Zero volume 4 – La fine del Fuoco | Recensione
Pubblicato il 13 Giugno 2021 alle 20:10
L’ultimo volume di Zero incrocia la spy story con la fantascienza pura, e che sfocia nell’esistenziale. Una conclusione inaspettata e piena di sorprese.
Autori: Aleš Kot (testi) AA.VV. (disegni)
Casa editrice: Saldapress
Genere: thriller/fantascienza
Provenienza: USA
Prezzo: € 19.90, 16.8 x 25.6, pp. 144, col., C.
Data di pubblicazione: 27 maggio 2021
Zero volume 4 – La fine del Fuoco è uno degli epiloghi più anomali per una spy story, e tutto ciò è a testimonianza del fatto che si tratta di un fumetto innovativo a prescindere dal genere trattato.
Perché Zero è alla base una spy story, ma scavando nel percorso di Edward Zero si trova un po’ di tutto (QUI e QUI trovate alcune nostre recensioni dedicate ai volumi precedenti di Zero).
Zero – volume 4: tra James Bond e Dune
Zero volume 4, infatti, si conclude come una storia di fantascienza, ed è come se James Bond si trasformasse improvvisamente in Dune. Si riesce finalmente a comprendere perché Edward Zero ha provocato una sorta di apocalisse, e quell’epilogo mostrato all’inizio, con Zero pronto ad essere ucciso, trova il suo senso ed il suo compimento, nella maniera più sorprendente possibile.
C’è da dire che Aleš Kot ha ideato una storia molto particolare, ma, allo stesso tempo, difficile da gestire. E per questo motivo Zero si può considerare una interessante serie a fumetti, ma che non riesce ad andare oltre certe difficoltà di raccontare una storia abbastanza complessa.
Soprattutto in Zero volume 4 – La Fine del Fuoco troviamo un po’ di tutto: dai multiversi, ai flashback e flashforward capaci di intersecarsi, alla storia spy che si mischia con la fantascienza, ad un certo tipo di narrativa autoriale ed esistenzialista che s’incrocia con il genere.
Zero è tutto questo, almeno nella sua ultima parte di percorso. Abbiamo visto questo fumetto iniziare come una classica spy story, diventare ad un certo punto una sorta di action puro, e concludersi come uno sci-fi esistenzialista, di quelli che ruotano dalle parti di Dune e Solaris.
Zero – volume 4: generi cangianti per stili grafici differenti
Un altro aspetto particolare della serie a fumetti Zero, e del suo ultimo volume, è il fatto che ogni albo si caratterizza con disegni particolari, in grado di dare uno stile autonomo ad ogni singola parte della storia, e di far spiccare ulteriormente verso l’alto la qualità del fumetto.
Nel terzo volume abbiamo visto cimentarsi sui disegni artisti come Ricardo Lopez Ortiz, Adam Gorham e Alberto Ponticelli, mentre nel quarto volume si alternano Ian Bertram, Stathis Tsemberlidis, Robert Sammelin, Tula Lotay, Jordie Bellaire, Clayton Cowles e Tom Muller.
Ognuno riesce ad imprimere uno stile personale, ma alla base di ogni disegnatore c’è la ricerca di un tratto sporco, anche nei disegnatori maggiormente precisi. Soprattutto in Zero volume 4 troviamo una ricerca particolare per la china marcata, e per un tratto che si presta al surreale.
Zero è una di quelle storie che non si concludono affatto come sono iniziate, un percorso pieno di svisate, capace di saltare da un punto all’altro, da un genere all’altro, da uno stile grafico all’altro, e che lascia al lettore quella sensazione di aver letto un qualcosa di non perfetto, ma sicuramente ampio e profondo, che ha bisogno di qualche lettura per essere apprezzato in pieno.
Image Comics ha quindi creato un altro fumetto originale e capace di caratterizzarsi, e Saldapress è stata attenta nel dare spazio ad un titolo che meritava comunque di essere proposto al pubblico nostrano. Zero è quini un titolo consigliato.
In Breve
Storia
6.9
Disegni
7.0
Cura editoriale
7.0
Sommario
L'ultimo capitolo di Zero va ad incrociare la spy-story con la fantascienza esistenzialista, concludendo il percorso di Edward Zero, facendo comprendere ciò che ha portato all'apocalisse descritta già nel primo volume di questa storia Image Comics, portata in Italia da Saldapress.