Mercy Vol. 2 & 3 di Mirka Andolfo | Recensione
Pubblicato il 19 Novembre 2020 alle 14:30
L’elaborato piano della misteriosa Lady Hellaine inizia a prendere forma, ma non tutto va come previsto. Come sempre, alla fine, i “buoni” vinceranno, ma la domanda è: chi sono i “buoni” in questa storia?
Autore: Mirka Andolfo (testi & disegni)
Genere: horror western
Casa editrice: Panini Comics
Formato e pagine: 17X26, cartonato, 64 pp. col.
Data di pubblicazione: 24 settembre 2020 e 19 novembre 2020
Mercy 2 – I cacciatori, i fiori e il sangue di Mirka Andolfo, pubblicata da Panini Comics, presenta nuovi personaggi che saranno una chiave di volta nel racconto del background di Hellaine: i cacciatori, appunto.
La vita a Woodsbourgh, tra neve, gelo e rivelazioni si sta rivelando sempre più interessante, soprattutto quando si è sempre più vicini a capire chi è questo “diavolo” che fa crescere degli strani rami violacei con bulbi colmi dal corpo delle persone. Al tempo stesso, il misterioso personaggio di Lady Hellaine sta per mettere le carte in tavola: vuole a tutti i costi la miniera saltata in aria, ma perché?
Al soldo di Lady Swanson, i cacciatori viaggiano per la zona seguendo le scie dei morti causate da questa specie di virus (che proprio virus non è) e scoprono che sta ritornando a Woodsbourgh, da dove pare che sia partito.
Nel frattempo, Lady Hellaine e ciò che vive dentro lei cercano di sedurre Gregor Swanson, figlio di Lady Gloria, al fine di avere tra le mani la miniera. Hellaine è un essere che non mangia e si scopre che lei e il suo “diavolo” sono in realtà esseri di un altro mondo, capaci di sopravvivere solo parassitando senza all’interno dei corpi degli esseri umani.
Questi esseri non provano alcun tipo di emozione, né bisogni fisiologici e senso di caldo o freddo e fingere di essere umani per loro è un grande sforzo. Nonostante tutto, Hellaine inizia a sentire qualcosa: una sorta di tumulto nel petto, soprattutto quando la piccola Rory la chiama mamma o quando è vicina a Johnatan…
Cos’è Mercy?
E qui entra finalmente in gioco Mercy, la proprietaria del corpo posseduto dall’essere informe. La sua storia, il suo flashback viene narrato nelle prime pagine di Mercy 3 – La miniera, i ricordi e la mortalità, mentre nel volume 2 inizia a diventare una sorta di “grillo parlante” che istruisce Hellaine su come funzionano emozioni e sensazioni, fino ad arrivare al momento clou di tutta la storia, dove Mercy viene tradita ed Hellaine cerca di portare a termine la sua missione in questa dimensione, insieme al (non troppo) fidato Goodwill.
Mercy 2 è una partita a scacchi all’interno di un gioco di potere, mentre Mercy 3 è una rovinosa e veloce ruzzolata verso l’inferno in terra. Ogni trama è posizionata nell’esatto momento in cui deve essere, senza svelare tutta la storia troppo e subito. Al termine della storia, rimane ancora oscuro cosa sia di preciso questo “diavolo”, quest’altra dimensione parallela a cui appartiene Hellaine (il che è un ottimo trampolino di lancio per il sequel Merciless).
Mirka Andolfo continua a sparare “cartucce creative” che vanno tutte a segno nel cuore del lettore. Dopo un thriller antropomorfo e gli sketch comici di esseri soprannaturali, l’autrice ha dimostrato di avere grande maestria nella narrazione di un horror western. Tutte le sue opere come autrice unica hanno un dettaglio che le lega: i suoi protagonisti si comportano da esseri umani e vivono la quotidianità degli esseri umani, ma finiscono sempre per risolvere i loro “dilemmi” in una dimensione differente dalla realtà che conosciamo, una dimensione… magica.
E l’abilità di umanizzare ciò che umano non lo sarà mai è la forza dell’autrice campana, capace di emozionare, spaventare e stracciare il cuore a ogni pagina sfogliata.
Negli ultimi capitoli, l’azione e i combattimenti sono rappresentati con tratti fuori fuoco, regalando la sensazione di reale movimento. Il tratto del pennino si mescola con i colori, diventa tutto fumoso e si ha l’impressione di aver ricevuto davvero un pugno in prima persona.
Le atmosfere dark brillano in mezzo alla gamma di colori che va dal blu notte al rosso sangue. La paura viene scaturita da un mix letale di esseri tentacolari illuminati dal pallido plenilunio, che cercano un loro posto in questo mondo e per i quali noi semplici mortali non sappiamo se fare il tifo o meno. Un finale sospeso e agrodolce chiude la miniserie di Mirka Andolfo, lasciando sia una sensazione di ineluttabilità che il desiderio di volerne ancora, di più, ancora di più…
In Breve
Storia
8.4
Disegni
9
Colori
9
Cura Editoriale
8
Sommario
Mirka Andolfo continua a sparare "cartucce creative" che vanno tutte a segno nel cuore del lettore. Dopo un thriller antropomorfo e gli sketch comici di esseri soprannaturali, l'autrice ha dimostrato di avere grande maestria nella narrazione di un horror western. Tutte le sue opere come autrice unica hanno un dettaglio che le lega: i suoi protagonisti si comportano da esseri umani e vivono la quotidianità degli esseri umani, ma finiscono sempre per risolvere i loro "dilemmi" in una dimensione differente dalla realtà che conosciamo, una dimensione... magica.