007 No Time To Die: recensione dell’ultimo James Bond con Daniel Craig
Il film è solo al cinema dal 30 settembre 2021 con Universal Pictures.
Pubblicato il 30 Settembre 2021 alle 13:05
Titolo originale: No Time To Die
Diretto da: Cary Fukunaga
Scritto da: Cary Fukunaga, Neal Purvis e Robert Wade, Phoebe Waller-Bridge
Cast: Daniel Craig, Rami Malek, Léa Seydoux, Lashana Lynch, Ben Whishaw, Naomie Harris, Jeffrey Wright, Christoph Waltz, Ralph Fiennes
Prodotto da: Metro-Goldwyn-Mayer, Eon Productions
Uscita: 30 settembre 2021, #soloalcinema
Distribuzione: Universal Pictures Italia
Con No Time To Die, l’ultimo film interpretato da Daniel Craig che esce dal 30 settembre 2021 dopo quasi due anni di attesa e rimandi dovuti alla pandemia, che appende definitivamente il Martini al chiodo, si celebra la persona James Bond e il mito 007.
Fin dai primi minuti di film e dalla rocambolesca sequenza iniziale appare chiaro come questo sia il film che dirà addio a Daniel Craig, allo 007 ribelle e umano e alle donne della sua vita (il “fantasma” della Vesper di Eva Green, la Madeleine di Léa Seydoux e la Paloma di Ana De Armas). Tutte donne che sembrano averlo tradito ad un certo punto, ma è lui che non riesce a fidarsi di nessuno o c’è qualcosa di più sotto la superficie?
L’intera pellicola – 2 ore e 45 di durata – è un gigantesco commiato al Bond di Daniel Craig, tutto è spettacolarizzato all’ennesima potenza, soprattutto la parte emotiva più che quella action e questa forse è la vera sorpresa per questo grande lungo addio. Tutti gli elementi e i generi della storia sono mescolati (non agitati) insieme e sono tutti volti a un climax ascendente sempre più forte fino al clamoroso epilogo finale. La colonna sonora di Hans Zimmer non è la ciliegina sulla torta ma proprio l’elemento cardine a voler enfatizzare questo commiato.
No Time To Die: è tutta questione di tempo
La regia di Cary Fukunaga segue tutta l’azione possibile delle sequenze adrenaliniche di No Time To Die per poi fermarsi sui personaggi nei momenti di riflessione, di calma prima e dopo la tempesta, e l’ultimo omaggio a 007 avviene anche attraverso degli easter egg come la celebre sequenza gunbarrel ripetuta sotto svariate forme durante il film, non solo all’inizio per introdurre la canzone dei titoli di testa che poi dà il titolo al film, interpretata da Billie Eilish, che esprime tutto il dolore per il tempo che inesorabilmente scorre e ticchetta nella vita di Bond.
Ed è proprio il tempo il tema cardine di quest’ultimo capitolo craigano. Tempo di non morire, tempo da non perdere, tempo da non rimpiangere, tempo di guardare al futuro e non al passato. In fondo dopo il prologo nella nostra Matera ci spostiamo cinque anni avanti nel futuro e Bond è in pensione dall’M16 ma dovrà tornare sui propri passi dopo che un vecchio amico (Jeffrey Wright) lo contatterà, e questo lo porterà al centro di un complotto che lega il pericoloso Blofeld (Christoph Waltz), arrestato cinque anni prima, la Spectre e Madeleine.
Spendiamo due parole infine per la reunion Craig-De Armas dopo Cena con delitto. Lei è la new entry più interessante di questo film (più interessante del villain sfigurato di Rami Malek, quasi impercettibile nel quadro generale e più incentrato sul suo trasformismo che sulle proprie motivazioni e azioni), sfruttata fin troppo poco, che mostra una bond girl elegante ma ironica, goffa, che speriamo di rivedere in un prossimo capitolo quando sarà annunciato l’erede di Craig. Ma per ora di erede non si parla perché bisogna fermarsi a lungo a celebrare l’addio. Nonostante conosciamo la nuova 007 Nomi (Lashana Lynch) non è un film che parla di eredità per il futuro, ma di qui e ora. Ci sarà tempo in seguito per scoprire il vero prossimo James Bond.
No Time To Die è in definitiva un film-manifesto del Bond di Craig, che punta ad innalzarlo a Dio, elevarlo a mito da celebrare negli anni a venire, quasi fossimo in un culto. Il culto di 007. Per sempre.
In Breve
Giudizio Globale
8.0
Sommario
No Time To Die è un film-manifesto del James Bond di Craig, che punta ad innalzarlo a Dio, elevarlo a mito da celebrare negli anni a venire, quasi fossimo in un culto. Il culto di 007. Per sempre.