diventato Aquarian anni fa, ma prima di quel cambiamento era decisamente più divertente di così.

E non sai mai quando il Fante di Cuori potrebbe spuntar fuori. Yildiray è disposto a usarlo, ma non ha avuto modo di disegnare quel costume per molti numeri di seguito, quindi potrebbe cambiare idea in fretta. Inoltre, sapete, ci saranno anche nomi più rilevanti.

Per ciò che concerne il personaggio Kevin Schumer, Busiek dichiara: “Non ricordo esattamente da dove è partita l’idea di impostare la storia dal punto di vista di Kevin — per anni, ho avuto nella mia testa l’immagine di qualcuno che utilizzava una vecchia pistola cosmica dello Zodiaco recuperata da qualche parte. E quest’idea si è trasformata in un tizio che fa operazioni di recupero nei luoghi di battaglia dei supereroi, utilizzando questa tecnologia danneggiata e ricondizionata proveniente dalla storia Marvel.

E mentre stavamo parlando di The Marvels, sembrava una buona idea avere un personaggio che non fosse un supereroe fatto e finito, ma che potesse darci una prospettiva sul loro mondo differente da quella che di solito guardiamo — e ho presente questa immagine di un ragazzino del college che fa i tour supereroistici a Manhattan in una vecchia, scalcagnata e arrugginita Fantasticar.

Quel tizio è diventato Kevin. E mi è venuto naturale collegarlo al Riparatore. Poi ho scaricato tutto questo materiale ad Alex Ross, che ha svolto un lavoro fantastico nell’attribuirgli un design, e alla fine quel personaggio si è dimostrato un piacere a scriverlo. Spero solo di avere ancora più spazio da dedicargli per approfondirlo maggiormente.

Se siete nuovi lettori Marvel, credo e spero che sia un buon modo per inserirsi nel contesto — un posto dove vedere la piena espansione del Marvel Universe e avere l’opportunità di conoscerlo senza che ci sia bisogno di un avanzato grado di conoscenza in termini di continuity. Se siete cultori di lunga data, riporteremo personaggi che non vedevate da anni. Quindi confidiamo che The Marvels sarà un piacere a prescindere da quanto voi conosciate.”

The Marvels è dunque una lettura consigliata per ogni tipologia di fan, a prescindere dal suo background di conoscenze marvelliane. Ma cosa bisognerebbe sapere su Siancong prima di partire con la lettura?

“Nulla”, risponde Busiek. “Abbiamo introdotto Siancong nella prima uscita e ne vediamo di più nella seconda, ed entrambi gli albi dovrebbero tenere al passo i lettori.

E nei numeri successivi, vedremo come la Guerra Siancong sia cominciata e perché, così come si è conclusa. Io penso che i lettori non dovrebbero fare alcuna ricerca prima di leggere una storia — è parte del mio lavoro far sì che ciò che stanno mantenendo nelle loro mani (o leggendo su schermo) sia godibile, comprensibile, e accogliente tutto da solo.

Non dovrebbero esserci dei compiti da fare a casa quando si tratta di leggere fumetti. Detto ciò, se i lettori vogliono leggere una delle prime apparizioni di Siancong, come Avengers (1963) #18, dove è stata vista per la prima volta, o Avengers Spotlight #22, dove è contenuta la genesi dello Spadaccino, potrebbe essere divertente. Ma non ne hanno alcun bisogno.”

D’altro canto, reperire vecchie storie è quasi un obbligo per i maniaci di continuity: se rientrate in questa categoria, il leggendario Kurt Busiek ha facilitato le vostre ricerce proponendovi una lista dei fumetti essenziali da affiancare al suo The Marvels.

“Non vi dirò dove trovare più fumetti di Spider-Man o di Capitan America, ma la storia di Iron Man uscita su Tales of Suspense #41 fornirebbe ai lettori uno sguardo della prima (e unica) volta in cui Carlo Strang è mai apparso.

O Daredevil (1964) #47, per un’altra angolazione di una scena vista in The Marvels #1. O le apparizioni di Lady Lotus in Invaders (1975) #37-41 e Captain America: Forever Allies.

Le apparizioni di Aero nella sua serie personale o in Agents of Atlas sarebbero un buon modo per scoprire di più su di lei, e certamente le storie degli X-Men da House of X/Powers of X in poi mostreranno l’attuale status quo di Tempesta.

