Grandi Opere Vertigo: The New York Five – Recensione

Pubblicato il 12 Settembre 2012 alle 13:00

Arriva un intrigante fumetto dai toni indie ideato dall’acclamato autore di DMZ! Scoprite i segreti di cinque splendide ragazze che vivono a New York tra problemi di scuola, amori clandestini, incomprensioni famigliari e fidanzati fedifraghi: tutto questo è The New York Five!

Grandi Opere Vertigo – The New York Five

Autori: Brian Wood (testi), Ryan Kelly (disegni)

Casa Editrice: RW-Lion

Provenienza: USA

Genere: Intimista

Prezzo: € 15,95, 16,8 x 25,6, C, pp. 144, b/n

Data di pubblicazione: 7 settembre 2012

 


Uno dei difetti del fumetto americano è stato per molto tempo l’insistenza nei confronti del genere supereroico, perlomeno per ciò che riguarda major come Marvel e DC e, tranne alcune eccezioni, nei comic-book prevalevano i buffoni in calzamaglia. Negli anni ottanta, però, numerose case editrici indipendenti proposero serie non imperniate sui giustizieri mascherati e pure le divisioni Epic della Marvel e Vertigo della DC pubblicarono opere di altro tipo. Le indies spesso si fecero promotrici di nuove modalità narrative che influenzarono le due etichette. E oggi, tutto sommato, in USA esistono comics di vario genere, benché i supereroi la facciano sempre da padroni.

E d’altronde tanti autori di area indie hanno lavorato e lavorano con Marvel e DC e quando ne hanno l’occasione pubblicano con loro comic-book che magari un tempo avrebbero trovato più facilmente spazio in ambiti non mainstream. È il caso, per esempio, di Brian Wood, celebrato per Demo e Local, che ha ottenuto successo alla Vertigo con la dirompente DMZ e con Northlanders, rivelandosi uno degli sceneggiatori di punta degli USA. E non sono mancate le collaborazioni con la Marvel.

The New York Five, tradotto in tp da RW-Lion, è un prodotto Vertigo indie nello spirito. Protagoniste della storia sono cinque splendide ragazze: la sexy e mozzafiato Lona che si considera un genio e odia a morte un professore poiché, a suo dire, non l’apprezza; la timida Riley che ha un rapporto conflittuale con la sorella, una cantante rock; Ren che ha il pessimo vizio di innamorarsi di uomini più maturi di lei, di solito sposati; e Merissa, apparentemente frivola e superficiale ma tormentata da gravi problemi famigliari.

Tutte vivono a New York, sono matricole del college e passano il tempo insieme in modo spensierato. Ma le loro esistenze, di per sé normali e tranquille, prenderanno una piega diversa. C’è poi una quinta ragazza, Olive, una senzatetto che di tanto in tanto interagisce con le altre quattro, una tipa enigmatica la cui vita andrà incontro alla tragedia. A tratti la storia mi ha fatto pensare, pur con le dovute differenze, a ‘The Group’, un romanzo di Mary McCarthy basato sulle vicissitudini di una comitiva di ragazze e sulle loro conversazioni. Anche in The New York Five i dialoghi contano e hanno un’impostazione che rimanda agli stilemi della narrativa ‘chick-lit’, alle soap opera, ai teen drama. Non latita l’ironia, specie all’inizio; tuttavia, man mano che la vicenda si dipana, la malinconia prende il sopravvento.

Wood svolge un’acuta analisi degli stati d’animo e delle emozioni di giovani studentesse che occultano la loro reale identità. Costoro, infatti, indossano ogni giorno una maschera e celano le loro intime paure, le fragilità, i dolori. Anche gli altri personaggi sono simili: l’affascinante ragazzo della sorella di Riley è un bastardo senza scrupoli che finge empatia con le donne che intende sedurre; il professore scorbutico è di fatto un poeta mediocre che si esibisce nei reading; l’uomo maturo di cui si innamora Ren nei momenti cruciali si rivela arido e paternalista. Nemmeno quando le ragazze partecipano ad un progetto di video-terapia gestito da una psicologa riescono davvero ad essere sincere. E nel complesso i loro comportamenti divengono il simbolo dell’indecifrabilità esistenziale contemporanea.

Ma c’è un altro importante personaggio: New York. Wood, notoriamente innamorato della Grande Mela, la rende una fondamentale co-protagonista dell’opera, con i suoi grattacieli, i locali alternativi, i quartieri sporchi e degradati, le librerie, le biblioteche, le stazioni della metropolitana. Se in DMZ la città era descritta in chiave distopica, in questo caso prevale il realismo. La story-line, inoltre, è caratterizzata da piani alternati di narrazione, e si passa dal monologo interiore alla terza persona, con interruzioni arbitrarie tramite le quali Wood inserisce riflessioni sui quartieri di New York o stralci dei video che le ragazze realizzano in compagnia della psicologa.

Il penciler Ryan Kelly rende giustizia alla sceneggiatura e svolge forse il suo miglior lavoro in assoluto. Abilissimo nella rappresentazione del paesaggio newyorchese, essenziale per il tipo di storia narrata, raggiunge livelli sublimi con la resa visiva delle studentesse, caratterizzate in maniera egregia. Dà il meglio di sé con gli sguardi che fanno comprendere al lettore la natura delle loro emozioni. Basti pensare alla breve, spiazzante sequenza di Olive con il fratello. Sono sufficienti appena due vignette per intuire, grazie allo sguardo, appunto, le sensazioni ambivalenti che assillano la ragazza. Il lay-out è inventivo e Kelly ci offre pagine dalle vignette enormi piene di dettagli ed altre piccole e piuttosto anguste che bene esprimono la confusione e l’alienazione di un universo claustrofobico come quello della più grande metropoli del mondo. Da non trascurare, inoltre, l’appendice con il formidabile sketchbook del disegnatore.

In The New York Five non troverete mutanti dai poteri immaginifici e giustizieri dalle armi futuribili ma ragazze che chiunque potrebbe incontrare in un corridoio universitario o in palestra o in un pub o in un qualsiasi luogo del nostro quotidiano. È un fumetto diverso. Un fumetto di grande qualità che potreste anche regalare alla vostra girl, specie se quest’ultima non apprezza la letteratura disegnata. Di certo ne sarà intrigata.


Voto: 8

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