Tokyo Revengers, la recensione dei primi due volumi J-Pop
Pubblicato il 8 Febbraio 2021 alle 14:00
J-Pop porta in Italia l’interessantissimo shonen Tokyo Revengers, vincitore del 44° Kodansha Manga Award
Autori: Ken Wakui (testi & disegni)
Casa editrice: J-Pop
Genere: shonen
Provenieza: Giappone
Prezzo: € 13, 12×16.9, pp. 308, B. con Sovracc, b/n + colore
Data di uscita: 03 febbraio 2020
Tokyo Revengers di Ken Wakui, manga vincitore del 44° Kodansha Manga Award e prossimo a diventare una serie anime cliccate QUI per il trailer e i dettagli, arriva in Italia grazie alla sempre attenta e lungimirante J-Pop che pare aver fatto centro con l’ennesima sorprendente aggiunta al suo variegato catalogo.
Tokyo Revengers, ritorno al futuro
Takemichi ha 26 anni, un lavoro sottopagato con un capo più giovane di lui ed è vergine. Nessuna prospettiva all’orizzonte se non quella di racimolare l’affitto alla fine del mese anche perché non avendo frequentato la scuola superiore di certo non può ambire a qualcosa di meglio.
Un giorno è davanti alla TV a magiare cibo spazzatura e, ascoltando distrattamente il notiziario, viene turbato da una notizia incredibile. La sua fidanzatina delle media, Hinata Tachibana, è morta, insieme al fratello Naoto, durante un incidente definito “attacco terroristico” provocato da un violento regolamento di conti tra i membri della temibile e violenta Tokyo Manji Gang.
Sopraffatto dai ricordi e dalla malinconia, Takemichi decide di farla finita ma quello che lo attende non è né l’Inferno né il Paradiso. Il ragazzo infatti si risveglierà nei panni del sé stesso studente delle medie, pochi giorni prima di conoscere Hinata.
Cosa è accaduto? Takemichi ha poco tempo per rifletterci perché capisce subito che, con le informazioni a sua disposizione, deve fare di tutto per impedire che Hinata molti anni dopo muoia. Dovrà quindi impedire l’ascesa della Tokyo Manji Gang e del suo insolito e carismatico leader.
Ben presto Takemichi capisce però che il compito non è così semplice e iniziando a cambiare il passato sta cambiando anche il presente. Il suo “potere” è sì legato al viaggio nel tempo ma nel presente gli indizi sembrano man mano confermare che qualcosa non quadra nell’incidente di Hinata.
Ma soprattutto perché Takemichi ha questo potere? e chi l’ha “attivato” ha una sorta di doppio fine per lui?
Tokyo Revengers, lo shonen al momento giusto
Le premesse di Tokyo Revengers non sembrano essere delle più originali fra l’Urasawa più canonico e lo Shinkai più mainstream eppure dopo essersi addentrati nella lettura con le prime 20 pagine ci troviamo di fronte ad una serie ottimamente scritta, ben ritmata, mai scontata e dai personaggi capaci di sorprendere per le loro insolite sfaccettature.
È indubbio che, al netto della robustezza dello sfondo in cui si muovono le vicende ovvero la commedia scolastica con protagonista le bande di teppisti, Tokyo Revengers si inserisca nel genere shonen. Tuttavia la progressione del plot assolutamente non lineare, e non solo per la presenza dell’elemento del viaggio nel tempo, ed un intreccio fra i vari personaggi più complesso di quello che lo schema della serie vorrebbe far intendere, rendono la lettura davvero interessante ed appagante.
A Takemichi, protagonista immediatamente simpatetico nella sua miserabile esistenza rivoluzionata dalla più classica delle seconde possibilità, si accompagnano una serie di personaggi costruiti per ingannare il lettore con le loro apparenze sia nel bene che nel male.
