Zack Snyder’s Justice League | Recensione
Pubblicato il 18 Marzo 2021 alle 12:50
L’attesa è terminata: Zack Snyder’s Justice League è disponibile da oggi, 18 marzo, in esclusiva su Sky e NOW!
Genere: azione, fantascienza
Durata: 240 minuti ca.
Regia: Zack Snyder
Sceneggiatura: Chris Terrio, Zack Snyder, Will Beall
Cast: Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Gal Gadot, Ray Fisher, Jason Momoa, Ezra Miller, Willem Dafoe, Jesse Eisenberg, Jeremy Irons, Diane Lane, Connie Nielsen, J.K. Simmons
Distribuzione: Sky, NOW
Data di uscita: 18 marzo 2021
L’attesa è terminata. Zack Snyder’s Justice League è finalmente disponibile da oggi in digitale ed in esclusiva su Sky (senza costi aggiuntivi per gli abbonati) e su NOW all’incredibile prezzo di soli € 3! Il film è disponibile doppiato in italiano e in lingua originale sottotitolato.
Zack Snyder’s Justice League è senza ombra di dubbio la fine di un percorso personale ed artistico da parte del tanto vulcanico quanto polarizzante regista Zack Snyder.
Ma è anche un caso più unico che raro nella cinematografia mondiale: le incredibili vicissitudini della pellicola ricordano quelle del capolavoro Via col Vento fra cambi dietro la macchina da presa, drammi e polemiche prima, durante e dopo le riprese e delusione e rassegnazione al tempo sua uscita nelle sale nel lontano 2017.
Ma soprattutto è una social (media) action senza precedenti che ha unito fan, sostenitori e appassionati in un movimento che, travalicando i confini del semplice cinecomic, si è battuto affinché il regista avesse la possibilità di completare il lavoro lasciato tristemente incompleto.
Zack Snyder’s Justice League, odissea cosmica
Zack Snyder’s Justice League riprende la narrazione esattamente dal climax del precedente Batman v Superman: cosa ha comportato la morte di Superman? Le conseguenze infatti non solo “morali” perché qualcosa di antico e alieno sembra essersi risvegliato.
I computer senzienti noti come Scatole Madri infatti hanno avvertito la morte dell’eroe kryptoniano richiamando sulla Terra Steppenwolf, emissario del tiranno e conquistatore di mondi noto come Darkseid.
Steppenwolf è cosciente del fatto che sulla Terra sono presenti 3 Scatole Madri lasciate sul pianeta centinaia di anni prima a seguito di una invasione da parte di Darkseid stesso respinta a sorpresa dall’unione di Amazzoni, Atlantidei e Umani. Le Scatole Madri furono quindi divise fra i tre popoli che decisero di sorvegliarle in caso di avvisaglie di un nuovo tentativo di evasione.
Il primo obbiettivo è Themyscira, il secondo Atlantide. Ma le scorribande di Steppenwolf attirano sia le attenzioni di Wonder Woman, che viene avvisata direttamente da sua madre Hyppolita, e del riluttante Aquaman.
Fra i due si pone Batman. Dopo essere stato manipolato da Lex Luthor, Bruce Wayne è convinto che qualcosa di “grosso” stia per accadere sulla Terra e ha deciso di reclutare un gruppo di eroi con l’aiuto proprio di Wonder Woman.
Quando Steppenwolf si fa sempre più audace, Batman e Wonder Woman iniziano ad avere un quadro complessivo della gravità delle vicende. Si tratta solo di una avanguardia per una invasione che potrebbe comportare la distruzione della vita sulla Terra qualora le 3 Scatole Madri venissero allineate.
In soccorso del gruppo di eroi arriva però Victor Stone, Cyborg. La sua creazione è infatti tragicamente collegata ad una Scatola Madre e le sue capacità potrebbero essere le uniche in grado di evitare il peggio.
Tutto gli eroi sono concordi però nel ritenere che la loro “potenza di fuoco” sia insufficiente per concedere a Cyborg il tempo necessario di agire. Solo Superman potrebbe essere in grado di fronteggiare Steppenwolf alla pari. Quando Victor spiega la natura stessa e il funzionamento delle Scatole Madri si tenta il tutto e per tutto: riportare in vita Superman!
Ma il pieno non sembra riuscire perfettamente e gli eroi decidono di sferrare l’ultima assalto a Steppenwolf e alla sua roccaforte prima che l’invasione inizi. Nell’ultimo disperato scontro, Superman tornerà a dare manforte agli eroi mentre toccherà a Flash attingere come mai prima d’ora ai suoi poteri e scongiurare l’avvento di un linea temporale da incubo.
