Resident Evil – i 10 migliori videogiochi
Pubblicato il 25 Marzo 2021 alle 13:00
Proprio alcuni giorni fa abbiamo festeggiato i 25 anni di Resident Evil.
Proprio per questa occasione abbiamo pensato di fare una rassegna di quelli che, secondo noi, sono i 10 migliori giochi che questa serie abbia mai partorito.
Resident Evil: The Darkside Chronicles
Ingiustamente dimenticato, The Darkside Chronicles uscì originariamente per Wii nel 2010, per poi ricevere una versione HD, compatibile con il PlayStation Move, su PS3. Questo sparatutto su rotaie non era solo divertente e preciso nei controlli, ma raccontava anche dei retroscena importanti, come il rapporto tra Leon Kennedy e Jack Krauser.
Si tratta di un gioco ben confezionato, con una trama che si fa seguire e ci dà una visione diversa su due personaggi che hanno avuto un certo ruolo in Resident Evil 4. Oltre ciò, ci sono anche altri scenari in cui possiamo rivivere tutto Resident Evil 2 con Leon e Claire e anche uno scenario del tutto nuovo con Claire sull’isola di Rockfort.
Un titolo da tenere d’occhio e da recuperare nel caso siate dei fan sfegatati della serie.
Resident Evil Outbreak
Sebbene Outbreak non fu ben ricevuto dalla critica europea alla sua uscita, il motivo per cui è in questa lista è per la sua componente online piuttosto innovativa e il gameplay molto incentrato sulla sopravvivenza e la risoluzione di alcune missioni in compagnia, in un’epoca in cui il gioco online per console quasi non esisteva. Pubblicato come esclusiva PS2 nel 2003 in Giappone e 2004 nel resto del mondo, il gioco fu un grande successo di vendite.
Era possibile giocare a Resident Evil Outbreak anche in modalità singolo, ma perdendosi ciò che era la reale offerta del titolo. Purtroppo in Europa arrivò privo della modalità online, una scelta inspiegabile e che snaturò completamente il gioco rendendolo un capitolo facilmente dimenticato e dimenticabile. L’esperienza, ormai irrimediabilmente castrata, tentava di mettere delle pezze dando al giocatore dei personaggi guidati dall’IA, ma con risultati a dir poco imbarazzanti.
Un vero peccato, in circostanze diverse Outbreak avrebbe potuto godere di grande fama anche nel vecchio continente.
Resident Evil 3: Nemesis
Senza nulla togliere al remake dell’anno scorso, Resident Evil 3: Nemesis (conosciuto in Giappone con il sottotitolo di Last Escape) è rimasto nel cuore di molti giocatori per diversi motivi. Prima di tutto esso fu l’ultimo capitolo della trilogia originale per PS1, chiudendo la saga di Raccoon City e fu anche l’ultimo capitolo (per lungo tempo) in cui ci si calò nei panni di Jill Valentine. Ma il vero protagonista del gioco era lui, il Nemesis.
Questa terribile arma biologica si ispirava in maniera chiara a Mister X di Resident Evil 2, ma era molto più che una pallida imitazione. Nemesis inseguiva il giocatore per tutta l’avventura, a volte in maniera inaspettata, ma sempre in modo continuo e inarrestabile. Anche il più calmo dei giocatori deve aver pensato almeno una volta, durante il gioco, che quella era la volta in cui non sarebbe riuscito a sfuggire al Nemesis.
Questo nemico è infatti il vero e indiscusso protagonista del terzo capitolo, essendo presente dall’inizio alla fine ed essendo anche una forza totalizzante e da cui ci si libera soltanto negli ultimissimi momenti del gioco.
Resident Evil 0
Resident Evil 0, pubblicato inizialmente come esclusiva GameCube, è un prequel della saga, ambientato poco tempo prima gli eventi del primo Resident Evil. Nei panni di Rebecca Chambers e di Billy Coen, il gioco ci dava la possibilità di alternare in qualsiasi momento i controlli tra i due protagonisti, ognuno con un proprio inventario e delle capacità da utilizzare per superare determinati ostacoli.