Come i leader della Tokyo Manji Gang, incarnazione di un onore antico e perduto nel presente a quanto pare, passando per Hinata e suo fratello Naoto. Della prima vediamo solo il passato, del secondo anche il presente, un presente che getta più di un dubbio sulla sua trasparenza. E poi c’è l’evento scatenante, quell’incidente/attacco terroristico di cui si centellinano i particolari.
Non mancano i momenti umoristici tipici della commedia scolastica né quelli più malinconici o riflessivi mentre l’azione è viscerale ma sempre estremamente realistica. Un mix ben bilanciato da Ken Wakui che confeziona quindi una storia perfettamente in grado di inserirsi molto bene in certi trend narrativi moderni, sia occidentali che orientali, ma con una propria distintiva identità.
Tokyo Revengers, attenzione ai dettagli
Dal punto di vista grafico i primi due volumi di Tokyo Revengers mostrano un Ken Wakui sicuro sulle coordinate stilistico da voler adottare. Ricerca di un certo realismo, anatomie ben proporzionate e attenzione alle espressioni così come alla prossemica e alla postura dei personaggi, questi ultimi due aspetti fondamentali, soprattutto nelle sequenze ambientate nel passato, per stabilire subito le gerarchie e i rapporti fra i vari personaggi.
Il tutto si traduce in linee continue, un tratteggio e linee cinetiche ridotte al minimo, preferendo quindi un approccio basato su inquadrature fisse, non statiche attenzione, che permettono al lettore di identificare immediatamente gli elementi topici della sequenze sia che questi siano i dialoghi o i concitati momenti d’azione.
Rimanendo nell’ambito del tratto, Wakui dimostra qualche incertezza in alcuni frangenti legati all’anatomia, al volume di alcune parti del corpo o dei visi in determinate inquadrature, ma stiamo parlando di incertezze che l’esperienza, e quindi già nei prossimi volumi, verrà sicuramente colmata.
Interessantissimo è invece l’utilizzo delle didascalie. Molto presenti, soprattutto nelle sequenze ambientate nel passato, sono utilizzate ovviamente per dare voce ai pensieri del protagonista Takemichi e fin qui nulla di insolito se non fosse che Wakui non le include nei riquadri ma preferisce lasciare spesso aperti i margini facendovi confluire lo spazio bianco in una dilatazione spazio-temporale che amplifica l’incertezza ed il cambiamento sia all’interno del protagonista che della storia stessa.
A questo poi si aggiungono riquadri spesso dalle forme irregolari, tessere di un ipotetico puzzle che sono i ricordi e le situazioni rivissute da Takemichi ora da un punto di vista inedito e consapevole. Si tratta di soluzioni assolutamente inusuali che mostrano la volontà del sensei di una ricerca grafica che possa supportare il plot che ha in mente.
Il bundle e i volumi J-Pop
Tokyo Revengers è disponibile dallo scorso 3 febbraio nel Tokyo Revengers Manji Gang Pack. Si tratta di un bundle pack in edizione limitata contenente i primi due volumi e una lenticular 3D illustration card. I volumi ovviamente saranno disponibili anche singolarmente nelle prossime settimane.
Per quanto riguarda la cura carto-tecnica invece, J-Pop confeziona due solidissimi brossurati di formato standard (12×16.9 cm) con sovracoperta. Nel primo volume sono presenti anche alcune pagine a colori in apertura. Molto buono sia l’adattamento che la traduzione estremamente scorrevoli e ed impreziositi da alcune note esplicative molto puntuali ma non invadenti.
In Breve
Storia
8.0
Disegni
8.0
Cura Editoriale
8.0
Sommario
Tokyo Revengers è una serie ottimamente scritta, ben ritmata, mai scontata e dai personaggi capaci di sorprendere per le loro insolite sfaccettature. Ken Wakui confeziona quindi una storia perfettamente in grado di inserirsi molto bene in certi trend narrativi moderni, sia occidentali che orientali, ma con una propria distintiva identità.