Diablo – storia e curiosità della serie di Blizzard
Pubblicato il 24 Febbraio 2021 alle 12:00
Diablo II Resurrected è stato annunciato proprio alcuni giorni fa dopo alcune voci di corridoio che vedevano il suo ritorno. La serie di Diablo conta al momento tre capitoli principali, una serie di espansioni e un quarto capitolo attualmente in sviluppo agli studi di Blizzard. Ma dove e quando è nata esattamente questa serie e qual era l’idea dietro il suo sviluppo originario?
Diablo – un titolo semplice ed efficace
Sebbene sia uscito il 31 dicembre 1996, in realtà i lavori al primissimo Diablo erano iniziati già nel 1993, ad opera di un gruppo chiamato “Condor Software“, che solo in seguito entrò in contatto con uno dei fondatori originari di Blizzard. Uno degli sviluppatori propose il progetto completamente funzionante e testato su DOS e l’interesse dell’azienda fu tale da prendere la decisione di pubblicarlo, proponendo poi dei miglioramenti per permettere la fruizione su Windows 95 invece che relegarlo al solo DOS.
Sapeva, inoltre, che l’interfaccia del gioco è ispirata al celebre X-Com? Chiaramente fu poi espansa e riveduta in modo da avere una propria identità anche in seguito all’intervento dei grafici Blizzard. Questo ci dà anche un’interessante visione di come il team originale, pur non essendo molto grande, aveva colpito un’azienda più importante che aveva voluto credere in loro.
Non a caso, alla sua uscita Diablo fu un successo notevole. Il gioco di per sé non utilizzava dei concept nuovi, utilizzando stilemi già visti come la generazione casuale dei dungeon o l’azione in tempo reale, ma rielaborava quei concetti in modo da renderli più accessibili, immediati ed intuitivi. Alla sua uscita il gioco fece incetta del plauso della critica per via proprio di quella immediatezza di cui sopra, che era il suo punto forte.
Questo non voleva però dire che fosse un gioco superficiale e dalle meccaniche semplicistiche. Al contrario, Diablo era molto profondo e sfaccettato per chi voleva esplorare a fondo le sue meccaniche e giocare al gioco del min\max. Anche il multigiocatore fu rivoluzionario. Ricordatevi che, parlando del ‘96, il gioco online non era così diffuso e scontato come ora.
La possibilità di affrontare in quattro le situazioni più complesse e i dungeon più lunghi non fecero che aprire una finestra sulle possibilità offerte da internet implementato ai videogiochi.
Diablo II – squadra vincente non si cambia (ma al massimo si espande)
Se Diablo aveva avuto il merito di introdurre una rielaborazione delle formule precedentemente viste, Diablo II ebbe invece quello di rivoluzionare il gioco online e la formula della saga, staccandosi da altri esponenti del genere e assumendo una propria identità. Il secondo capitolo risulta infatti tutt’ora quello di maggior successo e quello a cui i fan sono più affezionati.
Uscito nel giugno 2000, Diablo II è considerato uno dei giochi più influenti della storia e anche uno dei primi giochi online ad ottenere un vasto successo mediatico. Il suo rivoluzionario sistema cooperativa e (l’allora) nuovissimo servizio Battle.net permetteva di mettere in contatto i giocatori tramite una rete online gestita direttamente da Blizzard. Non è una sorpresa che dunque proprio Blizzard divenne poi un caposaldo del gioco online sfornando infatti il celeberrimo World of Warcraft.
Diablo II, insieme all’arcinota espansione Lord of Destruction, permetteva la scelta di cinque personaggi (a cui ne vennero poi aggiunti due nell’espansione) con caratteristiche e abilità uniche che li differenziavano gli uni dagli altri. La trama, divisa in atti, era ancora più longeva e meglio costruita della precedente.
Ma, come abbiamo detto, il vero fulcro dell’esperienza era l’online tramite Battle.net che creò una community online davvero coesa e che, come solo Blizzard sa fare, in grado di mettere a proprio agio i giocatori. Il gioco fu di grande interesse di studio per via dell’economia che ne nacque all’interno, con scambi e mercati online di giocatori che davano via alla compravendita di oggetti di gioco con la valuta di Diablo.
Ma Diablo II strizzava anche l’occhio a chi non desiderava giocare online, o a chi semplicemente all’epoca non aveva ancora una connessione internet sufficiente per farlo. Era infatti possibile reclutare dei mercenari, ovvero personaggi non giocanti con abilità e peculiarità uniche.
Tutti questi fattori hanno reso Diablo II un gioco indimenticabile e ha fatto scuola all’interno del suo genere e anche oltre, esplorando le potenzialità reali dell’esperienza multigiocatore online.
