Batman Universe n. 3 – Batgirl n. 1 – Recensione
Pubblicato il 26 Luglio 2012 alle 10:30
Il reboot DC continua e stavolta è il turno dell’intrigante Barbara Gordon, la più amata Batgirl di tutti i tempi! Seguite le sue nuove vicissitudini in un serial scritto da Gail Simone e disegnato da Ardian Syaf!
Batman Universe n. 3 – Batgirl n. 1
Autori: Gail Simone (testi), Ardian Syaf (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Provenienza: USA
Genere: Supereroi
Prezzo: € 9,95, 16,8 x 25,6, pp. 96, col.
Data di pubblicazione: luglio 2012
Il reboot della DC Comics ha coinvolto l’intero universo narrativo di Superman, Batman, Wonder Woman e gli innumerevoli altri character esistenti; ma l’etichetta statunitense ha anche riservato particolare attenzione nei confronti del Cavaliere Oscuro e non poteva essere diversamente, dal momento che il signor Bruce Wayne è da anni l’eroe di punta della casa editrice. E i bat-fan sanno che a Gotham City non esiste solo il Pipistrello. Ecco perché la DC ha varato mensili imperniati sui numerosi comprimari delle Bat-storie.
Barbara Gordon, in particolare, la prima Batgirl, ha un’importanza fondamentale. Creata nel 1967, la singolare eroina fu subito apprezzata dal pubblico. Le sue avventure in solitario ebbero un buon successo, così come le ripetute apparizioni nel serial dei Giovani Titani o in quelle degli stessi comic-book di Bats. Tuttavia, negli anni ottanta del Rinascimento Americano, in pieno clima di revisionismo, l’immenso Alan Moore le fece perdere l’uso delle gambe in The Killing Joke. Forse il Bardo di Northampton riteneva Barbara troppo ingenua e solare e poco adatta alle atmosfere adulte, disincantate e dark degli eigthies, e di conseguenza le sevizie da lei subite da parte del Joker costituirono un vero e proprio shock per il comicdom dell’epoca. E per la povera Barbara niente fu più come prima.
Chuck Dixon in seguito la trasformò in Oracolo: in poche parole, Barbara, genio dei computer, fungeva da stratega per molti DC heroes, monitorando il mondo criminale grazie a una complessa rete informatica. E bisogna dire che si evolse notevolmente e, specialmente in Birds of Prey, giocò spesso un ruolo di primo piano. E in varie DC saghe degli ultimi anni la bella figlia del Commissario Gordon si è rivelata essenziale.
Ma ora ci troviamo nel reboot e l’attuale DCU è diverso. Ecco perché i boss dell’etichetta hanno deciso di varare Batgirl, mensile che, come è facile intuire, segna il ritorno ufficiale di Barbara Gordon nelle vesti di Ragazza Pipistrello. Va puntualizzato che negli Stati Uniti non tutti hanno gioito: alcuni, affettivamente legati all’eroina dei sixties, si sono entusiasmati; altri, invece, hanno ritenuto tale iniziativa un inutile passo indietro.
La testata ombrello Batman Universe, dedicata ai personaggi femminili del Bat-verse, propone in ogni caso i primi quattro numeri del comic-book. A scrivere le storie è Gail Simone, apprezzata per la sua graffiante gestione di Birds of Prey (in cui agiva Barbara) e di Secret Six. Sinceramente, la Simone mi ha deluso con il suo Firestorm ma nel caso specifico di Batgirl le cose, a mio avviso, vanno meglio. Si sa solo che Barbara ha recuperato l’uso delle gambe (e sicuramente nei prossimi numeri avremo altri dettagli) ma non è guarita del tutto e il suo equilibrio potrebbe rischiare di venire compromesso in caso di eccessivi sforzi. Malgrado ciò, per superare le proprie paure, costei decide di indossare nuovamente i panni di Batgirl e di andare a vivere lontano dall’ala protettiva del padre.
Ma che succede se Barbara deve affrontare lo Specchio, pericolosissimo villian che, in ossequio alla tradizione di Gotham City, è uno psicopatico, per giunta animato da un impulso di vendetta e da una concezione distorta del concetto di ‘miracolo’? La Simone fa un buon lavoro, delineando una story-line intensa e drammatica, con tocchi di ironia che alleggeriscono i momenti più crudi. E svolge un’approfondita analisi psicologica. La Batgirl del reboot non è più, infatti, la ragazzina scapestrata e sbarazzina di una volta; l’allucinante esperienza con il Joker l’ha resa insicura e piena di fobie e l’autrice si concentra su questo particolare aspetto.
Interessanti pure le situazioni e i personaggi inseriti nel comic-book: adolescenti figli di papà che si divertono a uccidere famiglie indifese; una coinquilina di Barbara che è un’anarchica dai comportamenti stravaganti; lo stesso Gordon, qui descritto come un padre preoccupato e non come commissario tutto d’un pezzo. E c’è una riuscita apparizione di Nightwing, ex amore di Barbara, non utilizzato come semplice guest-star ma come pretesto per esaminare ulteriormente la situazione emotiva di quest’ultima. I testi sono ben impostati e la Simone sovente si concede battute fulminanti che possono far pensare a quelle analoghe di Secret Six.
Dal punto di vista grafico, la serie è valida. Ardian Syaf è efficace sia nelle scene d’azione che in quelle più riflessive e caratterizza in maniera egregia ogni personaggio, ricorrendo a una costruzione inventiva delle tavole, benché le chine di Vicente Cifuentes risultino troppo pesanti per il tratto del penciler indonesiano e lo rendano quindi meno cinetico e dirompente del consueto. Ma il comic-book nel complesso è promettente.
L’edizione RW-Lion non è male e ritengo che si possa concedere una chance all’albo.