Zack Snyder’s Justice League, leggende
Zack Snyder’s Justice League è un epico viaggio di 240 minuti strutturato in 7 atti dall’incredibile ritmo ed efficacia tanto da avvicinarsi, in questo senso, solo a pellicole come la trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson.
La visione è sì impegnativa ma meno impegnativa di quanto ci si potrebbe immaginare grazie ad una ottima alternanza fra sequenze d’azione, sequenze singole dei vari personaggi e il lavoro di costruzione della squadra per affrontare la minaccia incombente.
In seno ad una sceneggiatura tutto sommato lineare (gli eroi devono unirsi per scongiurare l’imminente invasione) il plot scava a fondo in vecchi e nuovi personaggi in maniera più o meno efficace.
Snyder ha il merito di comprendere pienamente l’ethos, il pathos ed anche la hubris di questi personaggi.
In una situazione eccezionale, un nemico così antico e così potente, il nichilista deve ritrovare la fede, il saggio (anzi la saggia) deve guidare con rinnovata fiducia, lo scettico deve ricredersi mentre all’orizzonte si profila la convinzione che anche la morte si può sconfiggere ma che la potenza è inutile senza la consapevolezza di quello che siamo e di quello che rappresentiamo rispetto all’anelito di conquista e sopraffazione.
Il film gioca quindi su una tensione palpabile e palese, e di facile comprensione, fra le motivazioni dietro le azioni dell’antagonista Steppenwolf, vera figura tragica del film, e quelle del suo mandante, e quelle di un gruppo di eroi che inizialmente riluttanti nelle intenzioni abbracciano l’impossibile missione e l’improbo scontro.
Ago della bilancia sono i due personaggi “nuovi” del film. Da un lato Cyborg incarna perfettamente la chiamata alla responsabilità mentre a Flash spetta il compito di rappresentare tanto il punto di vista dell’uomo comune quanto l’incredibile deus ex-machina risolutore.
Ma Zack Snyder’s Justice League è tutt’altro che un film perfetto o definitivo. Se a Batman, Superman e Wonder Woman spetta il compito di chiudere idealmente le trame iniziate addirittura in Man of Steel; i nuovi personaggi con le loro rivisitazioni più o meno radicali funzionano bene ma non sempre in maniera puntuale. In questo senso questa versione di Flash risulta ancora troppo “lontana” dalla sua controparte originale laddove il comic relief e i tempi comici non sono per nulla incisivi, e sicuramente eccessivi per il personaggio, mentre per esempio funziona sicuramente meglio l’ironia di Alfred.
Al netto di questa precisazione, quello che colpisce è la stratificazione del plot che riesce a riservare ad ogni personaggio, antagonisti e comprimari compresi, il proprio spazio in archi narrativi coerenti ed organici e in mini trame orizzontali che si ricongiungono poi in una trama orizzontale più ampia e risolutiva.
Dalla fotografia, alla saturazione dei colori, dai contrasti passando per i movimenti di macchina e alle inquadrature, dal punto di vista tecnico, Zack Snyder’s Justice League ha tutti i connotati di un film di Zack Snyder.
Questo non significa che il regista abbia rinunciato a cercare soluzioni di impatto. Si parte dalla scelta del formato 1:33:1 (che per i meno addentrati ricorda vagamente il vecchio 4:3) ovvero un ratio che “simula” la pellicola da 70mm cioè quella usata per le proiezioni sugli schermi IMAX e non solo.
Questo formato predilige la verticalità anziché la orizzontalità. Ancora una volta Snyder ritorna idealmente alla fonte ovvero al fumetto e alla tavola disegnata.
Sì perché la ricerca estetica di Snyder è tutta volta ad una mimesi dell’immediatezza, e della iconicità, della vignetta che diventa fotogramma e viceversa.
Se la verticalità diventa allora la coordinata principale, il Corpo diventa l’unità di misura. Modificato, piegato dallo sforzo, atletico o imponente è il Corpo il punto focale dell’attenzione dello spettatore e l’azione è la sua cifra non come mera reazione ma come pura proazione.
Spettacolari, dirette, eccessive ma non troppo (sempre rispetto allo standard del regista) le sequenze d’azione sono supportate da una CGI uniforme e molto buona seppur non priva di sbavatura ma quale blockbuster ha una CGI impeccabile?
