M’ama non m’ama vol. 1: recensione

Pubblicato il 19 Agosto 2012 alle 13:00

GP Publishing porta in Italia l’opera shojo di Haru Tsukishima, che racconta sentimenti e colpi di scena in un triangolo amoroso di ambientazione scolastica.

Autore: Haru Tsukishima

Editore: GP Publishing

Provenienza: Giappone, 2010

Target: shojo

Genere: sentimentale, scolastico

Prezzo: € 4,40

Anno di pubblicazione: 2012


GP Publishing propone ai lettori del nostro Paese una nuova miniserie shojo in tre volumi targata Kodansha: “M’ama non m’ama” (Suki, kirai, suki) di Haru Tsukishima.

La trama verte sul triangolo che si viene inaspettatamente a creare tra Azusa Inoue, il suo arrogante compagno di classe Masami Saito, dongiovanni impenitente e pieno di sé, e il dolce e premuroso Hikaru Matsumoto, amico di Azusa fin dalle medie, che dichiara alla ragazza i suoi sentimenti proprio quando, contro ogni previsione, la protagonista si rende conto  di provare qualcosa per l’odioso Saito.

Già a partire dal titolo e dalle prime battute della storia appare fin troppo evidente che l’autrice ha fatto massiccio ricorso ad alcuni dei clichè di genere più abusati, sfruttando per l’ennesima volta il topos del triangolo amoroso, e sovraccaricandolo con il binomio tsundere-yandere della caratterizzazione dei due ragazzi, creando la netta contrapposizione tra il bravo ragazzo e il casanova apparentemente menefreghista.

Inutile dire, che se non sia ha un’intuizione valida, in grado di reinventare gli stereotipi, il risultato è una lettura noiosa e banale. Purtroppo, Haru Tsukishima non riesce a svincolarsi da formule ripetitive e scontate, anche se il suo sforzo in questo senso riesce ad avvertirsi almeno nella costruzione del personaggio di Azusa, più sfaccettato di quanto possa inizialmente apparire, per quanto anch’esso pienamente riconducibile alle consolidate soluzioni adottate nella letteratura shojo sentimentale.

In contrasto con questa aderenza a modelli narrativi già noti, è invece il disegno, almeno per ciò che concerne l’inchiostrazione, che fa leva su un tratto marcato e senza linee spezzate, lontano dalla leggerezza tipica degli stilemi shojo moderni. Il segno è pertanto pulito e deciso, piuttosto essenziale, e non si perde nella ricerca leziosa di dettagli.

La composizione delle tavole è sempre leggibile e scorrevole, che valorizza i personaggi senza dimenticare il contesto in cui si svolgono le azioni, per una lettura agevole che si affronta senza nessuna fatica.

L’edizione che GP Publishing propone per quest’opera è quella dei volumetti da edicola (11,5×17,5), per un albo di 160 pagine in bianco e nero su carta giallina e ruvida. Diversi problemi sono riscontrabili per quanto riguarda la resa di stampa dei retini e i numerosi refusi che costellano i testi.

“M’ama non m’ama”, nel complesso, è una serie leggera, piacevole e senza eccessive pretese, ma che, complici alcune forzature della trama, non riesce ad andare oltre l’intrattenimento estemporaneo che dura giusto il tempo della lettura.


VOTO: 6    

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