Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1 | Recensione
Pubblicato il 13 Marzo 2021 alle 13:30
Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1 è la serie anime che espande il franchise creato da Guillermo del Toro a base di kaiju e mecha!
Episodi: 7
Durata: 20/30 min. ca.
Creata da: Craig Kyle e Greg Johnson
Produzione: Netflix, Legendary Entertainment, Polygon Picturs
Data di uscita: 4 marzo 2021
Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1 è la serie anime sviluppata da Polygon Pictures frutto dell’accordo fra Netflix e Legendary Entertainment volta a rinnovare ed espandere il franchise creato da Guillermo Del Toro a base di kaiju e mecha disponibile dal 4 marzo sulla piattaforma streaming.
Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1, dopo La Rivolta
Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1 è ambientato dopo il secondo film del franchise (La Rivolta) e vede l’Australia epicentro di una nuova invasione di kaiju talmente imprevedibile da costringere l’evacuazione del paese.
Tuttavia non tutta la popolazione riesce ad essere evacuata fra questi i piccoli Taylor e Hayley, figli dei piloti dello jaeger Hunter Vertigo. Cresciuti in una base nel deserto australiano lontano dalle città ormai in rovina e prede dei kaiju, cinque anni più tardi, Hayley scopre in un hangar sotterraneo della stessa base Atlas Destroyer, uno jaeger da addestramento.
L’attivazione dello jaeger però attira l’attenzione di Copperhead, un kaiju di classe VI che distrugge la base e tutti i suoi abitanti/superstiti. Taylor e Hayley non hanno altra scelta che partire alla ricerca dei loro genitore e lasciare l’Australia ma il continente è irto di pericoli e di bande di sopravvissuti fra cui le misteriose Sorelle.
Alla ricerca di riparo e soprattutto energia per Atlas Destroyer, i due fratelli salvano, dalle rovine di un laboratorio in città, un bimbo muto ribattezzato Boy. Ma questo non sarà il loro unico incontro. Sulla loro strada infatti si parerà l’enigmantica Mai e soprattutto Shane, un contrabbandiere senza scrupoli che vuole impossessarsi di Atlas Destroyer.
Ma cosa è successo davvero all’Australia? Perché i kaiju continuano ad apparire proprio nel continente senza soluzione di continuità?
Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1, cronaca di un disastro (non) annunciato
Dopo il secondo disastroso film, la notizia dell’accordo fra Legendary e Netflix per lo sviluppo di un anime basato su Pacific Rim aveva sinceramente fatto ben sperare.
Il franchise nato dall’amore di Guillermo Del Toro per kaiju e mecha andava preso così, come un colorato e fracassone tributo a due dei generi più famosi dell’industria dell’intrattenimento nipponico. La scelta di un anime quindi sembrava calzare a pennello per un “ritorno alle origini”.
Insomma, più o meno tutti i fan del primo film, si aspettavano con Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1 un anime d’azione, ricco di combattimenti e dall’alto tasso di adrenalina.
Quello che invece viene diluito in 7 lunghissimi episodi (in realtà dalla durata variabile dai 20 ai 30 minuti) è uno scialbo e infinito prologo di qualcosa che, forse, verrà sviluppato nella seconda stagione ma che è facilmente intuibile già nel secondo episodio!
Capisco la volontà di staccarsi dagli stilemi dei film ma trasformare un franchise basato sui mecha e kaiju in una sorta di anime dai toni survivalisti prima per poi piazzare un twist “mistico” risulta straniante e soprattutto poco coinvolgente per lo spettatore.
Ridurre l’azione, quella fra kaiju e jaeger all’osso, non aiuta così come la scelta di rendere Atlas Destroyer inoffensivo in quanto jaeger da addestramento sortisce l’effetto contrario sullo spettatore che anziché essere coinvolto da lotte che dovrebbero far aguzzare l’ingegno ai piloti si trasformano in sequenze spesso attendiste soporifere in cui i kaiju vengono declassati a semplici animali tutto istinto.
A tal proposito anche i personaggi sono caratterizzati in maniera esile e/o troppo generica. Le motivazioni dei due protagonisti per esempio sono confuse e il loro background è così generico da risultare imbarazzante.
A questa superficialità generica della sceneggiatura non sfuggono neanche gli antagonisti umani mentre i kaiju fanno il loro dovere quando chiamati in causa e l’unica intuizione degna di nota è legata alla ibridazione di kaiju e jaeger, intuizione che però si perde banalmente quando a prendere il sopravvento, nel corso degli episodi, è il personaggio di Boy.
Insomma dal punto di vista della sceneggiatura e del plot, Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1 è un completo disastro di banalità e prevedibilità che fa rimpiangere, ancora una volta, la prima pellicola di Guillermo Del Toro e la sua giocosa ispirazione.
Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1, la realizzazione tecnica
L’aspetto sicuramente interessante più interessante di Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1 è la realizzazione tecnica.
Si tratta di un misto di animazione tradizionale, CGI e cell-shading. L’unione delle tre tecnica offre un prodotto particolarmente attraente dal punto di vista grafico: le animazioni sono fluide e gli effetti discretamente ben resi (vedasi la sequenza del drift e della sincronizzazione dei piloti) c’è ovviamente qualche passaggio meno riuscito come gli effetti particellari non sempre impeccabili e un character design davvero anonimo ed eccessivamente generico.
Da notare come in una paletta cromatica dominata da colori freddi per i personaggi e dalla omogeneità degli ocra per gli ambienti, si tenti di attirare l’attenzione con il blu e il giallo di Atlas Destroyer che però oltre i colori sgargianti passa, ancora una volta, davvero inosservato dal punto di vista del design.
Peccato che questo discreto lavoro sul versante tecnico sia sprecato da una sceneggiatura che riduce l’azione al minimo con sostanzialmente 3 grandi sequenze d’azione (di cui una senza kaiju né jaeger) in 7 episodi.
Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1, conclusioni
Pacific Rim – La Zona Oscura Stagione 1 è l’ennesimo sbilenco tentativo di Netflix di inserirsi nel filone dell’animazione nipponica con un prodotto tecnicamente molto buono ma praticamente vacuo e “furbo” nella sua prolissità. In questo senso questa prima stagione non trova ragion d’essere né come operazione di espansione/rinnovamento del franchise né come omaggio all’idea iniziale di Guillermo Del Toro.
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In Breve
Giudizio Globale
4.0
Sommario
Pacific Rim - La Zona Oscura Stagione 1 è l'ennesimo sbilenco tentativo di Netflix di inserirsi nel filone dell'animazione nipponica con un prodotto tecnicamente molto buono ma praticamente vacuo e "furbo" nella sua prolissità. In questo senso questa prima stagione non trova ragion d'essere né come operazione di espansione/rinnovamento del franchise né come omaggio all'idea iniziale di Guillermo Del Toro.