Neun 1 di Tsutomu Takahashi | Recensione
Pubblicato il 21 Marzo 2021 alle 15:00
Torna Tsutomu Takahashi, uno degli interpreti più limpidi del seinen, con Neun 1 che inaugura la sua nuova serie ambientata nella Germani nazista.
Autori: Tsutomu Takahashi (testi e disegni)
Casa Editrice: J-Pop
Genere: seinen
Provenienza: Giappone
Prezzo: € 7.50, 12.4×18, Bross. con sovracc., pagine 192, b/n + colore
Data di pubblicazione: 03 marzo 2021
Arriva in Italia, grazie alla lungimirante J-POP, Neun 1 ovvero il primo tankobon della nuova serie del prolifico Tsutomu Takahashi (Detonation Island, Jiraishin, Sidooh, Tetsuwan Girl).
Si tratta di un seinen di ambientazione storica a metà strada fra il thriller ucronico e fanta-politico e l’action, la cui prima serie è composta da 6 tankobon.
Neun 1 – eugenetica nazista
Germania, 1940. Siamo nel momento di massima ascesa del Nazismo. Il Reichsführer delle SS Heinrich Himmler, braccio destro di Hitler, sguinzaglia i suoi sicari più crudeli in una
missione segreta: i frutti di un esperimento genetico che coinvolge il Führer devono essere eliminati, insieme a tutti i suoi testimoni.
Si tratta della Operazione 12 Feld. Sono stati “creati” 13 bambini, 13 erediti dei geni di Adolf Hitler, che ignari di essere frutto di questi esperimenti, ancora in fasce, sono stati affidati alle cure di varie famiglie e allevati in diverse parti della Germania.
Fra di loro c’è il piccolo ed innocente Franz Neun. L’arrivo delle SS nel suo villaggio è accolto con giubilo ma bastano poche ore per capire che non si tratta di una visita di cortesia. Il villaggio infatti viene messo a ferro e fuoco e la sua popolazione sterminata, solo Franz si salva protetto da Theo.
Theo, al secolo Theo Becker, è un wand ovvero un ufficiale assegnato alla protezione del ragazzo. Il soldato è più che ligio al dovere tanto da salvare Franz perché solo il Führer in persona potrà destituirlo dall’incarico.
Dopo aver rivelato le sue origini a Franz, i due si dirigono a Berlino. Il piano è fuggire prima Francia e poi in Inghilterra. Lì apprendono che Franz non è l’unico sopravvissuto e Theo non è l’unico wand che ha “disobbedito” agli ordini. Ma le SS sono già sulle loro tracce.
Ma chi ha ordinato davvero l’inizio dell’Operazione 12 Feld?
Neun 1 – la dualità nella costruzione dei personaggi
Pur con un primo tankobon meramente introduttivo, Neun si candida subito a manga dell’anno nella categoria seinen complice un Tsutomu Takahashi tornato idealmente alle atmosfere cupe ed opprimenti di Jiraishin collocandosi immediatamente, più per l’ambientazione che per la sceneggiatura, fra il Monster di Naoki Urasawa e il classico La Storia dei Tre Adolf di Osamu Tezuka.
In Neun 1, il sensei Takahashi sfrutta subito in maniera diretta e angosciante l’ambientazione della Germania nazista. Una scelta che, ovviamente, fa subito presa sul lettore mentre minuziosamente vengono introdotti i personaggi secondari e soprattutto quello che, a tutti gli effetti, è il vero misterioso antagonista della serie.
Questo primo volume è pervaso da un senso di urgenza e da una atmosfere lugubre. I nazisti sono ovviamente dipinti in maniera spietata, sia che essi siano semplici soldati che perfidi scienziati, mentre il plot inizia a ramificarsi effettivamente solo nell’ultimo capitolo del tankobon.
Quello che colpisce è però lo schema duale con cui il sensei costruisce tutta la narrazione di Neun 1. È di fatto un gioco di contrasti.
Prima fra Theo e le SS, poi fra Theo e Franz. Poi ancora ancora fra Theo e l’altro wand e infine fra Franz e l’altro sopravvissuto. Con questo procedere, l’autore evidenzia i “vuoti” dei personaggi e li inizia a sgrezzare.
Esempio lampante è Theo. Il lettore lo inquadra subito come figure positiva e salvifica ma nel corso del volume è evidente che il personaggio sta agendo per un codice morale più alto che di fatto non inficia le sue convinzioni. Sarà interessante vedere sia la sua evoluzione che quella dei personaggi secondari nonché degli antagonisti.
Dal punto di vista grafico Tsutomu Takahashi utilizza anche in Neun 1 una scansione della tavola estremamente regolare in cui non mancano tavole a pagina intera o tavole da 2/3 riquadri con un più ampio in cui spicca la figura pressoché intera del personaggio. Parlando di riquadri non manca qualche soluzione di demarcazione più irregolare in termini geometrici atta ad amplificare soprattutto le sequenze più tese e d’azione.
Dal punto di vista del tratto le anatomie del sensei sono lunghe e affusolate, si alternano invece linee continue e un tratteggio nervoso che trova valvola di sfogo in un chiaroscuro estremamente suggestivo. Se il tratteggio dona realismo alle figure aumentandone il dettaglio, ambientazioni e sfondi invece risultano spesso stilizzati o minimali donando una peculiare atmosfera da “città fantasma” per questa Berlino nazista.
Neun 1 – conclusioni
Se amate Tsutomu Takahashi non rimarrete delusi da Neun 1 che rimane una lettura consigliatissima per tutti gli amanti del seinen ma anche a chi magari si vuole affacciare a questo genere per la prima volta.
Per quanto riguarda la cura carto-tecnica, J-POP confezione un ottimo volume con sovraccoperta mantenendo le pagine a colori presenti nell’edizione originale. Non ci sono extra. Da segnalare l’ottimo adattamento e la scorrevole traduzione.
In Breve
Storia
8.0
Disegni
8.0
Cura Editoriale
8.0
Sommario
Pur con un primo tankobon meramente introduttivo, Neun si candida subito a manga dell'anno nella categoria seinen complice un Tsutomu Takahashi tornato idealmente alle atmosfere cupe ed opprimenti di Jiraishin collocandosi immediatamente, più per l'ambientazione che per la sceneggiatura, fra il Monster di Naoki Urasawa e il classico La Storia dei Tre Adolf di Osamu Tezuka.