L’Inferno nelle bottiglie di Suehiro Maruo | Recensione
Pubblicato il 13 Aprile 2021 alle 17:00
Quattro racconti, il primo ispirato a un classico della letteratura giapponese, firmati dal maestro Suehiro Maruo, prima inediti, ora raccolti in questo manga pubblicato dalla Coconico Press.
Autore: Suehiro Maruo
Casa editrice: Coconino Press
Categoria: Seinen
Genere: Horror, Drammatico
Provenienza: Giappone
Prezzo: € 20, 16×24, pp. 208, b/n e a colori, 17 x 24 cm
Data di uscita: 15 aprile 2021
L’Inferno nelle bottiglie, il cui titolo deriva da un racconto classico della letteratura giapponese, L’inferno nelle bottiglie (1928) di Yumeno Kyūsaku, raccoglie quattro differenti storie scritte dal maestro Suehiro Maruo. Il manga uscirà per la Coconino Press il 15 aprile 2021.
Penso di rinchiudere nella bottiglia la nostra anima sincera che, pur subendo così grande persecuzione e tortura, teme ancora il castigo di Dio. La affiderà alle onde del mare.
L’Inferno nelle bottiglie – l’inferno in terra
L’Inferno nelle bottiglie comprende quattro storie ognuna dei quali mette in scena, con una grottesca lucidità, i desideri più profondi, oscuri e orribili degli uomini.
La prima storia, che dà il titolo al manga, è appunto L’Inferno nelle bottiglie e racconta la triste vicenda di un fratello e una sorella naufragati in un’isola deserta. Ma se all’inizio l’isola sembra uno splendido Eden terrestre, ben presto la tranquillità è interrotta bruscamente dall’arrivo di un diavolo tentatore che cerca in ogni modo di corrompere i cuori dei due giovani, facendo emergere i desideri carnali, tormentandoli fino a quando non c’è più speranza per la redenzione.
Nel corso del racconto il ragazzo decide di scrivere delle lettere, nelle quali chiede perdono ai genitori e le lancia in mare, con la speranza che prima o poi qualcuno le trovi (troviamo il contenuto di queste lettere alla fine del manga.)
Il secondo racconto si intitola Le tentazioni di Sant’Antonio ed è una trasposizione per immagini dell’opera La vita di Sant’Antonio scritta nel IV secolo dal vescovo Atanasio di Alessandria. Suehiro Maruo riesce a ricreare in poche pagine la storia del giovane eremita Antonio attraverso il personaggio di un monaco in preda alle tentazioni carnali indotte dal demonio.
Il terzo racconto, Koganemochi, si ispira alla famosa opera di rakugo (genere teatrale giapponese) appartenente al genere dei ninjōbanashi (storie sentimentali), scritta da San’yūtei Enchō. In essa Suehiro Maruo mette in scena la cupidigia umana e l’attaccamento morboso al denaro che offusca il pensiero razionale portando a compiere atti di estrema crudeltà e orrore.
Infine l’autore ritorna a raccontare dell’innocenza calpestata nell’ultimo racconto, Povera sorella, attraverso le tragiche vicissitudine di una ragazza costretta a prostituirsi e a sfuggire alla miseria nella Tokyo degli anni Trenta insieme al fratello più piccolo.
L’Inferno nelle bottiglie – una storia perturbante
In quest’opera Suehiro Maruo racconta ancora una volta i temi a lui più cari, quali il peccato e la redenzione, la malvagità che si scontra con l’innocenza che mai più può tornare, la discesa nell’Inferno e la continua ricerca, nostalgica e struggente, del Paradiso.
La discesa all’Inferno significa l’abbandono dell’umanità e l’abbraccio dei desideri più perversi dell’uomo, quali la cupidigia, i desideri carnali, il denaro, che contaminano l’animo dei personaggi che non possono più lavare la loro anima da questa corrosiva melma nera che li fa affondare sempre di più, allontanandoli dalla via della redenzione e facendoli commettere gesti estremi come l’omicidio.
Le pagine del manga traboccano di scene grottesche e scenari inquietanti che evocano incubi che incutono timore e riportano alla mente paure primordiali.
I riferimenti alla religione traboccano in ogni racconto, quali il serpente, che rappresenta la tentazione carnale e il diavolo che sembra osservare con cura e divertimento ogni passo dei personaggi, guidandoli lontano dalla retta via, senza contare i continui presagi di morte come gli scheletri e i teschi che permeano tutta la narrazione.
Il ritmo della narrazione è talvolta lento, quasi poetico, come nel primo racconto, altre volte veloce e ipnotico, tanto che risulta impossibile staccare gli occhi e il lettore viene trasportato in un labirinto senza fine di perversioni e angosce esistenziali.
Suehiro Maruo, attraverso disegni dai tratti sottili e la linea chiara riesce a trasmettere e a raccontare la crudeltà, la perversione e l’orrore che risiedono nel cuore umano.
A proposito dell’autore
Nato nel 1956 a Kyusshu, in Giappone, Suehiro Maruo è un autore di culto per i lettori giapponesi, ma anche per quelli europei.
Ha elaborato una sua poetica personalissima, in bilico tra delicatezza e violenza, basata su un disegno molto curato e su storie dove il fantastico e l’horror si fondono con l’ironia, il grottesco e a volte con l’osservazione minuziosa della realtà.
Ha collaborato con l’innovativa rivista nipponica Garo e con i più importanti editori underground.
Oltre a L’Inferno nelle bottiglie di Coconino Press ha pubblicato la sua raccolta di racconti Notte putrescente, il volume unico Midori, La strana storia dell’isola Panorama, la saga in due volumi Il vampiro che ride e la sua opera più recente in quattro volumi Tomino la dannata.
Acquista L’inferno nelle bottiglie cliccando QUI
In Breve
Storia
7.5
Disegni
7.5
Cura editoriale
9.0
Sommario
Ancora una volta Suehiro Maruo riesce a ritrarre i lati oscuri della mente umana e le perversioni del mondo moderno, in questo manga, perfetto per chi già conosce le opere del maestro e per chi decide di approcciarsi a questo genere per la prima volta.