Intervista a Mamoru Hosoda per Belle: “In questo film la tecnologia è uno strumento di speranza”

Il regista giapponese ha tenuto anche una masterclass attesissima. Belle uscirà al cinema il 17 Marzo 2022.

Pubblicato il 3 Marzo 2022 alle 10:25

Tra i più importanti sceneggiatori e registi del cinema di animazione a livello mondiale, già candidato all’Oscar nel 2019 per il film Mirai, Mamoru Hosoda ha presentato ad Alice nella Città a sei anni da The Boy and the Beast il suo nuovo film Belle, già successo al Festival di Cannes (qui la nostra recensione), oltre ad aver tenuto un’attesissima masterclass per il pubblico e gli addetti ai lavori.

Tutto questo dopo aver conquistato il botteghino giapponese: in sole due settimane Belle ha superato il box-office di Mirai ed è ad oggi il secondo film in assoluto per incassi del 2021. Lo abbiamo incontrato e ci ha parlato del mondo di [U] presente in Belle.

Intervista a Mamoru Hosoda per Belle ad Alice nella Città

mamoru hosoda intervista belle

Utilizzare il fantastico per raccontare la quotidianità. Perché questo approccio? Mamoru Hosoda ci racconta che spesso nei suoi film i personaggi vanno avanti e indietro fra virtuale e reale, fra fantasy e realtà e questa dualità a volte si percepisce come se nel mondo reale non si riesca a realizzare ciò che invece è colorato e bellissimo in quello fantastico. “Dovremmo avere la capacità di vedere il bello anche nella realtà e io tento di esprimere questo concetto”.

In Summer Wars il mondo virtuale era qualcosa che ci mostrava come forse siamo troppo dipendenti dalla tecnologia, in Belle invece si rivela la soluzione ad un problema anche grave che scopriamo alla fine del film. Cosa ci voleva dire sul nostro rapporto con la tecnologia nella società di oggi?

“Ovviamente ci sono tante opere dove internet è il tema principale ma è quasi sempre descritto come una realtà distopica, con un’accezione negativa, fin dall’epoca di Tempi Moderni di Charlie Chaplin se ci pensiamo, che era una critica nei confronti della modernità.

Nella storia dell’umanità abbiamo visto come il cambiamento, la novità venga percepita subito come qualcosa da cui guardarsi e da criticare istintivamente. Il mio intento invece vorrebbe essere quello di dire che dovremmo trovare dei lati positivi nelle nuove tecnologie, dare speranza ai giovani per un mondo migliore, in modo che possano utilizzare in maniera positiva internet e i social network.

Molti mi dicono che l’anime non sia il genere adatto per trattare temi sociali importanti, come accade in Belle, ma io credo che se internet dà la possibilità di trovare un altro “io”, di diventare più sicuri di se stessi e realizzarsi anche attraverso l’utilizzo dei social network, questi ultimi hanno amplificato la voce data a problemi come quelli nel film, che altrimenti sarebbero rimasti dentro le quattro mura di casa come qualche anno fa.

Quindi le nuove tecnologie, anche se non totalmente risolutive, possono diventare uno strumento per portare alla luce e far emergere queste problematiche sociali che altrimenti rimarrebbero sopite. Se anche l’anime non fosse il genere giusto, dove ne potremmo parlare?”

Ovviamente non spoilerate il finale del film che porta alla luce queste problematiche (ride)!

mamoru hosoda intervista belle

Ma come ha realizzato il mondo di [U] presente nel film?

“Il mondo virtuale di [U] va oltre Facebook e gli altri social network contemporanei. Facebook ad esempio è pieno di fake news e bisogna stare attenti, non mantiene una posizione neutrale e imparziale, [U] lo immagino invece come un mondo che va al di là di ciò che abbiamo adesso, qualcosa di molto più globale e che abbia maggiore respiro.

E in questo senso le varie collaborazioni che ho avuto finora per costruire gli spazi dei miei film – in questo caso con l’architetto e designer britannico Eric Wong – sono state sempre scelte perché abbiamo ritenuto che avessero la capacità di esprimere il globale in maniera preponderante e importante”.

“Ovviamente accetto consigli per figure professionali italiane che sappiano esprimere la globalità in toto a 360° (ride)”.

Hosoda ha poi concluso raccontando il suo rapporto con La Bella e la Bestia, ben presente nel film, e l’animazione Disney (di cui ricalca inquadrature, movimenti di macchina e location in un paio di sequenze di Belle):

“La Bella e La Bestia ha origine nel XVIII secolo in Francia, dove i diritti d’autore sono estinti ed è per questo che si è potuto riprodurre la storia in varie forme, anche nel mondo cinematografico. Sono adattamenti sempre diversi che vanno contestualizzati ai periodi storici in cui vengono realizzati. Io adoro il romanzo originale nonché quello di Jean Cocteau, quando arrivò il classico Disney io ero da poco nel mondo dell’animazione e in realtà il film mi ha dato ispirazione al punto tale che ho deciso di rimanere nel campo animato per realizzare la mia versione de La Bella e La Bestia“.

Ricordiamo che in Italia Belle di Mamoru Hosoda uscirà al cinema dal 17 marzo 2022 distribuito, non come evento, da Anime Factory, etichetta di Koch Media, in collaborazione con I Wonder Pictures.

Suzu, una liceale di 17 anni, vive nelle campagne della Prefettura di Kochi con il padre, dopo aver perso la madre in giovane età. La prematura perdita ha fatto chiudere Suzu in sé stessa e l’ha allontanata dal padre e dalla cosa che più amava fare: cantare. Dopo aver capito che scrivere musica è il suo unico scopo nella vita, Suzu entra in [U], un mondo virtuale con cinque miliardi di membri online, dove diventa Belle, un avatar di fama mondiale per la sua voce straordinaria. Il suo incontro con un drago misterioso la porta a intraprendere un viaggio ricco di avventure, sfide e amore, alla ricerca della sua vera natura.

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