Zombicide Invader – Benvenuti all’Inferno | Recensione
Pubblicato il 28 Gennaio 2021 alle 16:00
Zombicide Invader è il primo fumetto frutto della collaborazione fra Sergio Bonelli Editore e CMON, casa editrice leader nel settore dei giochi da tavolo.
Autori: Luca Enoch, Stefano Vietti (testi) Giancarlo Olivares (disegni)
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore
Genere: fantascienza
Provenienza: Italia
Prezzo: € 21, 17×26, pp. 160, col., C.
Data di uscita: 28 gennaio 2021
Zombicide Invader – Benvenuti all’Inferno è il primo fumetto frutto della collaborazione fra Sergio Bonelli Editore e CMON, azienda leader nei giochi da tavolo, ed è ambientato nell’universo dell’omonimo gioco da tavolo d’azione con miniature e tessere modulari.
Il gioco, nato mettendo i giocatori di fronte ad un’orda di zombie, è stato poi riletto sia in chiave fantasy che fantascientifica – Zombicide Invader appunto – che sostituisce ai classici zombie una feroce razza aliena nota come Xeno.
Zombicide Invader – di azione e reazione
In Zombicide Invader – Benvenuti all’Inferno, la nave carceria Erebos, gravemente danneggiata, compie un atterraggio di emergenza sul piccolo pianeta minerario di PK- L7 ma quella che doveva essere la salvezza si trasforma rapidamente in un incubo.
Non appena l’equipaggio lascia il relitto della nave infatti viene attaccato da una misteriosa razza di essere mutanti che emergono dal sottosuolo. Sopravvivono solo il Capitano Kane, il sergente Tanaka e il tenente Bogrov salvati dal provvidenziale intervento delle milizie locali capeggiate dal comandante Daphne Connors.
Ben presto i tre vengono messi al corrente della situazione sulla colonia: le comunicazioni sono interstellari sono interrotte e le trivellazioni per l’estrazione dello Xenium, un carburante speciale dalle proprietà straordinarie, sono andate troppo in profondità facendo impazzire gli esseri noti come Xeno che, come degli zombie, infettano ciò che non divorano.
La salvezza potrebbe essere proprio il relitto della nave di Kane e soci da cui si potrebbero ricavare pezzi di ricambio per riparare il sistema di comunicazioni ma nella missione di recupero qualcosa va storto e il capitano Kane, il sergente Yuko e il tenente Bogrov decidono di far saltare la nave, anche per nascondere la verità su sé stessi, perché non sono esattamente chi dicono di essere, scatenando un assalto degli Xeno.
Mentre si lavora alacremente per inviare un segnale di soccorso nello spazio, Kane e i suoi e gli uomini della Connor dovranno respingere l’assalto degli Xeno guidati da un enorme abominio “matrigna”.
Mentre la prima battaglia, di quello che sembra un lungo e logorante conflitto, termina con qualche perdita, la verità sulla natura degli Xeno potrebbe cambiare per sempre l’intero universo.
Zombicide Invader – “escono dalle fottute pareti”
Luca Enoch e Stefano Vietti (già menti dietro a Dragonero, successo mai troppo lodato di casa Sergio Bonelli Editore) imbastiscono una storia tanto semplice quanto efficace nel riuscire a trasportare sul carta il ritmo incalzante del gioco da tavolo che a differenza di altri titoli simili riesce ad essere, grazie a meccaniche collaudate che non prevedono un master nel ruolo degli antagonisti, estremamente frenetico e coinvolgente.
Su carta queste caratteristiche vengono riportate costruendo personaggi archetipici della narrazione action ma non per questo rinunciando a dare un contesto per nulla scontato alle vicende e giocando molto bene i vari twist nella trama che diventa dinamica e profonda quanto basta per essere sì un “tie-in” del gioco da tavolo ma mantenere anche una propria autonomia narrativa.
