Vertigo Classic n. 7: Transmetropolitan n. 3 – Recensione
Pubblicato il 5 Settembre 2012 alle 13:45
Continuano le incisive vicissitudini del giornalista Spider Jerusalem! Cosa accade quando l’aggressivo cronista dovrà occuparsi delle elezioni presidenziali? Ce lo raccontano Warren Ellis e Darick Robertson!
Vertigo Classic n. 7 – Transmetropolitan n. 3
Autori: Warren Ellis (testi), Darick Robertson (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Provenienza: USA
Genere: Fantascienza
Prezzo: € 13,95, 16,5 x 25,2, pp. 144, col.
Data di pubblicazione: luglio 2012
Trasgressivo. Anti-convenzionale. Iconoclasta. Sono le definizioni che spesso vengono usate quando si ragiona su Warren Ellis, uno dei più dirompenti autori britannici del comicdom. In linea di massima le condivido; ma Ellis, oltre a realizzare opere anticonformiste sovente estranee alle ferree regole di major come Marvel e DC, ha dimostrato in alcune occasioni di essere non solo uno sceneggiatore inventivo e visionario ma anche profetico. Basti prendere in considerazione il suo Doom 2099 che in tempi non sospetti anticipò la situazione di crisi economica e sociale che tormenta l’occidente (e che Panini farebbe bene a ristampare); o Transmetropolitan della Vertigo che da qualche mese RW-Lion sta riproponendo.
Protagonista del comic-book è Spider Jerusalem, giornalista che in una folle America futuribile descrive e denuncia le storture di un mondo che, al di là dello sfondo fantascientifico cyberpunk, assomiglia spaventosamente, in chiave metaforica, alla società di oggi. È evidente soprattutto in questo terzo tp e alla tematica affrontata, quella delle elezioni presidenziali. Se consideriamo che attualmente, in Italia come negli Stati Uniti e altrove, siamo già in clima da campagna elettorale, Transmetropolitan assume una valenza, appunto, profetica.
Dopo essersi occupato della sottocultura dei Transitori e di varie pazzie esistenti nell’allucinante universo di Ellis, Spider viene incaricato dal suo direttore di seguire una campagna elettorale: il popolo americano sarà chiamato a scegliere tra due candidati alla presidenza. Il primo è un razzista, espressione delle peggiori pulsioni reazionarie dell’America bigotta e retriva; il secondo, almeno in apparenza, è più progressista. Ma è realmente così? Con il pretesto di una storia a tratti sci-fi, Ellis si pone domande non di poco conto: esistono differenze tra i politici? E questi ultimi sono in grado di governare? Chi detiene il potere? Uomini eletti da popolazioni manipolate o avide corporation e lobby senza scrupoli? E la democrazia esiste? Anzi, la domanda più giusta dovrebbe essere: è mai esistita una democrazia autentica?
Con testi ironici e sarcastici, Ellis attacca la corruzione dei media, evidenziando la disinformazione imperante, l’assoluta mancanza di etica dei politicanti e dei loro leccapiedi, anticipando l’attitudine rabbiosa dei movimenti no global e di Occupy Wall Street con una precisione che lascia sbalorditi. Nell’universo di violenza, droga, materialismo sfrenato e crisi di valori di Transmetropolitan, tutti sono uguali e partiti e ideologie sono solo falsi opposti accomunati da un’unica motivazione: fregare i cittadini. Ma l’incorreggibile Spider, notoriamente una mina vagante, si mette in testa di smascherare l’ipocrisia dilagante con conseguenze imprevedibili.
I testi di Ellis sono allucinati e sopra le righe come di consueto e i dialoghi hanno un’incisività indubbia; per quanto concerne la story-line, stavolta l’autore usa poco le stravaganti invenzioni presenti nei capitoli precedenti, preferendo concentrarsi sulla satira politica, con uno spirito tipico del punk e dell’underground. Insomma, con questo terzo volume avrete a che fare con una lettura critica dell’odierno caos ormai sotto gli occhi di tutti (e che, ahimè, è destinato a peggiorare nei prossimi mesi).
Darick Robertson, penciler di Transmetropolitan, svolge un ottimo lavoro, illustrando con perizia e abilità sia i personaggi, sia i maniacali, certosini dettagli degli sfondi, degli ambienti e delle incredibili architetture urbane, ricorrendo a una costruzione altamente creativa della tavola, sebbene in certe pagine le chine troppo pesanti di Rodney Ramos compromettano la fluidità cinematica del suo stile.
In ogni caso, Transmetropolitan è un must. Leggetelo e applicate ciò che avete letto alla realtà che ci circonda. E traetene le opportune conclusioni.