Batman World n. 3 – Batwing n. 1 – Recensione
Pubblicato il 27 Luglio 2012 alle 10:30
Arriva il Cavaliere Oscuro del continente africano: David Zavimbe, alias Batwing! Seguite le sue avventure nel DCU del reboot con un comic-book scritto da Judd Winick e disegnato da Ben Oliver.
Batman World n. 3 – Batwing n. 1
Autori: Judd Winick (testi), Ben Oliver, Chris Cross (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Provenienza: USA
Genere: Supereroi
Prezzo: € 9,95, 16,8 x 25,6, pp. 96, col.
Data di pubblicazione: luglio 2012
Indipendentemente dal giudizio che si può dare sul Batman di Grant Morrison è indubbio che l’autore scozzese ha introdotto numerose novità che hanno lasciato il segno dal punto di vista narrativo. Di conseguenza, al momento del reboot della DC i dirigenti della casa editrice hanno utilizzato parecchi degli spunti dello scrittore di Glasgow. E in questo senso non si può non citare l’intrigante Batman Inc.
In un mondo sempre più globale, infatti, il Cavaliere Oscuro ha creato una multinazionale specializzata nella lotta al crimine formata da vigilanti che agiscono in diverse zone del pianeta, supportati dai mezzi scientifici e finanziari del signor Wayne. Grant non fece altro che aggiornare un elemento delle classiche storie batmaniane degli anni cinquanta relative al Club degli Eroi, gruppo conosciuto anche come quello dei Batmen di tutte le nazioni, composto da character più o meno legati al Pipistrello.
La Batman Inc. ha ottenuto il gradimento dei lettori e in pieno reboot la DC ha deciso di varare un mensile regolare dedicato a uno dei suoi componenti: Batwing, il Batman africano. Costui si chiama David Zavimbe e, coadiuvato dal fido assistente Matu Ba, agisce da giustiziere nel contesto violento e sanguinario del Congo. Come è facile intuire, quindi, le atmosfere e le ambientazioni sono lontane anni luce da quelle degli altri Bat-mensili.
David è un uomo tormentato con un passato terribile alle spalle e una serie di esperienze traumatiche che solo parzialmente è riuscito a superare. Agisce in una società sconvolta dalla guerra, dalla crudeltà dei mercenari, dagli scontri etnici, dalla piaga dell’Aids e dall’orrore dei bambini coinvolti nelle uccisioni e trasformati in feroci assassini. Batwing deve confrontarsi con un killer che sta facendo fuori gli ex membri del Regno, una squadra di supereroi che potremmo considerare una specie di corrispettivo africano della JLA.
Ma quali sono le sue motivazioni? E siamo sicuri che questi supereroi non abbiano qualche segreto poco edificante da nascondere? L’iniziale story-line di Batwing, pubblicata nella testata ombrello Batman World, si concentra su questi dettagli. Le premesse del comic-book potrebbero essere in sé interessanti se a scriverlo non fosse Judd Winick, da me considerato uno dei peggiori writer in attività. Se già mi aveva deluso su Catwoman, posso affermare che nemmeno Batwing è eccelso. Certamente l’autore affronta tematiche scottanti e a volte inusuali ma non va mai in profondità e l’Africa da lui descritta è stereotipata e piena di cliché.
Molte delle situazioni sono poi meri pretesti per impostare scene di battaglia piene di efferatezze gratuite e il comic-book si riduce a un fumetto per bambinoni che apprezzano le scazzottate e stop. Nemmeno i testi sono eccezionali con i monologhi del protagonista piatti e anonimi, privi di intensità e convenzionali. I dialoghi risultano risaputi. E Winick imbastisce una trama a conti fatti noiosa.
I disegni di Ben Oliver elevano il livello della serie e bisogna ammettere che il penciler britannico svolge un ottimo lavoro, realizzando tavole caratterizzate da piacevoli giochi d’ombra e con un taglio fortemente cinematografico delle vignette. Tuttavia la sua arte è messa al servizio di un prodotto insulso come pochi. Inoltre, Oliver illustra solo i primi tre episodi; il quarto, invece, è appannaggio del meno valido Chris Cross che, malgrado l’inventiva costruzione del lay-out, ha uno stile grezzo che non si discosta dagli standard visuali del fumetto mainstream statunitense.
Di conseguenza, in che modo si può definire Batwing? Come un’opera trascurabile.