I Racconti di Domani 3 – Brevi cenni sull’Universo e tutto il resto | Recensione
Pubblicato il 1 Dicembre 2020 alle 15:30
Dieci racconti piccoli piccoli riempiono de I racconti di Domani 3, scritti da Tiziano Sclavi e illustrati da Giorgio Pontrelli: “Faccio dei sogni devastanti. Non li ricordo mai. So solo che mi sveglio piangendo e tremando. Mi sveglio. E allora comincia l’incubo.”
Autori: Tiziano Sclavi (testi), Giorgio Pontrelli (disegni) Sergio Algozzino (colori)
Genere: racconti horror
Casa editrice: Sergio Bonelli Editore
Formato: 22×29,7 cm, col., 64 pp.
Data di uscita: 26 novembre 2020
Dieci racconti piccoli piccoli riempiono le 64 pagine del terzo volume de I racconti di Domani, scritti da Tiziano Sclavi e illustrati ogni volta da un diverso disegnatore. Questa volta tocca a Giorgio Pontrelli, fumettista che ha già lavorato sul Dylan Dog Color Fest 21, con i colori di Sergio Algozzino, colorista che troviamo anche in questo volume.
I singoli racconti non hanno un filo narrativo comune, come nelle due uscite precedenti. L’unico elemento che potrebbero avere in comune è la narrazione di una dimensione parallela, che può essere quella aliena, quella del sogno, cibernetica e così via.
I Racconti di Domani che raccontano il passato
Questo terzo numero può essere paragonato a una vecchia raccoltina di racconti Urania, uno di quelli alla “Isaac Asimov presenta”. I Racconti di Domani volume 3 raccontano più che altro ciò che avrebbero raccontato ieri dell’oggi. Si parla di fantascienza vissuta nel passato, a cavallo tra gli anni Sessanta e Ottanta, puntando alla visione che si aveva in quegli anni del Duemila.
Grandi assenti sono gli intervalli con Dylan e Hamlin: i racconti non hanno collante, sono dentro il volume completamente liberi e slegati tra di loro. Si chiude una pagina, si apre un’altra e si passa a qualcosa di completamente diverso. Insomma, si saltella da racconto a racconto con una sensazione di amarezza lasciata dal racconto precedente, fino ad arrivare alla fine del volume con la bocca impastata e amarognola.
Tiziano Sclavi inciampa almeno un paio di volte in questo terzo numero. Ci sono storie belle e storielle completamente inutili, lunghe fotografie terrificanti e siparietti fini a loro stessi, vette narrativamente alte e scorci di un film senza un seguito sensato. Messi tutti su una bilancia, il peso della qualità di queste storie sarebbe complessivamente equilibrato.
A delinearli, stavolta tocca ai personaggi “muti” di Giorgio Pontrelli. I suoi uomini, rappresentati quasi sempre a bocca chiusa, sono come pupazzetti nelle mani dello sceneggiatore. Ogni vignetta dà l’impressione di essere uno snapshot utile alla costruzione di un film in stopmotion: tutti i personaggi danno contemporaneamente l’impressione di staticità e di movimento al tempo stesso. Questa caratteristica è data dal contrasto di un tratto continuo, deciso e nervoso con le pose plastiche dei soggetti rappresentati.
Ad accompagnare i disegni di Pontrelli c’è Sergio Algozzino. I due si incastrano perfettamente come due pezzi di puzzle e sembra quasi che non si parli di uno senza necessariamente parlare dell’altro. Algozzino gioca su colori piatti e omogenei, mettendoli in contrasto tra di loro per differenziare il primo e il secondo piano della vignetta. Difficilmente usa ombre sfumate, piuttosto preferisce fare cambi di tono uniformi entro le linee di confine del disegno.
Un numero sotto tono, da apprezzare più per i disegni che per le storie. Unico racconto da salvare è “La verità sull’Area 51”, dove Sclavi sciorina tutta la sua conoscenza in merito ai mezzi da guerra unendole a molte tra le più famose teorie sugli u.f.o. legati a quel fantascientifico pezzo di America.
In Breve
Storia
7
Disegni
7.8
Colori
8
Cura Editoriale
8
Sommario
Un numero sotto tono, da apprezzare più per i disegni che per le storie. Unico racconto da salvare è "La verità sull'Area 51", dove Sclavi sciorina tutta la sua conoscenza in merito ai mezzi da guerra unendole a molte tra le più famose teorie sugli u.f.o. legati a quel fantascientifico pezzo di America.