Per Aarkus, la Visione della Golden Age, i lettori possono arrivare alle sue primissime apparizioni in Marvel Mystery Comics partendo dal tredicesimo episodio o la miniserie Avengers/Invaders o All-New Invaders #1-5.

Potrei continuare ancora — l’intero team di Reed Richards in The Marvels #3 ha storie in tutti i luoghi dell’Universo Marvel, Ace è apparso in due Annual di Spectacular Spider-Man, mentre il Riparatore ha fatto tante comparse nelle avventure di Spider-Man e altrove.

Perfino Powderkeg è stato abbastanza coinvolto nella storia Marvel. Ma è così che questa serie funziona — quando abbiamo detto ‘Chiunque, dovunque, in qualsiasi momento’, non stavamo scherzando. Ci stiamo servendo di personaggi provenienti da ogni parte.

Ma voi non avrete bisogno di conoscere nulla di loro. Se volete saperne di più, posso raccomandarvi di tenerli d’occhio… chissà, potremmo perfino riportare indietro Thunderboot, o Ixar e gli Ultroidi. Ma tutto ciò che avrete bisogno di sapere lo otterrete dalla stessa The Marvels”.

A completare quest’intervista sono presenti anche le dichiarazioni di Yildiray Çinar, talentuosissimo disegnatore turco che in Marvel Comics si è fatto un nome con Superior Iron Man e testate del sottobosco mutante quali Cable e Weapon X.

L’artista parla fin da subito del suo reclutamento in The Marvels da parte dell’editor: “Tom mi ha contattato e informato sul progetto.

Mi ha anche detto che Kurt aveva fatto il mio nome, il che per me è stato incredibile. Ho sempre sperato di lavorare con Kurt, un giorno. Alex Ross era ai design. Naturalmente, sono salito a bordo.

Collaborare con Kurt è grandioso. Stiamo adoperando il metodo Marvel. Ciò mi dà un po’ di libertà e spazio.

Ovviamente, conversiamo sempre a ogni passaggio. Io ricevo la sceneggiatura e invio le tavole abbozzate a matita a Kurt, Tom e al resto del team.

Dopo aver discusso riguardo a quel che dovrebbe esserci o meno, tutto quel che devo fare è completare le pagine. È un fumetto impegnativo quindi ci teniamo sempre in contatto”.

Qual è il personaggio che più gli è piaciuto disegnare? “Non ne sono sicuro”, afferma. “So che vi suonerà ordinario ma tutto il cast della serie è divertente da disegnare. Ma c’è Spider-Man… comunque, nelle ultime pagine che ho appena finito, Visione è stato il mio preferito.”

E per ciò che concerne il personaggio che vorrebbe aggiungere al ben nutrito cast di protagonisti? “Spero di poter disegnare un Hulk ma non sai mai quel che vedrai in questa testata.”

In chiusura, Çinar spende qualche parola anche su Siancong e sui character design di Alex Ross per la testata.

“Credo che questa sia la prima volta che vediamo Siancong così nel dettaglio. Ovviamente esiste fin da Avengers (1963) #18, ma penso che questa sia la prima volta che stiamo dando uno sguardo (ancora) più dettagliato al paese sia dal punto di vista storico che attuale.

Per di più ho potuto disegnare il nuovo look di Lady Lotus. Tutti gli altri nuovi personaggi come Kevin, Warbird, Visione e Threadneedle hanno i design di Alex, ma io sono il primo artista a metterli su pagina, il che è grandioso.”

Come dicevamo in apertura, il primo tomo italiano di The Marvels è fresco di stampa. Sottotitolato “Le Meraviglie”, ha una foliazione di 120 pagine per un prezzo di copertina di 16 euro e raccoglie i primi cinque capitoli della serie americana. Quella che segue è la sua sinossi ufficiale riportata da Panini Comics sul suo sito web.

“Una nuova serie regolare scritta da Kurt “Marvels” Busiek! Un’opera ambiziosa con storie che attraversano decenni e spaziano dal cosmo al dramma umano. Con – letteralmente – tutti gli eroi Marvel: dai primissimi alle superstar del domani. Capitan America, Spider-Man, Punisher, la Torcia Umana, la Visione della Golden Age, Iron Man, Thor e molti altri!”

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