Marvel Masterworks – I Difensori vol. 1 – Recensione

Pubblicato il 4 Agosto 2012 alle 12:00

Arriva il Masterwork con i primi episodi di uno storico gruppo Marvel degli anni settanta: i Difensori! Seguite le vicissitudini del Dr. Strange, Hulk, Sub-Mariner, Silver Surfer e la Valchiria narrate da Roy Thomas e Steve Englehart!

Marvel Masterworks – I Difensori vol. 1

Autori: Roy Thomas, Steve Englehart (testi), Sal Buscema, Ross Andru (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Provenienza: USA

Genere: Supereroi

Prezzo: € 25,00, 17 x 26, pp. 256, col.

Data di pubblicazione: luglio 2012


Come ho scritto in tante occasioni, Roy Thomas ha avuto un’importanza fondamentale per ciò che concerne l’evoluzione della Marvel e fu grazie a lui se la Casa delle Idee al principio degli anni settanta ampliò il suo parco testate, spesso con comic-book non imperniati sui giustizieri in calzamaglia. Tra le tante idee di Thomas ci fu però anche quella di un gruppo formato da Hulk, Sub-Mariner e Silver Surfer. Come affermò in molti articoli e interviste, Roy voleva creare una squadra anomala e diversa da quelle esistenti. E in effetti i personaggi, tutti con un carattere difficile e piuttosto individualisti, non sembravano propensi alle collaborazioni. Lo stesso Stan Lee che aveva ormai quasi del tutto abbandonato la scrittura per assumere mansioni dirigenziali era perplesso.

Tuttavia, l’allora giovane allievo del Sorridente riuscì a spuntarla e creò le premesse che avrebbero portato alla nascita dei Difensori. Di fatto gli eroi si erano già incontrati in varie storie e non tutte scritte da Thomas, peraltro; di conseguenza nei nn. 34-35 di Sub-Mariner, il Golia Verde, il Principe Namor e il Surfista Argenteo, denominati Tre Titani, si trovano costretti a combattere insieme per sventare una temibile minaccia, per giunta scontrandosi con i Vendicatori. Thomas si collegò alle primissime storie degli Avengers, dal momento che il pelleverde era stato uno dei membri fondatori, e gli episodi funzionarono, suscitando l’interesse dei fans.

Thomas, perciò, rinfrancato dalla buona accoglienza, ripresentò il progetto a Lee. Il Sorridente si lasciò convincere ma pose un veto: Silver Surfer doveva essere escluso dal team. Che Stan fosse talmente affezionato al Surfista al punto da voler essere l’unico a utilizzarlo era notorio ma Roy non si lasciò scoraggiare, inserendo al posto di Norrin Radd un altro character della Marvel: il Dr. Strange, il Signore delle Arti Mistiche, la cui serie regolare in quel periodo era stata chiusa. La sua presenza nelle fila dei Difensori risultava ancora più strana poiché Stephen Strange era addirittura più solitario di Namor e Hulk. Tuttavia, nei primi tre numeri dell’antologica Marvel Feature, esordirono i Difensori. Thomas, ovviamente, scrisse le storie, coadiuvato alle matite da Ross Andru, e pure stavolta la novità ebbe successo.

Data la presenza di Strange, l’occultismo e l’esoterismo la fecero da padroni e il trio affrontò vecchi nemici del Mago Supremo come Yandroth e il terribile Dormammu e apparve lo stesso Roy Thomas in una storia dai toni lovecraftiani ambientata a Rutland nel Vermont (e ciò accadde spesso in altri serial, tanto che nacque una tradizione di episodi ‘rutlandiani’). Inoltre, l’autore ripescò un mostro del periodo Timely, The Hulk, e lo chiamò Xemnu, in un episodio in cui si denunciava l’influenza negativa della televisione e dei suoi modelli. E inserì un dettaglio che differenziò i Difensori dagli altri super gruppi. Costoro erano una ‘non squadra’. I membri non si incontravano regolarmente; anzi, agivano insieme se costretti dalle circostanze; e non esisteva un leader, benché il Dr. Strange assumesse sovente un ruolo di guida spirituale.

Fu allora varato il mensile regolare dei Difensori. Stavolta, però, a scriverlo fu Steve Englehart che partì in quarta con una story-line che reinserì Silver Surfer nelle vicende. L’autore si divertì giocando con personaggi dimenticati come Calizuma, Casiolena e Cyrus Black e con altri più noti come l’Esecutore e l’Incantatrice. E fu Englehart a inventare la Valchiria che nel giro di poco tempo divenne una delle colonne portanti della squadra. In verità, l’onnipresente Thomas aveva già creato una Valchiria ma Steve ne approfittò per introdurre una nuova versione dell’affascinante guerriera. Come se non bastasse, utilizzò il Cavaliere Nero (e qui incominciò la lunga e complessa vicenda di Dane Whitman trasformato in statua di pietra) e Namorita e iniziò timidamente a imbastire i presupposti che porteranno al primo crossover Marvel, quello dei Difensori contro i Vendicatori (disponibile in un tp della linea Marvel Gold).

Tutto questo materiale è incluso nel primo Masterwork dedicato ai Defenders, appunto, e se non l’avete mai letto sarebbe bene colmare la lacuna. I testi di Thomas e di Englehart risentono degli standard espressivi dei seventies ma rimangono efficaci e i dialoghi, in particolare, non sono privi di ironia. Malgrado molti episodi siano contrassegnati da un’atmosfera oscura e gotica (basti pensare a quello con i mostruosi Senza Nome), la lettura è godibile e divertente. Per quanto riguarda la parte grafica bisogna ammettere che Ross Andru, mitico penciler di Wonder Woman, Metal Men e Amazing Spider-Man, svolge un lavoro discontinuo. Alcuni numeri sono infatti inchiostrati dal leggendario Bill Everett, storico creatore di Namor, i cui inchiostri però non valorizzarono il tratto del disegnatore. La parte del leone la fa invece Sal Buscema che in questo caso era ancora lontano dai canoni stilizzati delle sue produzioni anni ottanta e che realizza interpretazioni suggestive e impeccabili dei personaggi con una fluidità e un dinamismo eccellenti (il suo Surfer, specie all’inizio del volume, non è molto distante da quello del fratello John).

Insomma, a mio parere il libro, impreziosito da una stupenda cover di Neal Adams, non va trascurato e acquistandolo avrete a che fare con un autentico pezzo di storia Marvel. La cura editoriale e la qualità di stampa sono ottime e perciò questo Marvel Masterwork vale la spesa. Da non perdere.


Voto: 8

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