Il gioco fu un successo fin dalla sua uscita nel 2002, ma rimase confinato per troppo tempo su una console che non tutti avevano. Fu così che venne reso disponibile in una versione nuova su Wii nel 2010 e poi in una remaster HD per PC e console nel 2016 per poi approdare anche su Switch nel 2019.
Resident Evil 0 è tutt’ora considerato uno dei migliori capitoli della serie ed anche l’ultimo che abbia utilizzato tutto gli stilemi (grafici e di gameplay) di un Resident Evil classico prima del rivoluzionario quarto capitolo.
Resident Evil: Revelations
Resident Evil Revelations fu salutato con grande entusiasmo sin dalla sua uscita nel 2012 come esclusiva per Nintendo 3DS. Portato poi in HD su PS3, Xbox 360 e Wii U nel 2013, venne ripubblicato su PS4, Xbox One e Nintendo Switch nel 2017. Il gioco tornava, dopo un problematico Resident Evil 6, a delle atmosfere più cupe e un gameplay più ragionato e vicino al quarto capitolo, strizzando però l’occhio ai primi giochi della serie.
Nei panni di Jill Valentine, ci ritroviamo nel Mar Mediterraneo, a bordo della Queen Zenobia, una nave colpita dal T-Virus e le cui vicende fanno da prequel di Resident Evil 5. Il gioco ebbe un tale successo da portare poi all’uscita episodica di anche Revelations 2, che però non si rivelò all’altezza del suo predecessore, ma lasciando comunque una sua impronta molto personale nella serie di Resident Evil.
Resident Evil 7
Resident Evil 7, dopo un altalenante quinto capitolo e un disastroso sesto capitolo, decise di tornare alle atmosfere lugubri e tetre dei primi capitoli. Aggiungendo alla formula ancora più follia, violenza e scene impattanti, Resident Evil 7 prese tanto anche da quel fenomeno di P.T. che è un po’ diventato il grande rimpianto di tanti giocatori.
Calandoci nei panni di Ethan Winters, Resident Evil 7 ci porta nella casa della famiglia Baker, infettata da un morbo che li rende pazzi e assetati di sangue, nonché immortali. Resident Evil 7 è molto semplice nel suo svolgimento: la moglie di Ethan è stata rapita dai Baker ed egli è determinato a salvarla.
La genialità del gioco risultò non solo nel suo gameplay più improntato al survival horror, ma anche al modo intelligente in cui la trama si ricollegava alla storia generale di Resident Evil. Un vero e proprio respiro per una serie che stava perdendo smalto e che rischiava di finire nel dimenticatoio. Per questo motivo riteniamo che questa posizione se la sia meritata tutta.
Resident Evil
Era il lontano 1996 quando su PS1 vedemmo l’uscita di Resident Evil. Proprio ora si festeggia il 25° anniversario di questa storica serie e sarebbe stato imperdonabile dare una posizione più bassa a questo gioco storico.
È vero, il primo Resident Evil è in realtà un gioco con tanti alti e bassi: la recitazione è ridicola e gli eventi si susseguono in maniera logica ma con una serie di reazioni da parte dei protagonisti che sfiorano l’imbarazzante. Ma la verità è che per l’epoca in cui uscì, questo gioco era realmente spaventoso e presentava un’atmosfera mai toccata fino a quel momento. Lo schema di controllo, così intricato inizialmente, ne divenne poi uno dei suoi punti di forza.
Il design delle magioni, gli enigmi e la solitudine dei due protagonisti Jill e Chris furono ciò che fecero poi detonare questa bomba esplosiva che fu il primo Resident Evil. Una menzione d’onore va però fatta al remake pubblicato originariamente per GameCube e poi convertito anche per PS3, un’opera di rifacimento veramente encomiabile e che non ha nulla a che invidiare con il capitolo originale.
