WandaVision è il nuovo Game of Thrones?
Pubblicato il 11 Febbraio 2021 alle 19:00
WandaVision è il nuovo Game of Thrones? Il titolo di quest’articolo è volutamente provocatorio ma in realtà parte dal cuore. In che senso intendiamo abbia preso questa massiccia e ingombrante eredità? In termini di esperienza condivisa, di commento e attesa settimanale, teorie, smentite, confronti, litigate perché no, easter egg e così via.
In questo mini focus al giro di boa della stagione (attendiamo il sesto episodio su nove totali) facciamo il punto su ciò che è stato e cosa sarà.
Attenzione questo articolo contiene spoiler sui primi cinque episodi di WandaVision
Dopo Twin Peaks, Lost e Il Trono di Spade, una nuova serie ci permette come l’ha definita qualcuno di imporsi come “l’anti binge watching” (mai complimento fu più bello) e farci riabbracciare il tempo di interiorizzare, digerire un prodotto audiovisivo. Non doveva essere il primo della Fase 4 del MCU, è bene ricordarlo, e quindi acquista ancora più valore il farci tornare per più di un’ora e mezza/due nel Marvel Cinematic Universe. Non solo, lo hanno fatto con una comedy di 20 minuti: se non è un miracolo televisivo questo, non so davvero cosa lo sia.
Perché WandaVision è il nuovo Game of Thrones?
Game of Thrones, così come i suoi illustri predecessori, è una serie che si è evoluta col tempo, ha cambiato pelle, nel bene e nel male a volte. E WandaVision fa altrettanto in un’unica stagione: ha cambiato così tante volte genere, abito, senza mai tradire la propria identità, che non si contano più.
Una serie che celebra la serialità stessa come struttura narrativa, come concetto narrativo, e la sitcom che è stato un genere cardine ai tempi d’oro, per poi dover essere ibridata con altri per sopravvivere (dramedy, animazione).
E sembra ciò che sta accadendo anche a WandaVision. Gli spettatori non-Marvel fan e non-sitcom fan, che come sappiamo sono molti, si sarebbero stancati di vedere 9 episodi (ovvero quelli previsti) tutti come i primi 2. Così nel quarto abbiamo avuto 20 minuti di spiegone-fatto-bene che sembrava un episodio di Agents of S.H.I.E.L.D. (la serie più legata all’MCU prima di questa).
WandaVision: la durata degli episodi e… Pietro?!
Nel quinto si sono mescolate le due realtà – la sitcom a West View e il mondo “là fuori” – per 40 minuti. Esatto quasi il doppio della durata canonica finora, contando anche gli (importanti) titoli di coda.
Che sia durato 40 minuti perché ci stiamo sempre più allontanando dalla sitcom per tuffarci nel drama? Nella realtà e soprattutto nella consapevolezza della realtà da parte di Wanda, di Visione, di Agnes (che abbiamo capito essere più di una semplice attrice al cospetto di Wanda). Lo scopriremo nei prossimi episodi ovviamente, ma ricordiamoci che anche l’apparato tecnico-visivo (il 4:3 che poi diventa 16:9 dei primi episodi, ad esempio) non è lasciato al caso in questo serial. Nulla lo è.
Alla fine del quinto episodio c’è stato anche l’arrivo tanto rumoreggiato in queste settimane e in alcuni avvistamenti sul set: il Pietro di Evan Peters (quindi quello degli X-Men, figlio di Magneto come nei fumetti, e non quello di Aaron Taylor-Johnson dell’MCU) nell’ottica del Multiverso (che ci sembra una teoria sempre più rafforzata, contando anche il titolo del sequel di Doctor Strange, che sarà strettamente collegato a questa serie come potrebbe esserlo tutta la Fase 4, e Spider-Man 3 dove potremmo rivedere molti volti noti dell’universo Sony precedente al MCU).
WandaVision: Darcy come noi spettatori
Darcy, il personaggio di Kat Dennings, oltre che una delizia da rivedere, recita anche il ruolo (ma quanti ruoli si recitano in questa meta-serie tv?) dell’alter ego di noi spettatori: “She recast Pietro?” si chiede alla fine del quinto episodio, così come durante il quarto avendo scovato la sitcom che Wanda stava mettendo in scena a West View diceva a Jimmy Woo (Randall Park): “What? I’m invested” proprio come noi spettatori.
Wanda, se osserviamo bene, quando Pietro la abbraccia fa una faccia strana come se nemmeno lei si aspettasse di vedere quel Pietro bussare alla sua porta. Che l’ipotetico Multiverso nasca da un glitch dei poteri di Wanda che come abbiamo già visto in questo episodio per riuscire a tenere in piedi questa fantasia stanno già traballando?
E’ chiaro come stia perdendo il controllo sulla città e soprattutto su Visione. Visione, nato da un creatore (Tony/Bruce) e ora ri-nato da Wanda (abbiamo scoperto che ha rubato il suo corpo per riportarlo in vita).
Nel quinto episodio – è bene sottolinearlo – fondamentalmente non succede nulla perché si susseguono sviluppi che già avevamo capito/previsto/intuito dallo scorso episodio, quasi una conferma più che una sorpresa (anche il colpo di scena di Pietro, in fondo). Allo stesso tempo si tratta di una puntata “pregna” di meta-avvenimenti come la natura stessa di questo serial che, come dicevamo continua a cambiare pelle.
WandaVision si è dimostrata una grande riflessione meta-televisiva sulle fasi del lutto e l’elaborazione dello stesso. “Il lutto va accettato, non saltato con degli stratagemmi” dice Wanda ai bambini, quando vorrebbero che riportasse in vita il cane coi suoi poteri. Lo dice proprio lei che pur non di non accettare la morte di Visione (immaginiamo sia questo a motivarla, proprio come la S.W.O.R.D. del resto), ha messo in piedi tutta la farsa a cui stiamo assistendo.
Che lei stessa abbia creato queste meta-storie per arrivare ad una propria consapevolezza interiore nel finale della miniserie? Potrebbe essere, ma è più probabile che più che in consapevolezza finisca in tragedia questa storia. O con un happy ending che però nasconde un glitch nato inconsapevolmente, di cui dicevamo prima, e che farà scaturire il Multiverso.
WandaVision: una grande meta-elaborazione del lutto
Quella del lutto non è l’unica metafora presente nell’episodio: altra parafrasi bellissima è quella dei gemelli che crescono esponenzialmente e frettolosamente e Wanda dice loro che nemmeno quello è uno stratagemma che permette di affrontare nel modo giusto la vita: “Non potete crescere ogni volta che non volete affrontare un problema, un dolore“.
Ogni età ha le sue difficoltà e i suoi momenti gioiosi e sono le esperienze, anche quelle brutte, a renderci ciò che siamo. Quante volte i bambini e i ragazzini vogliono crescere troppo in fretta perché non si rendono conto di quello che stanno perdendo a dispetto di quello che stanno guadagnando?
E tutto questo non poteva che essere inserito nell’episodio dedicato alle sitcom anni ’80 (ricordiamolo ogni volta un’annata diversa) che riprende non solo e non tanto gli easter eggs dei successi dell’epoca (come in questo caso Casa Keaton) ma soprattutto gli stilemi, come in questo caso l’essere neogenitori che tentano di dividersi ed equilibrarsi i propri ruoli.
Quindi WandaVision è il nuovo Game of Thrones? Non resta che aspettare la nuova discussione settimanale per scoprirlo… e soprattutto ci auguriamo non lo sarà nel finale!