Marvel Omnibus – Thor di Walter Simonson n. 1 – Recensione
Pubblicato il 25 Luglio 2012 alle 10:30
Arriva il primo volume dell’edizione Omnibus di una delle pietre miliari della Marvel anni ottanta: il Thor di Walter Simonson! Seguite una delle più incredibili run del Dio del Tuono mai realizzate!
Marvel Omnibus – Thor di Walter Simonson n. 1
Autore: Walt Simonson (testi e disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Genere: Supereroi
Prezzo: € 55,00, 18,3 x 27,7, pp. 592, col.
Data di pubblicazione: luglio 2012
Thor è uno dei personaggi storici della Marvel e quando nei primi anni sessanta Stan Lee e Jack Kirby lo idearono nella gloriosa testata Journey Into Mystery lo concepirono come una versione Marvel di Superman. Pur essendo una divinità delle leggende nordiche, inizialmente i due autori non inserirono l’eroe in contesti fantasy e gli fecero affrontare alieni, dittatori di paesi sudamericani, criminali di poco conto e, in generale, minacce alla Superman, appunto. L’unica eccezione fu rappresentata dal dio del male Loki, fratellastro di Thor, che diede subito filo da torcere al biondo principe di Asgard.
In seguito, però, Lee si rese conto di poter utilizzare un intero pantheon mitologico e perciò apparvero character che affascinarono generazioni di lettori: Odino, i Tre Guerrieri, il prode Balder, la splendida Sif e così via e le atmosfere del mensile che presto cambiò nome in Mighty Thor si fecero più fantasy, benché filtrate da elementi fantascientifici e cosmici che permisero a Kirby di sbizzarrirsi con i suoi immaginifici e visionari disegni (in questo senso, analoghi a quelli, altrettanto memorabili, di Fantastic Four).
Quando Lee abbandonò la macchina da scrivere per assumere mansioni dirigenziali, sceneggiatori come Roy Thomas, Len Wein, Gerry Conway e altri non mutarono le situazioni narrative. Realizzarono storie spesso interessanti ma l’evoluzione del personaggio era inesistente e molte run risultarono risapute e noiose. Le cose peggiorarono verso la fine dei seventies e al principio degli ottanta Thor sembrava aver perso il suo appeal e, come se non bastasse, non sembrava che ci fossero possibilità di rinnovamento.
Nel 1983 il comic-book era a un passo dalla chiusura. Tuttavia, l’allora editor in chief Jim Shooter, convinto della necessità di sperimentare, decise di affidarlo a Walt Simonson. Costui aveva già avuto modo di disegnare Thor (anche se i suoi disegni risultavano irriconoscibili poiché inchiostrati da Tony De Zuniga) ma non si era occupato dei testi. Simonson accettò l’incarico e il risultato fu un’opera ancora oggi considerata, al pari di Uncanny X-Men di Claremont/Byrne, di Fantastic Four sempre di Byrne, di Daredevil di Miller o di New Mutants di Claremont/Sienkiewicz, uno dei gioielli della Marvel degli eighties. Finora questo materiale era disponibile nella pessima edizione Play Press che, con traduzioni raffazzonate e un livello di stampa discutibile, l’aveva pubblicato prima in un mensile di Silver Surfer e poi in uno dedicato all’eroe asgardiano. Ora Panini Comics lo ripropone meritoriamente in due volumi Omnibus.
Innanzitutto, Simonson rompe con il passato, decidendo di ignorare tutto ciò che fino a quel momento era accaduto nella serie. Non si tratta di un reboot, nel senso che l’autore non nega gli avvenimenti precedenti ma, tranne in qualche raro caso, non si richiama ad essi e costruisce una story-line che ebbe il merito di rivoluzionare Thor e il mondo di Asgard. Se Lee aveva semplicemente preso i personaggi dei miti nordici adattandoli all’Universo Marvel, Simonson si collega alle autentiche leggende norrene. Odino, per esempio, è un vecchio privo di un occhio; Balder è un malinconico guerriero; Frigga, secondo le tradizioni, è una donna saggia e anziana e la stessa Asgard ha un look più arcaico, in contrasto con quello high-tech e pseudo-fantascientifico dell’epoca classica. Inoltre, in ossequio alle atmosfere di revisionismo degli eighties, la distinzione tra buoni e cattivi non è netta: è il caso di Loki che, pur essendo sempre e comunque il dio del male, ha una sua etica e un senso dell’onore; un caso analogo è quello dell’Incantatrice, celebre nemica di Thor, che nelle mani di Simonson si trasforma in una donna più complessa e sfaccettata.
Simonson decide di eliminare l’identità terrena di Thor, quella del Dr. Don Blake, ormai priva di potenzialità evolutive; da questo momento, Thor non si trasformerà più in un mortale ma adotterà il nome di Sigurd Jarrlsonn, indossando un paio di occhiali (omaggio al Superman della Distinta Concorrenza). Come se non bastasse, rompe un tabù: nessuno, infatti, poteva sollevare il magico martello di Uru. Nella story-line d’esordio, invece, un alieno, Beta Ray Bill, riuscirà nell’impresa e questo evento sarà l’occasione per la nascita di un eroe che giocherà un ruolo importante nelle vicende asgardiane. Per giunta, Simonson introduce la deliziosa sorella dell’Incantatrice, Lorelei, altra splendida invenzione. E non mancano l’infida Karnilla, il terribile Fafnir, il demone del fuoco Surtur o nuovi malvagi come l’Elfo Nero Malekith.
I testi possono risultare ridondanti e verbosi ma sono alleggeriti dall’ironia e il ritmo della narrazione è serrato e ogni episodio è ricco di colpi di scena, sorprese e sviluppi imprevedibili, al punto che, perlomeno nel periodo della sua pubblicazione, molti lettori considerarono il Mighty Thor di Simonson un fumetto lontano anni luce da quello dei vari comic-book mainstream.
Anche la parte grafica è pregevole. Walt estremizza il gigantismo kirbyano (basti vedere la maestosa, intimidente mole del demone del fuoco o la mostruosità di Fafnir per capirlo) e le figure da lui disegnate sono enormi ed evocano la potenza e l’invincibilità tipiche delle divinità. Esse assumono una valenza tridimensionale e sembrano a stento delimitate dal bordo delle vignette (in certe pagine ne escono fuori con prepotenza) e il penciler si divertì a impostare in maniera visivamente inventiva gli effetti sonori, specie nelle scene di battaglia. In poche parole, il Mighty Thor di Simonson è da annoverare tra le pietre miliari della Marvel e del fumetto americano e questa è una delle poche occasioni in cui avrete l’opportunità di ammirare il suo stile più aggressivo (da lui utilizzato pure in alcune produzioni DC incluse nel tp The Art of Walt Simonson che raccoglie storie di Batman, dei Metal Men e altri character e che spero RW-Lion prima o poi proponga; o nella stupenda versione fumettistica dell’Erlic di Michael Moorcock uscita anni fa per la Dark Horse).
Il primo volume dell’edizione Omnibus si contraddistingue per l’ottima cura editoriale e l’impeccabile qualità di stampa e di conseguenza, malgrado il prezzo non alla portata di tutte le tasche, andrebbe preso in considerazione.
Da leggere.