Resident Evil Code: Veronica
Originariamente pensato per essere Resident Evil 3, Code: Veronica divenne poi un titolo spin-off in cui si seguiva Claire Redfield e suo fratello Chris negli eventi immediatamente successivi a Resident Evil 2. Pubblicato inizialmente come esclusiva del SEGA Dreamcast, il gioco fu ripubblicato su PS2 tramite la versione Code: Veronica X con alcune modifiche minori.
Il capitolo è ricordato per essere uno dei giochi più amati dell’intero franchise, ed è considerato, dai fan, il vero terzo capitolo, per via delle implicazioni della trama e per via del fatto che vi sia la prima (di una lunga serie) di rese dei conti tra Chris e Wesker.
Grazie all’eccellente level design, la trama che faceva luce sul primo capitolo, e al fatto che si è trattato dell‘ultimo Resident Evil in “vecchio stile”, Code: Veronica ha conquistato un posto così alto all’interno della nostra classifica.
Resident Evil 4
Non stiamo a sindacare sui gusti: Resident Evil 4 può piacere o meno, ma anche dai suoi detrattori è innegabile che questo gioco abbia rivoluzionato non solo la serie, ma anche gli sparatutto in terza persona in toto. Originariamente pubblicato e sviluppato come esclusiva GameCube, il quarto capitolo della serie horror spaccò letteralmente in due i fan.
I motivi per la quale questo titolo fu così controverso è da ricercarsi nella netta separazione di gameplay, trama e atmosfera che decise di intraprendere. Niente più scenari stretti, bui e angosciosi. Niente più zombie lenti e stupidi. Niente più trama di serie B che tenta di prendersi sul serio. Ma soprattutto: niente scenari pre-rendirizzati e i cosiddetti “tank control“.
Ok, forse abbiamo esagerato: Resident Evil 4 non ha dalla sua degli zombie intelligenti, né manca di scenari bui e angosciosi. La realtà è che però questo gioco ci mette nei panni di un Leon Kennedy che stavolta è alle prese con delle persone in carne ed ossa infettate da una variante del virus di nome “Las Plagas“. È stato da qui che è diventato necessario adottare un minimo di tattica: per evitare di essere accerchiati, soverchiati e annichiliti dai nemici (che stavolta, per lo meno) utilizzano delle tattiche di accerchiamento, è necessario giocare d’astuzia, muoversi, colpire nei punti giusti e finirli con un calcio volante o il coltello.
Resident Evil 4 è questo e molto altro. Ma è in primis una rivoluzione nei controlli di un personaggio in terza persona. Con una telecamera fissa alle spalle e una modalità di mira a parte, Resident Evil 4 inventava il sistema di controllo che ora è diventato standard in tutti o quasi i titoli di questo genere.
Resident Evil 2
Con questa prima posizione non ci riferiamo soltanto all’originale Resident Evil 2, né ci riferiamo solo al suo Remake. La realtà è che ci stiamo riferendo ad entrambe le esperienze e al modo in cui impattarono sull’immaginario collettivo, ancora più di come lo fece il capostipite. Resident Evil 2 porta infatti l’orrore in un luogo a noi familiare: alla città, a luoghi che noi riteniamo sicuri, al distretto di polizia, e nasconde una grande trama di fanta-politica e teorie del complotto che sono state affinate nel Remake e rese più credibili, senza dimenticarne però l’identità.
Con un level design sopraffino, degli enigmi semplici ma efficaci, e un’azione sempre frenetica, Resident Evil 2 ci metteva per la prima volta nei panni di Leon Kennedy e Claire Redfield. Non è un caso che di questo capitolo i fan chiesero a gran voce un remake per anni, tant’è che Daymare 1998 doveva essere, in origine, un remake amatoriale del gioco, che fu poi convertito in un titolo a sé stante quando si seppe della volontà di Capcom di riproporre il secondo capitolo di Resident Evil.
Si tratta insomma di un classico senza tempo, che tutt’ora è adorato dai fan e che diede anche vita ad una caccia, su internet, ad una prima beta del gioco, che era profondamente diversa dal risultato che noi conosciamo e che viene chiamato Resident Evil 1.5.