Loki: prime impressioni sulla terza serie Marvel per Disney Plus
Pubblicato il 8 Giugno 2021 alle 11:35
La recensione dei primi due episodi della terza serie Marvel per Disney+.
Titolo originale: Loki
Genere: drama, fantasy, supereroistico
Episodi: 6 di 40-50 minuti ca.
Creata da: Michael Waldron basata sui fumetti della Marvel Comics
Cast: Tom Hiddleston, Owen Wilson, Gugu Mbatha-Raw, Sophia Di Martino, Wunmi Mosaku, Richard E. Grant
Produzione: Marvel Studios
Distribuzione: Disney Plus, 9 giugno 2021
Dopo WandaVision e The Falcon and The Winter Soldier, tocca a Loki farsi strada su Disney+ con la propria serie Marvel Studios nel Marvel Cinematic Universe.
La serie arriva dal 9 giugno (il mercoledì e non più il venerdì quindi, giorno di solito dedicato alle novità in streaming) con un episodio a settimana.
Abbiamo visto i primi due in anteprima e vi raccontiamo cosa aspettarvi senza spoiler.
Le recensioni che stanno arrivando dall’estero e non solo sono tutte estremamente positive, noi ci sentiamo di rimanere leggermente più tiepidi, non perché il materiale di partenza e il costrutto visivo non siano interessanti e con parecchi spunti, ma perché bisognerà vedere dove si va a parare.
Loki, il Dio dell’Inganno o del Libero Arbitrio?
Loki segue le vicende del Dio dell’Inganno, e come da prologo iniziale la miniserie inizia subito dopo gli eventi di Avengers: Endgame.
Loki utilizza il Tesseract del passato per sfuggire agli Avengers… ma dove va a finire? Alla TVA (acronimo per Time Variance Authority) ovvero un luogo senza tempo (o meglio, dove il tempo scorre diversamente) che è adibito a far rispettare la “Sacra Linea Temporale”.
Chiunque compia un’azione che esca dai binari del Destino scritto per lui, crea una variazione pericolosa nelle ramificazioni temporali che porterebbe a un Multiverso (Ritorno al Futuro docet) e quindi va rimesso letteralmente in carreggiata.
E’ ciò che succede a Loki, che sarebbe dovuto morire per mano di Thanos come successo in Infinity War e quindi non trova più spazio e senso di esistere nella propria Linea Temporale.
Che fare? Loki viene reclutato dalla stessa TVA per fermare un pericoloso stregone incappucciato (e ci viene subito in mente la battuta di Falcon nella miniserie a lui dedicata) che sta viaggiando nel Tempo per creare il caos e uccidere gli agenti della TVA.
A garantire per lui Mobius (un trasformista Owen Wilson) che non sa bene perché ma si fida del Dio dell’Inganno, o meglio dice di saper riconoscere quando mente.
La loro missione fa diventare Loki una storia quasi noir, con omaggi agli uffici dei detective privati, e allo stesso tempo una buddy story con una coppia che funziona bene, Tom Hiddleston e Owen Wilson.
Proprio Hiddleston riesce a dare sorprendentemente nuove sfumature al personaggio visto al cinema, finora “relegato” a comprimario/villain e qui non solo elemento centrale ma anche scatenante, combattuto fra la propria natura e quello che la TVA gli permette di essere.
Soprattutto fra il suo “potere divino” e un altro potere che viene messo in gioco, quello del Destino, dicendoci quindi che è tutto già prestabilito nel Marvel Cinematic Universe (da Kevin Feige ci verrebbe da aggiungere simpaticamente, ndr) e che quindi non esiste apparentemente il Libero Arbitrio.
Un plot twist interessante che porta ad alcune riflessioni per il protagonista, che si rifiuta di credere che la propria esistenza e le proprie abilità non abbiano valore… perché alla fine cosa rimarrebbe del celeberrimo Dio dell’Inganno?
Da un lato la narrazione, a cura di Michael Waldron, e dall’altro il comparto visivo, diretto da Kate Herron, a partire dall’accattivante sigla, giocano con gli omaggi ai generi e allo stesso tempo con le spiegazioni complesse e stratificate che servono a introdurre la TVA, mai vista prima nel MCU, e che potrebbero lasciare un po’ sgomento lo spettatore. Spiegazioni surreali e nonsense che ricordano un po’ Dispatches from Elsewhere.
Loki è in definitiva un prodotto originale e camaleontico, che permette di approfondire ulteriormente il Dio dell’Inganno come già fatto nelle due miniserie precedenti con gli altri Avengers “minori”, grazie ad un’interpretazione camaleontica di Tom Hiddleston, ma che non sembra avere ben chiaro dove vuole andare a parare.
Se WandaVision aveva una propria forza in questo già dai primi episodi, mentre The Falcon and The Winter Soldier dimostrava la propria “debolezza” nelle prime puntate, Loki ci fa essere fiduciosi sul prosieguo che dia un senso al quadro generale ma allo stesso tempo con la paura di rimanere ingannati per l’ennesima volta.
In Breve
Giudizio Globale
7.5
Sommario
Un inizio promettente e originale che però non sembra avere chiaro dove vuole andare a parare.