Diablo III – un ritorno a lungo atteso
Per vedere un terzo capitolo di Diablo si dovette aspettare ben 12 anni dall’uscita di Diablo II. Annunciato inizialmente nel 2008, il gioco subì diversi rinvii, salvo poi vedere la luce nel maggio 2012, inizialmente solo per PC, ma poi portato anche sulle console (sia di settima che ottava generazione). Il terzo capitolo, fu inizialmente al centro di una serie di controversie e di problemi.
Primo fra tutti la decisione, da parte di Blizzard, di inserire un negozio online all’interno del gioco con cui comprare oggetti utilizzando la valuta del mondo reale, e uno con quella del mondo di gioco. Questa scelta fece storcere il naso a molti e infatti, nel 2014, la casa di sviluppo chiuse le aste con soldi veri.
In secondo luogo il lancio del gioco fu costellato da una serie di problematiche relative ai server Blizzard, che non riuscirono a sostenere, nei primi giorni, la quantità di traffico data la mole di utenza collegata contemporaneamente. Questo portò a improvvise disconnessioni, problemi di rete e chiusure inaspettate dei server per manutenzioni.
Superati però questi scogli, Diablo III risultò un gioco particolarmente apprezzato, sebbene profondamente diverso dai suoi due capitoli precedenti. L’esperienza di gioco era mutata molto, e avrebbe continuato a farlo dati gli aggiornamenti frequenti da parte del team di sviluppo e all’uscita dell’espansione Reaper of Souls che portò numerosissimi cambiamenti al bilanciamento e alle meccaniche di gioco, rendendolo un gioco quasi del tutto diverso rispetto a quello della pubblicazione.
L’ultimo aggiornamento del gioco risale all’aggiunta della classe del Negromante, pubblicata in stand-alone nel 2017, tre anni dopo l’uscita dell’espansione, che aggiungeva una nuova classe. Diablo III resta comunque un titolo molto divisivo all’interno dei fan della serie, suscitando emozioni contrastanti data anche la semplificazione di certe meccaniche che erano risultate troppo grandi rispetto ai suoi capitoli precedenti.
Ma comunque non per questo fu un gioco di minor successo.
Diablo IV e il futuro della serie
Annunciato la prima volta nel 2019, Diablo IV riceve costanti aggiornamenti sullo sviluppo da parte di Blizzard. Fino ad ora abbiamo coperto le varie notizie che riguardano il gioco e tutto ciò che si sa sulle nuove meccaniche e aggiunte.
Il primo focus della casa produttrice sembra essere sulla narrazione, che sembra cambierà nella sua metodologia e al posto di favorire i soli dialoghi porterà l’attenzione sui personaggi zoomando su di loro con la telecamera di gioco e immergendo maggiormente il giocatore in ciò che accade, con animazioni e interazioni tra i personaggi, piuttosto che un mero scambio di battute. I filmati saranno invece in tempo reale, piuttosto che andare ad interrompere le scene.
Blizzard ha anche intenzione di dare a Diablo IV una struttura più open world, in modo da dare al giocatore la possibilità di prendersi una pausa dalla storia principale in qualsiasi momento e questo significa maggiore libertà d’esplorazione rispetto ai titoli precedenti. In tale ottica rientra l’introduzione degli accampamenti, luoghi caduti sotto il controllo nemico e che, se riconquistati, possono divenire zone strategiche alleate.
Riguardo il multiplayer, che sebbene non diverrà di massa, sarà sulla falsariga dei precedenti. Verrà ampliato per favorire l’incontro tra giocatori che avverrà ad esempio nelle città, una volta che momenti importanti della trama saranno conclusi. Così come sarà possibile incontrare giocatori lungo la strada. Si potrà altresì essere chiamati a partecipare ad eventi o battaglie, ma il giocatore sarà sempre libero di rifiutare e continuare la sua partita in solitaria.
Per concludere si è parlato di equipaggiamento e progressione del personaggio il cui focus del team di sviluppo è su un’idea di progressione e scelta delle skills che abbia un tipo di impatto alla selezione dell’abilità, e un altro in seguito alla conseguente crescita del personaggio, come a sottolineare che le skills siano un investimento a lungo termine che porterà a risultati differenti nel tempo.
Inoltre, proprio di recente è stata presentata la classe del Rogue durante la BlizzCon 2021.
Insomma, la serie di Diablo è in continua evoluzione, senza mai dimenticare il proprio passato, ma avendo sempre premura di guardare al futuro. Qual è il vostro capitoli preferito e quali sono le vostre speranze per Diablo IV?
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