L’uso degli slowmotion è poi propedeutico a questo impostazione. L’azione è un fatto sì eccezionale e appannaggio di abilità speciali ma la sua eccezionalità è anche esplicata nel gesto stesso allorché compiuto dall’uomo comune (vedasi la sequenza sportiva che riguarda Victor Stone o quella disinteressa di Barry Allen nell’incontro con Iris).
A tal proposito va sicuramente menzionata la rivisitazione del personaggio di Darkseid. Un vero e proprio tributo al Re dei Comics, Jack Kirby, il Signore di Apokolips è pressoché perfetto nella sua prima apparizione sul grande schermo con tanto di tributo ai così detti kirby crackles nella visualizzazione dei boomdotti (i tunnel interdimensionali con i quali si sposta Steppenwolf).
Piccola nota a margine. Personalmente mi aspettavo una colonna sonora più incisiva. Ho apprezzato il recupero di alcuni brani dalle colonne sonore dei precedenti film ma in più di una sequenza, soprattutto d’azione, mancava quella spinta che solo la musica può dare.
Zack Snyder’s Justice League, l’ultima notte
Zack Snyder’s Justice League è un film impegnativo non solo per la durata (di fatto solo leggermente superiore alla media dei blockbuster attuali) ma anche per il suo impianto narrativo fatto di strati e linee temporali (reali, possibili, mitiche) che si sovrappongono e si integrano.
Ma Zack Snyder’s Justice League è anche il primo cinecomic che, mantenendo l’impronta autoriale del suo regista, si “vede” come un fumetto e si “legge” come un film.
Nell’iconografia e nell’estetica, nelle sequenze d’azione, nella sospensione dell’incredulità, nella portata del plot, tanto nei “vuoti” quanto nei “pieni” dei protagonisti e dei personaggi secondari questo film avvicina lo spettatore all’esperienza della lettura di un (massiccio) volume a fumetti.
Questo comporta ovviamente anche uno spaesamento causato dall’essere investito spesso da un mole di informazioni difficili da incasellare immediatamente, di scelte narrative non sempre efficaci ma anche un ritorno a quella dimensione epica e mitica che riavvicina questi personaggi alle loro controparti della mitologica classica la cui umanità non è un appiattimento verso una scevra e banale quotidianità ma diventa invece archetipo delle tribolazioni, delle gioie e delle scelte del vissuto.
Zack Snyder’s Justice League… sulle Terre Infinite
Con Zack Snyder’s Justice League, il regista traccia una linea di demarcazione netta per l’Universo DC così come lo aveva (re)immaginato ma non così profonda da chiudere definitivamente la porta per eventuali sequel e spin-off.
Difficile che questi “fili” vengano ripresi e vedano effettivamente la luce, almeno non in forma cinematografica, ma è indubbio che la stessa visione di Snyder, così tanto vituperata dagli studios e da una fetta di spettatori più “generalista”, continui ad essere estremamente influente per la rappresentazione di questi personaggi.
Basti vedere il “finale aperto” per Superman che, per osmosi, è approdato in televisione. Come tutti i grandi creativi Zack Snyder lascia però sul piatto una serie di intuizioni che potrebbero essere benissimo sviluppate in altri media.
È un multiverso che collassa ma è già proiettato nella sua prossima incarnazione in un incredibile cortocircuito in cui riemerge l’unità di misura primordiale ovvero la forma fumetto che è passato, cioè ispirazione, ma ritorna ad essere anche possibile incarnazione parallela e futura.
Dopo la visione del film tuffatevi nella lettura di Justice League – Darkseid War cliccando QUI
In Breve
Giudizio Globale
8.0
Sommario
Zack Snyder's Justice League è un cinecomic che, mantenendo l'impronta autoriale del suo regista, si "vede" come un fumetto e si "legge" come un film.
Nell'iconografia e nell'estetica, nelle sequenze d'azione, nella sospensione dell'incredulità, nella portata del plot, tanto nei "vuoti" quanto nei "pieni" dei protagonisti e dei personaggi secondari questo film avvicina lo spettatore all'esperienza della lettura di un (massiccio) volume a fumetti per un ritorno a quella dimensione epica e mitica che riavvicina questi personaggi alle loro controparti della mitologica classica.
La loro umanità però non è un appiattimento verso una scevra e banale quotidianità ma diventa invece archetipo delle tribolazioni, delle gioie e delle scelte del vissuto.