Quei due – Un buon partito | Recensione
Pubblicato il 20 Gennaio 2021 alle 16:00
Terzo appuntamento con la commedia degli equivoci di Marta e Marco che, dopo la separazione, continuano a gestire insieme il ristorante sui Navigli che hanno creato.
Autori: Tito Faraci (testi), Silvia Ziche (disegni)
Genere: commedia agrodolce
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore
Formato: 22 x 29,7 cm, b/n, 72 pp.
Data di pubblicazione: 10 dicembre 2020
A distanza di tre mesi dal secondo capitolo, tornano Tito Faraci e Silvia Ziche con Quei due, la normalissima ex-coppia milanese alle prese con normali vicende quotidiane capaci di stravolgere la loro vita.
Dopo un finale al cardiopalmo, nel quale era sospeso l’esito delle analisi del sangue di Marco, il terzo volume (cartonato) si apre con la notizia ormai appresa e digerita ma non ampiamente specificata. Marco è malato, sì, ma di… boh.
In parallelo, Marta sta vivendo una separazione tranquilla: le sue giornate trascorrono a combattere contro Marco e il suo trasloco fuori dalla loro casa fino a quando non incontra Baldo Comini, un politico buono, molto buono, troooppo buono che sta lavorando sulla sua campagna elettorale. Tra i due nascerà una tenera amicizia che è in procinto di diventare qualcosa di più, se non fosse per un certo Marco che si aggira geloso…
Quei due e… quegli altri
Nel terzo episodio di Quei due, il carnet di personaggi si allarga poco alla volta, rendendo ancora più complicata e più lunga la rescissione del rapporto. Il politico amato dal popolo, più fantasioso che realistico, aggiunge un pizzico di magia alla storia di Marta. Baldo Comini è un uomo buono e rimane affascinato dalla bella Marta fin dal primo sguardo, vittima del classico colpo di fulmine.
Se Baldo sembra uscito da un libro di fiabe, Marta è e continuerà a essere un personaggio vero, reale e realistico. Ciò si vede esattamente durante il loro appuntamento: lei impacciata, spontanea e logorroica, lui l’esatto prototipo dell’uomo galante, che ascolta e che rimane affascinato anche dalle piccole stranezze. Insomma, buono come il pane, anche se non proprio.
L’incontro tra i due però non finisce come nelle favole: la vita reale impegna tutte le energie di Marta che si ritrova ad avere di fronte un Marco leggermente cambiato.
Con un connubio di divertissement, equivoci verbali e anche un po’ di metafumetto, Quei due – Un buon partito non aggiunge niente di diverso allo stile già visto nei due numeri precedenti. La fluidità e la leggerezza della storia ti permettono di leggere il nuovo capitolo pubblicato a meno di sei mesi di distanza da quello precedente senza dover ripescare quest’ultimo dalla libreria per ricordarti a che punto quei due erano rimasti.
Una storia semplice, normale e mai banale, che si lega al cuore del lettore e che regala la magia dei Navigli milanesi delineati da un tratto spesso, deciso e pulito, capace di illuminare i bianchi incastrati all’interno delle linee morbide made by Silvia Ziche. Il grande formato del volume amplifica ancora di più le luci della Ziche: abituati ai formati pocket delle sue colorate storie su “Topolino Magazine” e sui suoi volumi di Lucrezia, su Quei due si riesce a concepire la grandezza di una disegnatrice (e anche bravissima sceneggiatrice!) dalla china netta e piena.
Dopo tre volumi, ci siamo: Faraci e Ziche sono alle battute finali. Manca ancora un volume e riusciremo a essere cosa ne sarà di Marco e Marta. Riusciranno i nostri eroi a liberarsi l’uno dell’altro? Oppure torneranno insieme? O compariranno nuovi personaggi a stravolgere i loro quotidiani disastri? La commedia ci tormenterà romanticamente fino all’ultima uscita.
In Breve
Storia
8.2
Disegni
9
Cura Editoriale
8
Sommario
In questo episodio, l'ingresso nella vita di Marta di un uomo affascinante, il "buon partito", l'uomo perbene, simpatico e gentile, scatenerà la gelosia di Marco, generando situazioni tra il comico e il romantico, con qualche lieve venatura di malinconia. Intorno a loro, ancora una volta, un inarrestabile gruppo di personaggi e una Milano frizzante, vivace e incantevole.