Da questo punto di vista è interessante fare una piccola digressione su come questo volume capiti in un momento in cui in casa SBE da un lato si stia virando su territori meno tradizionali (tanto in termini di formati che di tematiche) e dall’altro manchi una serie di fantascienza che raccolga il testimone di un Nathan Never che si trascina ormai per inerzia da anni.
Stiamo parlando dello stesso genere, la fantascienza, ma dagli approcci radicalmente differenti sia ben chiaro, eppure Zombicide Invader – Benvenuti all’Inferno mostra un certo potenziale che, strutturato in una narrazione più organica, potrebbe davvero riservare sorprese sia dal punto di vista della critica che del pubblico.
Si parla di approcci narrativi differenti e i due autori lo capiscono subito usando come volano della loro sceneggiatura delle spettacolari scene d’azione ad altissimo budget che comprendono conflitti a fuoco e spettacolari sequenze d’assedio che richiamano alla mente un Aliens meno claustrofobico ma anche una certa narrazione videoludica vedasi Gears of War.
Zombicide Invader – Benvenuti all’Inferno è una lettura maschia, senza fronzoli tutta votata all’azione ma non per questo scontata o banale. Ci sono sì tutti gli stilemi tipici della fantascienza d’azione ma anche tanto potenziale per un volume che potrebbe passare, colpevolmente, sotto traccia.
Zombicide Invader – massicci e lovercraftiani
È il veterano Giancarlo Olivares ad occuparsi delle matite di Zombicide Invader – Benvenuti all’Inferno con un stile leggermente diverso da quello a cui siamo stati abituati ad apprezzarlo in passato.
Le anatomie si fanno più taurine, le posture più massicce ed in generale tutto diventa più “muscoloso” supportando così l’ambientazione d’azione fatta di corazze di fanteria d’assalto e futuristiche armi automatiche.
Il disegnatore si muove perfettamente a suo agio nell’ambiente già graficamente creato per il gioco da tavolo e lo rilegge con piglio sicuro ma personale. Ecco quindi che la coordinata prediletta per impostare la tavola diventa quella orizzontale aumentando così la portata dell’azione che si fa nettamente spettacolare e cinematografica con particolare attenzione ai dettagli ma anche alle inquadrature sempre puntuali nel cogliere il climax della sequenza.
Menzione a parte merita anche il character design degli Xeno che, a differenza degli alieni insettoidi classici a cui siamo abituati in questo tipo di storie, assumono connotati lovercraftiani che anche alla luce delle rivelazioni a fine volume assume un retrogusto anche qui legato ad una certa narrazione videoludica ma non per questo meno eccitante per gli eventuali sviluppi futuri.
Puntuale anche il lavoro di Paolo Francescutto ai colori che non cede alla tentazioni di impostare una paletta troppo algida ma preferisce i colori caldi, quasi marziani, per PK- L7 e gli Xeno creando così un bel contrasto con la tecnologia e le dotazioni militari dei protagonisti più fredde fra grigi e bianchi.
Zombicide Invader – Benvenuti all’Inferno, il volume Sergio Bonelli Editore
Sergio Bonelli Editore confeziona un agile cartonato non propriamente economico ma di pregevole fattura. Il volume presenta una piccola sezione di extra con gli studi di alcuni personaggi fra cui spicca quello del disegnatore Marco Checchetto (Daredevil – Marvel) che ha ideato l’aspetto dell’Abominio Matrigna.
Da segnalarsi invece qualche passaggio poco scorrevole dal punto di vista della forma italiana che lascia interdetti nella lettura in più di una occasione, davvero un caso più unico che raro nelle pubblicazioni SBE sempre attentissime alla forma italiana.
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In Breve
Storia
7.5
Disegni
7.5
Cura Editoriale
6.5
Sommario
Zombicide Invader - Benvenuti all'Inferno è una lettura maschia, senza fronzoli tutta votata all'azione ma non per questo scontata o banale. Ci sono sì tutti gli stilemi tipici della fantascienza d'azione ma anche tanto potenziale per un volume che potrebbe passare, colpevolmente, sotto traccia.